Maria Latella, Il Messaggero 7/8/2013, 7 agosto 2013
UNA FIRST LADY A TESTACCIO CHE GIRA ROMA IN BUS
Se solo non fosse di Novara, Gianna Fregonara, moglie di Enrico Letta e giornalista del Corriere della Sera, potrebbe lanciarsi sul mercato come il prototipo dell’italiana di nuovo conio, appassionata del suo lavoro, con un uomo ancor più in carriera di lei, madre, consumatrice curiosa di viaggi e culture. Ma Gianna Fregonara è di Novara, dunque prudente, ed è per di più sposa del prudentissimo Enrico. Perciò lei con i pupi al parco o a fare shopping in profumeria non la vedrete mai. Perché si è ritrovata ”primera dama” proprio seguendo il percorso opposto.
Prima first lady della generazione Erasmus (è nata nel 1967), prima first lady ad aver trovato lavoro grazie ad una borsa di studio (scuola di giornalismo Gino Palumbo), prima first lady poliglotta (parla inglese, francese e tedesco), prima first lady che virtualmente approda a palazzo Chigi con tre bambini di nove, sette e cinque anni, Giacomo, Lorenzo e Francesco, tutti come lei nati il giorno 12. Gianna Fregonara in Letta è nata il 12 dicembre e sotto la calma olimpica nasconde un segno di fuoco, Sagittario. Hai fatto tre parti pilotati?, chiedono ogni volta le amiche, alquanto impressionate dalla coincidenza. No, sono nati tutti e il 12 ma per puro caso, risponde lei. Gli studiosi di numerologia avranno pane per i loro denti.
CAFFÈ SOTTO CASA
Gianna Fregonara ed io prendiamo un caffè sotto casa sua, in una luminosa mattina romana, lei è in tenuta da «scendo un attimo a prendere il latte», cioè t-shirt rossa e jeans e di lì a poco deve andare in Vaticano, per la sua seconda visita nel ruolo di first lady. Sotto casa significa a Testaccio, quartiere al quale sempre i giornalisti abbinano l’aggettivo popolare. Ed effettivamente popolare è, il romanissimo e romanista quartiere di Testaccio, anche se Enrico e Gianna Letta abitano nell’angolo aristocratico della zona, piazza dell’Emporio. Se non fosse di Novara, Gianna Fregonara vi racconterebbe dei suoi vicini di casa famosi, Giuliano Ferrara ad esempio, ma come vi dicevo non è romana, né milanese, dunque sa che meno offri il fianco all’invidia e meglio vivi. E’ giornalista e abituata ad occuparsi dei fatti altrui, ma i suoi li tiene per sé. Era così anche prima di conoscere Enrico Letta, anche da stagista al Corriere della Sera non l’ho mai vista spettegolare in corridoio. Il matrimonio e l’ingresso in una famiglia in cui potere e discrezione viaggiano uniti non hanno che rafforzato una sua naturale inclinazione.
DECIMO ANNIVERSARIO
Il suo essere più lettiana dei Letta l’ha aiutata a non farsi nemici. E’stata forse anche la chiave di accesso al cuore dell’altrettanto composto futuro marito, il coetaneo Enrico. Il loro, in fondo, è stato l’ultimo amore democristiano: si incontrarono quando lui era vicesegretario del Ppi, nominato da Franco Marini in tandem con Franceschini. Lei del Ppi scriveva come cronista politica del Corriere della Sera. Quest’anno festeggiano dieci anni di matrimonio. Un nuovo viaggio di nozze?, chiedo mentre beviamo il caffè. Apprendo che quest’anno in casa Letta non si programmano viaggi di piacere. Più che altro, non si programma. In effetti, considerati i numerosi dissensi interni alle larghe intese, non conviene. E poi c’è un precedente che sconsiglia. Una cosa, una sola cosa le avevano programmato nel giorno del giuramento del marito ed è subito saltata. Perciò...
