Sylvie Coyaud, il Sole 24 Ore 7/7/2013, 7 luglio 2013
YOGURT MAGICO O GROSSA BUFALA?
Dal 2010 Marco Ruggiero, professore di biologia molecolare all’Università di Firenze, reclutava su internet clienti sieropositivi per uno yogurt probiotico che descriveva come "putativamente contenente Gc-MAF", una glicoproteina che attiva alcune cellule del sistema immunitario. Costava fino 100 euro, ma uno a settimana per alcuni mesi bastava a curare l’Aids "senza alcun supporto farmacologico". I clienti sarebbero stati i primi a dimostrarlo in un esperimento improvvisato on line.
Nel dicembre 2011 sull’Italian Journal of Anatomy and Embryology, una rivista dell’università di Firenze, il prof. Ruggiero firmava un articolo non suo. Già uscito su Medical Hypotheses nel 2009 era quello in cui Peter Duesberg e altri autori sostenevano – come al solito – che il "virus putativo dell’Aids" era innocuo perché in Sudafrica e in Uganda la popolazione stava aumentando. Dopo una peer-review affidata a revisori esterni, l’editore Elsevier lo aveva ritirato insieme a quello di Ruggiero, quattro collaboratori e uno studente che, dall’analisi linguistica di alcune frasi, intravedevano una negazione del nesso tra Hiv e Aids nei documenti del Ministero italiano della Sanità.
Le volontarie dell’Hivforum che avevano già denunciato il commercio di yogurt all’Istituto Superiore di Sanità, alla Commissione Nazionale per l’Aids e varie commissioni parlamentari, senza risultato, ne informavano il Rettore Tesi che istituiva una commissione d’indagine. Questa non rilevava "elementi di responsabilità" da sanzionare, però il docente doveva rivedere il tenore del proprio insegnamento e gli argomenti che usava assegnare per le tesi di laurea. Doveva anche «astenersi dal pubblicare notizie inesatte che coinvolgevano l’Ateneo e ne ledevano l’immagine, com’era avvenuto in passato». Quanto all’esperimento dello yogurt, veniva segnalato all’Ordine dei medici.
Da allora il prof. Ruggiero si limita a descrivere a voce le proprietà taumaturgiche della proteina in conferenze sponsorizzate da Immuno Biotech Ltd di cui diventerà direttore scientifico dal 1 novembre. L’azienda – con sede nella casa di Bruxelles e nella villa a Guernsey del titolare, una collaboratrice e nessun laboratorio – produce Gc-MAF da iniettare, da aggiungere al cibo o in un collutorio. La confezione da 600 euro per un ciclo di otto settimane viene prescritta come integratore alimentare alle persone in buona salute e come terapia a quelle affette da acne, Aids, autismo, diabete, fibromialgia, hepititus (?), herpes, linfoma di Hodgkin, morbo di Alzheimer, di Lyme e di Parkinson, obesità, osteoporosi, sclerosi laterale amiotrofica, sclerosi multipla, sindrome da fatica cronica e tumori.
Immuno Biotech fa sapere da un anno che la proteina è ormai così efficace da «restaurare il sistema immunitario nel giro di tre settimane» anche se «nei prossimi mesi sarà in grado di spedire solo confezioni da 2.000 euro» equivalenti a una cura semestrale. Sul suo sito, alla pagina "Pubblicazione di esperimenti con pazienti", si trovano ricerche in vitro e sui topi, e resoconti di alcune remissioni del tumore al colon ottenute da un ricercatore giapponese di Philadelphia, ma con un "supporto farmacologico" e radioterapico che rende difficile distinguere l’effetto del Gc-MAF.
La composizione della flora batterica influisce su certi tumori, lo yogurt probiotico o meno è raccomandato da tempo ai sieropositivi e quella proteina innesca davvero una risposta immunitaria, dice la letteratura scientifica, ma i suoi benefici clinici restano dimostrare. Nel frattempo Immuno Biotech ha lanciato una nuova iniziativa, per ora riservata alla Germania: "corsi residenziali di benessere" diretti dal prof. Ruggiero che da giugno insegna ai pazienti come debellare, per esempio, «il cancro all’ultimo stadio… con garanzia di successo poiché in caso di fallimento il prezzo del corso verrà rimborsato». Putativamente.