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 2013  agosto 07 Mercoledì calendario

QUINZI, IL PICCOLO NADAL

Questa, resterà. L’occhialuto, capellone e bassotto coreano Chung frulla in rete l’ultimo dritto e Gianluigi Quinzi crolla fulminato per terra, sul prato più luminoso della sua vita, felice come un pupo per quello che è appena successo a lui, a noi, alla sua famiglia, al movimento del tennis azzurro, a tutti quelli che credono alle favole tipo Harry Potter. A 17 anni il ragazzo col ciuffo è campione juniores di Wimbledon come Diego Nargiso 26 anni fa, seconda volta di sempre. Il Regno Unito ha un nuovo brit campione di Wimbledon, ma noi abbiamo un ragazzino biondino capace di farci sognare, magari anche un po’ a vanvera, un futuro a colori intensi.
UN SUPER ROVESCIO
Di Quinzi sorprende soprattutto l’atteggiamento mentale, la capacità di reazione, la dote di prendere sempre decisioni giuste nello scambio e nei momenti cruciali dei match: sotto 0-30? Non fa niente, si attacca. Palla break? Niente paura, ace. Punto importante: Gianluigi può vincerlo o perderlo, ma di sicuro farà la scelta migliore. La testa nel tennis conta il 40 per cento, se poi ci aggiungi la lotta, la concentrazione, la predisposizione, sei già avanti. E oggi nel tennis 17 anni sono pochissimi.
Quinzi è alto e mancino, forse un po’ ingobbito dai troppi pesi sollevati in giro per le palestre del mondo, e dovrà migliorare dritto e volèe. Però ha un buon servizio, un ottimo rovescio e una maturità da veterano come si è visto ieri nella finale contro Chung che al confronto sembrava un dilettante. Infatti: nel primo set Quinzi è partito forte, ha subìto il ritorno dell’avversario, ma poi sotto 3-5 è riuscito a capovolgere la situazione vincendo 7-5. Il secondo set è stato invece un asse d’equilibrio fino al tie-break, ma a quel punto Quinzi è uscito da campione giocando ogni punto come se fosse l’ultimo della sua vita vincendo 7-2. Un torneo magico e perfetto per questo ragazzo nato a Cittadella, cresciuto a Porto S. Giorgio e cittadino del mondo, 6 partite vinte senza perdere un set. Si sapeva che Quinzi era forte, sono anni che si parla di lui, ma chi avrebbe mai detto che potesse vincere il più importante dei tornei dello Slam a 17 anni?
TALENTO E QUALITÀ
Così, ora, le domande si rincorrono. Diventerà un campione? Sbarcherà garrulo nel circuito Atp? Entrerà magari tra i primi 10 giocatori del mondo, un inseguimento alla pietra verde che l’Italia manca da 35 anni, dal 1978 di Corrado Barazzutti numero 7? Purtroppo dirlo oggi è impossibile perché le varianti sono tante: perché Quinzi può conoscere una ragazza, innamorarsi perdutamente e mollare tutto; può stancarsi o stufarsi di giocare a tennis; può perdere la fiducia con le prime sconfitte nel circuito dei grandi. Però ha molte delle qualità del giocatore vero, tanto che ieri dopo il trionfo ha detto: «Sono arrivato a Wimbledon e ho detto subito: questo torneo lo vinco io. È un punto di partenza importante, perché prima o poi vincerò anche uno Slam vero, quello dei grandi».
M.d.M.