Anna Zafesova, La Stampa 5/7/2013, 5 luglio 2013
STATO-CONTINENTE ZEPPO DI PETROLIO
Il Leader della nazione è al potere ininterrottamente dal 1989, e ha intenzione di rimanerci almeno fino al dicembre 2016, quando deciderà se farsi rieleggere con l’abituale 90% o, come suggerisce qualcuno, cedere il potere alla figlia Dariga. In ogni caso resterà il Primo presidente, carica inventata apposta per lui che gli dà (assieme alla famiglia) immunità totale e poteri speciali. Nursultan Nazarbayev a 72 anni, di cui 30 passati a fare il dirigente comunista e 24 il presidente di un Paese che prima di lui non esisteva, è forse il leader più atipico ad abitare le rovine dell’ex impero. Per alcuni è un khan moderno, oppure il «padrino» come l’ha definito nel suo libro-denuncia l’ex genero Rakhat Aliev, sospettato di aver trasferito sui suoi conti esteri almeno un miliardo di dollari di soldi del contribuente. Per altri è un leader saggio che ha trasformato il suo Paese in una «tigre» dell’Asia Centrale che prima della crisi cresceva al ritmo del 13% annuo, schivando le onde del nazionalismo, dell’islamismo e del tracollo economico. Ha costruito la nuova capitale Astana chiamando Kisho Kurokawa e Norman Foster a erigere nella gelida steppa torri e piramidi futuristiche. È stato contestato dall’Europa a ogni elezione, ma è forse l’unico a essere amico contemporaneamente dei russi, degli americani e dei cinesi, talento politico che gli aveva riconosciuto già Gorbaciov.
Non tutti probabilmente sarebbero capaci di indicare il Kazakhstan sulla mappa, anche se è grande quanto l’Europa occidentale, e farcito di petrolio (riserve stimate per 4 miliardi di tonnellate), gas, uranio (35% delle riserve mondiali), ferro, carbone, rame, oro, diamanti. Una ricchezza immensa per appena 15 milioni di persone.
Colonizzato dagli zar, Gulag dove Stalin deportava interi popoli, è stato usato da Mosca come poligono per le bombe atomiche e i lanci nello spazio. I russi fino a qualche anno fa erano la maggioranza, e da loro Nazarbayev - con un russo impeccabile e maniere europee - ha ereditato un Paese laicizzato con centrali atomiche, università, impianti metallurgici e missili nucleari. Sbarazzatosi subito degli ultimi, ha fatto buon uso del resto, con riforme di mercato accelerate che hanno permesso al Kazakhstan di essere il primo Paese postsovietico a ricevere un rating d’investimento internazionale.
Lo stesso riconoscimento stenta ad arrivare in politica, come dimostra anche il Kazakhgate, l’indagine Usa sulle tangenti delle multinazionali petrolifere ai funzionari di Astana alla quale George Clooney si è ispirato per «Syriana». Negli anni si sono moltiplicate le voci su conti esteri, yacht, diamanti e affari oscuri. Del resto, è ufficiale che la famiglia Nazarbaev sia la più ricca e potente del Paese: la seconda figlia del presidente Dinara e suo marito Timur, boss dell’industria petrolifera, vantano patrimoni di 1,3 miliardi di dollari ciascuno. La figlia maggiore, Dariga, ha solo 600 milioni, ma è molto più potente: ha diretto e posseduto imperi mediatici e banche, e guidato il partito del padre. Dopo il divorzio forzato con l’ex capo della guardia di Finanza implicato in oscure storie di sequestri, è stata ridimensionata e si è data al suo hobby preferito, il canto, esibendosi anche al Bolshoi di Mosca. Ma per molti resta la delfina designata del padre a ereditare l’azienda di famiglia.