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 2013  luglio 05 Venerdì calendario

MIRACOLO: IN VATICANO NON C’E’ LA CRISI

Nonostante la crisi economi­ca le finanze vaticane vedono la luce. Dopo un anno nero, con un buco di quasi 15 milioni di euro registrato nel 2011, il bilan­cio 2012 della Santa Sede chiu­de con un utile di oltre 2,1 milio­ni di euro. A comunicarlo è con una nota il Consiglio dei Cardi­nali per lo Studio e dei Proble­mi Economici ed Organizzativi ed Economici della Santa Se­de, presiedu­to dal Card. Tarcisio Ber­tone, che ha approvato nei giorni scorsi il documento finanziario per l’anno appe­na passato. Fi­nanze in posi­tivo quindi, anche se a pe­sa­re sulle spal­le del Vaticano continuano a es­sere i costi per gli stipendi del personale (2.823 impiegati tra laici ed ecclesiastici nel 2012), le spese per i mezzi di comuni­cazione (Radio Vaticana, Centro Televisivo Vaticano e Osser­vatore Romano) e per la prima volta anche il pagamento del­l’I­mu per gli immobili della San­ta Sede sul territorio italiano, ca­pitolo di spesa che sul bilancio d’Oltretevere è aumentato di 5 milioni di euro rispetto al passa­to.
Conti a posto anche per il Go­vernatorato che l’anno scorso, grazie alle entrate dei Musei Vaticani (nel 2011 contava cinque milioni di visitatori e 91,3 milio­ni di euro di ricavi), aveva «sal­vato» le finanze del Papa. Nel 2012, lo Stato della Città del Va­ticano che ha un’amministra­zione autonoma ed indipen­dente, ha chiuso con un con­suntivo in attivo di oltre 23 mi­lioni di euro, in aumento di più di un milione di euro rispetto a quello dell’anno passato, con 1.936 dipendenti. Brutte noti­zie invece per le offerte dei fede­li che calano: l’Obolo di San Pie­tro, ovvero il sostegno per la ca­rità del Papa, nel 2012, anno ne­ro d­el Vatileaks e dei veleni d’Ol­tretevere, ha visto un decre­mento: si è passati dagli oltre 69 milioni di dollari del 2011 ai 65 milioni di dollari. A contribuire però ancora una volta è stato lo Ior, l’Istituto per le Opere di Reli­gione che, come ogni anno, an­che nel 2012 ha aiutato le finan­ze vaticane con una donazione di 50 milioni di euro (nel 2011 erano stati donati 49 milioni). A questi si aggiungono anche 1 milione di euro per il Fondo Amazzonia, 1,5 milioni per il «Fondo Pro Orantibus» (il soste­gno ai monasteri di clausura), 1,5 milioni per il Fondo San Ser­gio (per il sostegno alla Chiesa dell’Ex Unione Sovietica) e 1 mi­lion­e di euro per la Commissio­ne per l’America Latina. Presen­ti alle riunioni in Vaticano (alle quali ha preso parte per un salu­to anche Papa Francesco) cardi­nali provenienti da tutto il mon­do e laici impegnati a vari titolo Oltretevere (tra questi anche il presidente dello Ior, Ernst Von Freyberg) che, in linea con le pa­role di Papa Francesco, hanno «incoraggiato una necessaria ri­forma per la riduzione dei costi con un’opera di semplificazio­ne e razionalizzazione degli organismi esistenti e una più at­tenta programmazione dell’attività di tutte le amministrazioni». In pratica uno snellimento dei dicasteri e degli uffici di Curia Romana e Governatorato che possa portare a meno spese senza toccare il personale in ser­vizio. «Bilanci in equilibrio, anzi positivi, nono­stante la crisi» ha commentato il di­rettore della Sala Stampa Vatica­na, Padre Federi­co Lombardi. Il sacerdote gesui­ta ha parlato an­che dell’interven­to, il 3 luglio scorso, di Papa Ber­goglio durante la riunione d’apertura che, secondo Lom­bardi, è stato rivolto alla «responsabilizzazione nell’impe­gno riguardante la gestione del­le risorse».