Agostino Paravicini Bagliani, la Repubblica 6/7/2013, 6 luglio 2013
QUEL MIRACOLO ABBUONATO AL GRANDE ISPIRATORE DEL CONCILIO
PAPA Francesco ci ha abituato a decisioni storiche, ricche di grandi novità. Lo conferma la sua decisione di elevare Giovanni XXIII (1958-1963) e Giovanni Paolo II (1978-2005) all’onore degli altari. È infatti la prima volta che due papi vengono canonizzati insieme. Si tratta di un riconoscimento particolarmente solenne dell’insigne messaggio insito nei pontificati del papa che ha indetto il Concilio Vaticano II (anche Papa Francesco pensa a un Concilio?) e del papa che, per la prima volta nella storia, ha evangelizzato il mondo con la sua presenza fisica.
L’odierna decisione di Papa Francesco aumenta di colpo il numero di papi santi, peraltro relativamente esiguo. È vero che vengono considerati martiri e santi tutti i successsori di Pietro fino al 335 (ossia fino a Costantino) e altri venti papi fino al 530. Ma nel Medioevo — e ciò è paradossale — un solo papa fu canonizzato, Celestino V (1294), l’unico pontefice che rinunciò al papato in piena libertà e sulla base di procedure canoniche ben definite. Il papa del “gran rifiuto” fu canonizzato da papa Clemente V il 5 maggio 1313, su sollecitazione del re di Francia Filippo il Bello.
Leone IX (1049-1054), che diede vita alla profonda riforma del papato dell’XI secolo, conobbe un culto importante che non fu però allora riconosciuto ufficialmente. Altri papi medievali salirono all’onore degli altri, ma in epoca moderna. Gregorio VII (1074-1085) fu canonizzato nel 1606 da Paolo V. Conferme di culto di altri papi medievali — Adriano III, Vittore III, Urbano II, Eugenio III, Innocenzo Ve Urbano V — si concentrano intorno o dopo il 1870, ossia nel momento in cui il papato perde il potere temporale. Come a dire che era impossibile santificare papi nel Medioevo, periodo di profondo e inestricabile connubio tra potere spirituale e temporale.
In epoca molto più vicina a noi, in particolare da Giovanni Paolo II in poi, si osserva invece un’accelerazione verso il riconoscimento ufficiale della santità dei papi dell’età contemporanea (Roberto Rusconi, Santo Padre. La santità del papa da San Pietro a Giovanni Paolo II, Roma, Viella, 2010). Ed anche un’accelerazione in termini temporali. «Santo subito» fu il grido che si levò da Piazza San Pietro ai funerali di Giovanni Paolo II.
Papa Francesco ha peraltro deciso di canonizzare Angelo Roncalli derogando dalla regola canonica secondo cui per un santo il processo di canonizzazione deve accertare due miracoli (ne basta uno nel caso di beati). Tale regola fu introdotta soltanto in epoca moderna, dai papi Sisto V (1585-1590) e Urbano VIII (1623-1644), che introdussero moderne procedure di canonizzazione. I numerosi papi dei primi secoli non furono considerati santi sulla base di miracoli, perché (almeno fino a Costantino) ritenuti martiri. E, fino all’epoca moderna, non si pensò a esigere un numero preciso di miracoli, che era del resto sovente molto alto… «Sono stati registrati non meno di trecento miracoli», sembra abbia detto papa Giovanni XXII a proposito di Tommaso d’Aquino che canonizzò nel 1323, «e il numero dei suoi miracoli è pari agli articoli che ha scritto».