Marco De Martino, Vanity Fair 26/6, 9 luglio 2013
Scott Thorson a 16 anni diventò l’amante del musicista Wladziu Valentino “Lee” Liberace, che aveva 40 anni più di lui
Scott Thorson a 16 anni diventò l’amante del musicista Wladziu Valentino “Lee” Liberace, che aveva 40 anni più di lui. Quando si conobbero Liberace gli mostrò la sua casa con statue di mori, pavoni impagliati, tavoli pieni di posacenere che rubava dagli alberghi. Sul soffitto della camera da letto, la riproduzione del Giudizio universale di Michelangelo con la faccia del pianista al posto di quella di uno dei cherubini. Vissero insieme per cinque anni, ma la verità venne fuori solo dopo la morte di Liberace (1987). Dice Thorson: «Era arrivato a querelare chi pubblicava voci sul suo conto. Certo era un atto di illusionismo: bastava vedere le pellicce da baraccone che indossava sul palco. O ascoltare le parole affettuose che usava per presentarmi al pubblico quando scendevo dalla Rolls tempestata di strass con cui lo guidavo al pianoforte con sopra il candelabro». Fece sottoporre Thorson a varie operazioni di chirurgia plastica per renderlo uguale a sé: protesi alle guance per sfinare il viso, mento più affilato, naso rifatto. Alla fine, data la somiglianza, potè farlo passare per parente e adottarlo. Si lasciarono dopo pochi mesi: Liberace lo buttò in strada, in pigiama e cappotto di visone, perché era diventato un drogato dopo la dieta dimagrante, da lui impostagli, a base di cocaina, anfetamine e sedativi.