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 2013  luglio 06 Sabato calendario

Qualcuno dei Mille, sopravvissuti alla spedizione e agli acciacchi della vecchiaia, raccontava, agli inizi del Novecento, che «il Comandante» in un primo tempo voleva sbarcare a Sciacca, ma poi volse la prua verso Marsala

Qualcuno dei Mille, sopravvissuti alla spedizione e agli acciacchi della vecchiaia, raccontava, agli inizi del Novecento, che «il Comandante» in un primo tempo voleva sbarcare a Sciacca, ma poi volse la prua verso Marsala. E questa è storia. Però la decisione venne presa non tanto perché a Marsala non c’erano navi borboniche a impensierire gli invasori, ma piuttosto per il pensiero del nettare divino che albergava nelle botti dell’antica colonia fondata dai Fenici. E quindi Giuseppe Garibaldi stabilì di cominciare di qua la sua impresa che, battezzata con bottiglie di pregio, non poteva che avere successo. E questa è di nuovo storia. Possiamo azzardare che i capitani dei vascelli inglesi che scortavano il Piemonte e il Lombardo, piroscafi che imbarcavano i volontari garibaldini, apprezzarono la scelta. Conoscevano bene il Marsala. Dal 1773, infatti, prima un intraprendente commerciante di Liverpool, John Woodhouse, poi Ingham e Whitaker, scoprirono e valorizzarono quella che oggi è la più antica doc italiana. Dieci anni dopo, i Florio diventeranno i primi italiani a commercializzare il Marsala. Marsala, quindi, rivendica il carattere archeologico, marinaro, garibaldino, paesaggistico, vitivinicolo. Un percorso affascinante ci conduce dalla Laguna dello Stagnone con le quattro isole della Riserva naturale alle saline e ai mulini a vento. Il Canalone costeggia il parco Villa Genna e si snoda fino agli imbarcaderi per l’isola di San Pantaleo, tra montagne bianche di sale. Alle saline Ettore e Infersa, davanti all’isola di Mothia, è possibile fare il bagno e conoscere l’attività dei salinai. Infine ecco la città con il mercato del pesce, subito dietro Porta Garibaldi, che la sera diventa il luogo della movida. Il quartiere spagnolo, il museo degli arazzi fiamminghi, piazza Loggia con il Palazzo VII Aprile e la Cattedrale, le stradine del Cassero con le vecchie basole: tutto questo (da ieri a domani, domenica 7 luglio) fa da sfondo a «MarsalaWine», appuntamento di scoperta e degustazione del vino siciliano che si inserisce nelle celebrazioni per «Marsala European Wine City 2013», la città del vino europea di quest’anno, fortemente voluta dal sindaco Giulia Adamo. Sessanta aziende vitivinicole e numerosi produttori di altre eccellenze agroalimentari presenti a Marsala testimoniano la ricchezza di questo spicchio di Italia contaminata felicemente da tante influenze arrivate fino a noi, che possiamo ritrovare, ad esempio, nella cucina di Emanuele Russo, chef delle Lumie, recente vincitore del «Cous Cous Fest preview» di San Vito lo Capo con il suo couscous marsalese (a grandi più grossi), a base di granchi (pilusi) dello Stagnone, profumato al limone con polpettine di finocchietto selvatico e vellutata di patate all’aglio rosso di Nubia. Nella sua cucina ci sono sempre le verdure dell’orto di famiglia creato apposta per le esigenze di questo giovane e brillante cuoco. Sapori che ritroviamo nel tortino di seppia in melanzana e ricotta, nelle trenette con pesto di melanzana, capperi e tuma fresca, nella tagliata di tonno rosso in panatura di sesamo bianco e pistacchi. La scorribanda marsalese, ottima e abbondante, ci porta dritti alle «arancine» della Bottega del Carmine, poi alle prelibatezze delle pasticceria Alagna: la Spagnoletta (con la ricotta), la Genovese (tipo panzerotto al forno ripieno di crema), i Biscotti Regina (impastati con il Marsala). Quindi agli sfizi della Vecchia Salumeria, ai produttori di formaggi. Naturalmente siamo qui per il vino e non può mancare una visita alle cantine: De Bartoli; Donnafugata; Donna Franca; Baglio Oro; Florio; Carlo Pellegrino; Caruso&Minini; Cantine Intorcia. Con un’avvertenza: ognuna, nel bicchiere, non versa solo il prezioso prodotto del lavoro dell’uomo, ma anche affascinanti gocce di storia. Ascoltatele.