Elvira Serra, Corriere della Sera 6/7/2013, 6 luglio 2013
QUELLE RISPOSTE (IM)POSSIBILI SUL SESSO
Si comincia a tre anni e si va avanti, con diversi gradi di difficoltà (per il genitore), fino alla preadolescenza. Se prima dei trentasei mesi vostro figlio viveva in un mondo privo di vergogna, in cui il suo corpo era semplicemente l’oggetto delle coccole di tutti i familiari, a un certo punto comincia a osservare le differenze tra sé e gli altri. Basta una doccia insieme, la condivisione del bagno, svestirsi nella stessa stanza, all’improvviso si renderà conto delle macro-differenze. Inevitabile l’interrogatorio. Senza malizia: tutt’altro. Ed è proprio questo il segreto per non restare troppo spiazzati.
«Il bambino orienta il suo senso del pudore con il nostro. Questa fase è importantissima per definire le basi della sua sessualità. Man mano che cresce, è importante non negare mai niente o si rischia di perdere il ruolo di interlocutore privilegiato quando sarà adolescente. Da me vedo arrivare ragazzine che vogliono abortire accompagnate dalle zie: ecco, quello è il fallimento della comunicazione», spiega Stefania Piloni, ginecologa milanese autrice, con il pediatra Gianfranco Trapani, di un saggio dal titolo promettente: Sessualità e amore. Come rispondere alle domande imbarazzanti dei vostri figli (Giunti editore, pp.224, 12 euro).
Altro momento cruciale: state guardando un film e c’è una scena di sesso piuttosto spinta. La prima reazione è di cambiare canale e non pensarci più. Però è sbagliato: bisogna sempre motivare, per non lasciare sospese curiosità che accresceranno il senso del tabù. Dunque va bene cambiare canale, ma aggiungendo che quelle cose le fanno i grandi e non sono adatte ai piccoli. Del resto, prima o poi capiterà di essere voi i protagonisti degli abbracci compromettenti. Può bastare che la vostra adorata prole si svegli nel cuore della notte richiamata da strane urla... E che spaventata compaia con l’orsacchiotto nella vostra camera da letto senza bussare. In questo caso, tenete a mente la lezione di Freud: non è la visione di voi che fate l’amore a choccarlo, ma la mancata rielaborazione. Significa che una spiegazione, qualunque spiegazione, dovete darla. Tanto vale dire la verità: «Mamma e papà erano così vicini senza vestiti perché è normale tra due persone che si vogliono tanto bene: si chiama "fare l’amore" ed è il modo in cui si fanno i bambini».
Difficile? Forse. L’importante è adeguare le risposte all’età. Dire che «Dio ha mandato una polverina magica nella pancia della mamma e da lì e nato il bambino» può funzionare se vostra figlia ha 5 anni, non regge se ne ha nove. E anche quando ha nove anni, l’importante è sempre assecondare le domande, non imporre una lezione forzata di educazione sessuale.