Paolo Valentino, Corriere della Sera 5/7/2013, 5 luglio 2013
IL DISCO DELL’EX DI GROUPON: ROCK PER LAVORARE MEGLIO
NEW YORK — Ricordava il grande Fabrizio De Andrè, che la gente dà buoni consigli quando non può più dare il cattivo esempio. Ne sa qualcosa Andrew Mason, l’ex presidente e amministratore delegato di Groupon, azienda leader mondiale nel settore dei gruppi d’acquisto, che propone ai suoi clienti offerte giornaliere di sconti in qualsiasi genere di esercizi.
Mason era stato cacciato in febbraio dalla società di cui pure era stato uno dei fondatori, responsabile di una gestione senza qualità che l’ha trascinata in una grave situazione finanziaria, facendone anche crollare le quotazioni di Borsa. All’epoca, il manager aveva scritto una brutale e onesta lettera d’addio, ammettendo di essere stato licenziato per i pessimi risultati conseguiti.
Ora Mason, che aveva studiato musica alla prestigiosa Northwestern University di Evanston, in Illinois, ha pubblicato un album di soft-rock a scopo... educativo e motivazionale. I sette pezzi contenuti in Hardly Workin’ contengono infatti vere e proprie pillole di saggezza imprenditoriale. «Motivational business music», la definisce il nostro, secondo il quale l’album, disponibile su iTunes a 9,99 dollari e in streaming su Spotify, «riassume gli insegnamenti più importanti dei miei anni al vertice di una delle aziende cresciute più velocemente nella storia del capitalismo».
Mason è sicuro che manager, dirigenti intermedi ma anche semplici dipendenti possano trovare «suggerimenti importanti» nei suoi versi. Ma ammette anche che distribuire il cd sui tavoli d’ufficio non servirebbe a molto. Immagina piuttosto un uso collettivo della sua musica. «Per esempio si potrebbe provare a chiudere ogni riunione con le note di It’s up to us», dipende da noi, un pezzo che dice fra l’altro: «Abbiamo il cliente, la massa critica, la posizione di mercato». Peccato però che queste tre condizioni non siano bastate a Mason per risollevare le sorti di Groupon, che nel 2012 ha registrato perdite per 67,4 milioni di dollari. In ogni caso, l’uso collettivo della musica non suona molto originale, visto che già in Giappone negli anni Sessanta operai e impiegati andavano al lavoro cantando inni di fabbrica.
Il pezzo d’apertura, traduciamo liberamente, recita: «Se vuoi essere un buon imprenditore, non hai bisogno di un MBA, guarda alla bellezza che ci circonda ogni giorno». Morale: non andate alle business school. Segue un lead dal titolo «La mia porta è sempre aperta», chiaro riferimento alla necessità per ogni capo di essere disponibile verso i subalterni. Anche se la frase centrale suona un po’ paternalistica: «Ho bisogno tu venga da me, figliolo, quando c’è qualcosa di sbagliato».
Sul piano musicale, l’album di Mason è stato accolto senza troppi entusiasmi e in qualche caso con dileggio. Fortune lo ha definito «saccarina, un esempio del fatto che se uno ha i mezzi per fare una cosa, non significa debba farla per forza». Per il critico di TechCrunch, Hardly Workin’ è rock alternativo anni ’80: «Non posso dire se sia uno scherzo o meno, ma vi farà ridere, o con Mason o di lui». Più conciliante quello di Digits: «Una raccolta di canzoni interessanti, cantate in modo convincente. Un ascoltatore cui sfugge il testo, però, potrebbe non realizzare che lo scopo dell’album sia la motivazione imprenditoriale». Mason è «famoso per essere un burlone e sono abbastanza sicuro che nessuno che abbia rispetto per se stesso produrrebbe seriamente questo tipo di musica», recita un commento su iTunes, dove finora l’album ha avuto pochissime recensioni.
Ma Andrew Mason non si scompone: «Accetto le reazioni costruttive», ha scritto su Twitter.