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 2013  luglio 08 Lunedì calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 87

(Edward N. Luttwak, «Il risveglio del drago. La minaccia di una Cina senza strategia»)–

(vedi anche biblioteca in scheda 2230617
e database libro in scheda 2228818)


Cina, il risveglio del grande drago

Pil

Negli ultimi anni il prodotto interno lordo cinese ha sempre registrato una crescita superiore al 9 per cento annuo: il doppio di crescita sostenibile dell’economia statunitense e quasi il triplo di quello delle economie europee mature.

Spese militari

La spesa militare cinese, a quanto si dice, è aumentata di pari passo con l’economia nel suo insieme, con stime nell’ordine del 9 per cento annuo in termini reali: un tasso fenomenale.

Territori

Con una serie di negoziati bilaterali, la Cina ha concesso all’Afghanistan il 100 per cento del territorio rivendicato, l’82 per cento al Laos, il 66 per cento al Kazakistan, il 65 per cento alla Mongolia, il 94 per cento al Nepal, il 60 per cento alla Corea del Nord, il 98 per cento al Tagikistan e il 50 per cento al Vietnam (ciò in netto contrasto con l’intransigenza in materia di rivendicazioni marittime). I cinesi consideravano i territori in questione beni negoziabili: uno degli obiettivi dei cinesi era spianare la strada al commercio transfrontaliero, che non aveva importanza economica per il Paese, ma ne aveva di politica a livello locale, per arricchire e rendere stabili le irrequiete popolazioni di confine.

Barbari

Liu Ching, consigliere imperiale, nel 199 a.C. formulò le tecniche da utilizzare quando si ha a che fare con i barbari (in particolare con i resistenti nomadi a cavallo Xiongnù). Prima la «dipendenza»: i barbari dovevano essere resi dipendenti dai beni raffinati prodotti dalla Cina Han. Forniti prima gratuitamente, sotto forma di tributo non richiesto, avrebbero potuto continuare a essere forniti più tardi, in una posizione di maggiore forza, e solo in cambio di servizi resi. Poi «l’indottrinamento»: i barbari devono essere persuasi ad accettare il sistema di valori dell’imperatore (ciò capitava, per esempio, dando in moglie una figlia dell’imperatore a un capo barbaro).

Avviluppare

Questo è anche il tipo di rapporti instaurati dalla Cina con le altre potenze, per esempio gli Stati Uniti: all’inizio concedere alla potenza superiore tutto quello che deve essere concesso per evitare danni e trarre tutti i vantaggi possibili; avviluppare il capo o la classe di governo della potenza superiore in reti di dipendenza materiale; infine, quando la potenza superiore di un tempo risulta sufficientemente indebolita, ritirare tutti i segni di uguaglianza e imporre la subordinazione.

Obiettivi

«La leadership cinese intende insistere nel perseguire obiettivi incompatibili: una rapidissima crescita economica e una rapidissima crescita militare e un proporzionale aumento dell’influenza globale. E la logica stessa della strategia a dettare l’impossibilità di progressi simultanei in tutti e tre i campi: inevitabilmente, il potenziamento militare della Cina sta già suscitando reazioni – ancor più, com’è ovvio, per via della sua rapidità. Tali reazioni, a loro volta, stanno già ostacolando, e lo faranno sempre più, il contemporaneo progresso nei tre ambiti economico, militare e diplomatico».

Reazioni

«Quando uno Stato delle dimensioni e dell’importanza della Cina persegue il potenziamento militare [...], i suoi alleati si fanno cauti e si ritirano su posizioni neutrali, chi prima era neutrale diventa un nemico e i nemici vecchi e nuovi si coalizzano in alleanze formali o informali contro la potenza cresciuta troppo in fretta».

Stati Uniti

Il fallimento strategico della Cina è evidente nell’accresciuta influenza degli Stati Uniti in tutta l’Asia orientale: hanno ripreso vita antiche alleanze (per esempio con le Filippine e il Giappone), e sono nati legami simili ad alleanze (per esempio una cooperazione in ambito militare firmata con il Vietnam, ma anche accordi limitati ed embrionali con l’India e l’Indonesia).

Due casi

Il caso di Australia e Myanmar che si sono mossi per resistere alle pressioni cinesi, spesso cercando un rapporto più stretto con gli Stati Uniti e con la Federazione Russa.

Tre

La capacità economica della Cina e il suo potenziale militare sono cresciuti enormemente negli ultimi trent’anni. Ma è anche vero che tre soli Paesi tra quelli che la Cina si è inimicata con la sua politica a partire dal 2008 (India, Giappone e Vietnam) messi insieme la uguagliano o superano in termini di popolazione, Pil e capacità tecnologica complessiva.

Probabilità

«Negli Stati Uniti e in alcuni altri Paesi adesso è meno probabile di un tempo che le autorità acquistino beni pubblici di evidente provenienza cinese, come i ponti di acciaio».

Notizie tratte da: Edward N. Luttwak, «Il risveglio del drago. La minaccia di una Cina senza strategia», Rizzoli, euro 18,00.