Erano tutti lì, nel salone del Quirinale, Napolitano, i ministri, la diretta tv per il giuramento. Il cerimoniale s’era inventato una cosuccia, così, tanto per far vedere che l’avvicendamento tra Monti e Enrico Letta avveniva nel più sereno dei contesti, ed ecco l’idea del tocco sbarazzino: lo scambio della campanella, tradizionale rito di passaggio da consumarsi a palazzo Chigi, non si sarebbe svolto tra i due presidenti del Consiglio, ma tra le loro legittime consorti. Agli italiani tutti sarebbe apparsa, sia pure fuggevolmente, Gianna Fregonara. Avrebbero familiarizzato con i suoi occhiali, con il tailleur pantalone un po’ anonimo che è la sua uniforme di servizio e sembra scelto apposta per occultare la figura slanciata. Invece... Invece l’attentato del misterioso Preiti fece saltare il lieto avvicendamento tra mogli.
CERIMONIA ROVINATA
Nel caos di un Quirinale ormai transennato, la neo first lady salutò Napolitano, salutò il marito, e se ne tornò in autobus a Testaccio. Sportiva? Più che altro affezionata al mezzo tacco. Mai vista con uno stiletto, Gianna Fregonara, ed è un vero peccato. Lei d’altra parte è cosi: Sophie Kinsella non ne avrebbe mai fatto la protagonista di I love shopping. Più che le boutique, da ragazza, Fregonara frequentava le piste di atletica leggera. Dopo il liceo classico la diligente Gianna avrebbe voluto concedersi uno sfizio, l’ebbrezza dell’iscrizione a scienze politiche. Escluso. La facoltà venne considerata dai genitori un po’ fru fru. E fu giurisprudenza. Ingegneria, invece, per il figlio maschio, fratello maggiore di Gianna, che ora lavora a Copenhagen insieme alla moglie colombiana. Trasferitasi a Milano, all’università, la futura first lady era sul punto di cominciare un Erasmus quando un’amica di Bari le rivelò l’esistenza di una borsa di studio per giornalisti. Vinse e approdò al Corriere della Sera.
Chiacchierando nel bar di Testaccio, ogni tanto si incrocia una mamma, la Fregonara le conosce tutte perché il più piccolo dei suoi tre figli, Lorenzo, va all’asilo comunale a Testaccio. Scuole pubbliche anche per gli altri due. Tre bambini e una mamma giornalista con marito in politica. Quante recite scolastiche ti sei persa? «Nemmeno una». A casa Letta c’è una tata e in Toscana ci sono i nonni, genitori di Enrico. Poco più di un anno fa, Gianna Fregonara aveva fatto un bel salto di carriera: capo della cronaca di Roma. Quando il marito è diventato presidente del Consiglio, ha pensato fosse meglio tornare alla scrittura. Come Valerie Trierweiler, la compagna di Hollande, ma Fregonara è di Novara e non l’ha buttata sul martirio.
ISRAELE E VATICANO
Nell’ultima settimana, l’avete letto, la first lady quasi invisibile un po’ si è fatta vedere, almeno ad occhi stranieri. Due visite ufficiali: in Israele e in Vaticano. «Esperienze interessanti», le giudicherebbe la ragazza di Novara che per ora non sembra impressionata. Il bello delle giornaliste (soprattutto di quelle che sanno di politica) è proprio questo: sono abituate al potere, ne conoscono gli aspetti meno brillanti, reggono meglio alle seduzioni. Come spiega un saggio pubblicato in Francia, Les amazones de la Republique, dev’essere per questo che sempre più spesso politici e giornaliste si fidanzano (ora anche politiche e giornalisti maschi, come nel caso della presidente della Camera, Laura Boldrini). Perché nessuno meglio di un giornalista può fare da tutor, psicanalista, suggeritore e stratega a un politico.
Si sono fatte le dieci, c’è papa Francesco che aspetta e la first lady deve andare in Vaticano. Mi chiedo se vedremo Gianna Fregonara col capo coperto da quelle mantiglie di pizzo nero alla cui seduzione nessuna, perfino la sobrissima Flavia Prodi, seppe dire di no nella visita ufficiale al Papa. Pare che il protocollo non lo consideri più obbligatorio ma non si sa mai. Il giorno dopo scruterò la foto sul Messaggero: lei è sullo sfondo, più alta degli altri. E a capo scoperto.
Maria Latella