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 2013  luglio 05 Venerdì calendario

IL FATTO RIPENSA LA GOVERNANCE

Il 2013 si preannuncia un anno ricco di novità per il Fatto quotidiano: sul tavolo ci sono ipotesi di nuove governance in senso dualistico o che prevedono comitati di gestione distinti per l’editrice e il giornale. Si discute di una nuova composizione del board, di azionariato diffuso e si confeziona un piano industriale al 2015, con alcune novità editoriali a partire dall’obiettivo di pareggio per il sito web nella primavera del 2014.
Si tratta quindi di un calendario fitto che parte, operativamente, dal prossimo autunno con il lancio della versione iPad del quotidiano diretto su carta da Antonio Padellaro e online da Peter Gomez (l’intenzione è diffondere 20 mila copie digitale entro il 2016).
Si prosegue poi con l’edizione mobile e soprattutto con il nuovo sistema editoriale unico per carta e web, che si muoverà in parallelo con la nascita di un ufficio centrale allargato, a Roma. Tanto allargato che presuppone lavori di ristrutturazione della sede del giornale. E, secondo precedenti indiscrezioni di stampa, presuppone anche la scelta di un solo direttore entro fine anno (con Gomez in pole position). Ma quest’ultima ipotesi «non corrisponde a verità», smentisce nuovamente Cinzia Monteverdi, a.d. dell’Editoriale il Fatto. «Solo in un prossimo futuro potrebbe esserci una direzione unica. Oggi, piuttosto, stiamo ragionando sulla proposta di una governance dualistica con un cda ristretto e comitati operativi di gestione, come suggerito dall’avvocato del socio Francesco Aliberti (che non ha ancora venduto la sua quota, ndr). C’è anche l’ipotesi avanzata dai consulenti di Sator (società che fa capo a Matteo Arpe, ndr) che parte da una distinzione a monte tra gestione manageriale e quella editoriale affidata ai giornalisti. Ma analizzeremo anche altre ipotesi. L’intento, però, resta uno solo: rafforzare ulteriormente la società e creare uno statuto più adatto per un’azienda che è cresciuta notevolmente rispetto a quando siamo partiti. Potremmo prendere una decisione finale, comunque, entro fine anno».
Sulla composizione di un nuovo board a 9 per comprendere tutti i soci si è espresso invece l’azionista Bruno Tinti ma, al momento, il consiglio resta a 7 e la sua composizione potrebbe anzi essere «a rotazione per un anno in modo da includere professionalità differenti», precisa Monteverdi, «a seconda degli ambiti che si vuole sviluppare come abbiamo fatto con la web tv».
Governance e board nuovi potrebbero procedere di pari passo con l’apertura a un azionariato diffuso «emettendo nuovi tipi di azioni, aperte ai dipendenti giornalisti», prosegue l’a.d. «La quotazione in borsa è invece esclusa a oggi, domani vedremo». Alla base di ogni prossima linea di sviluppo c’è comunque il piano triennale al 2015, che parte da «una stima prudenziale per il 2013», spiega Monteverdi, «perché ci reggiamo in piedi da soli e perché l’utile 2012 è stato differente dai precedenti». Lo scorso esercizio si è chiuso infatti con un risultato netto di 753,5 mila euro, contro il dato precedente a fine 2011 di 4,5 milioni. Le vendite sono scese in media del 28%, a quota 51,2 mila copie. Complessivamente, il fatturato 2012 è stato di 23,5 milioni di euro (-25,4%).
«Contiamo di archiviare il 2013 con un utile in crescita a un milione e con ricavi totali su a 30 milioni di euro», rilancia Monteverdi, «considerando non solo la diffusione ma anche maggiori entrate da collaterali, abbonamenti e pubblicità. Prevediamo di stare sulla media delle 43 mila copie diffuse e dei 20 mila abbonamenti (oggi quelli dei «sostenitori» sono 3.500), ma in questa prima parte dell’anno siamo sulla soglia delle 55 mila copie». Ai conti aziendali darà il suo contributo anche ilfattoquotidiano.it, con i suoi attuali 700 mila contatti unici giornalieri, che dovrebbe andare a break-even nella primavera del 2014, a giudizio di Monteverdi. Al momento il sito del Fatto quotidiano costa 2,5 milioni di euro. Il suo obiettivo è quindi una raccolta pubblicitaria curata dalla concessionaria Engage da 2,5 mln per il 2013, «obiettivo confermato dalle ultime pianificazioni», conclude Monteverdi, mentre per la carta seguita da Publishare il traguardo pubblicitario è sugli oltre 1,2 milioni.