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 2013  luglio 03 Mercoledì calendario

DA LETTA A GIOVANNINI, IL GOVERNO È MILITESENTE

Diciamo che anche dal punto di vista mimeti­co è un governo molto rappresentativo, superba espressione della società italia­na: su quindici ministri ma­schi, soltanto due hanno assol­to normalmente i famosi obbli­ghi di leva, quando gli obblighi erano obblighi. Due su quindi­ci: mai percentuale fu più preci­sa nell’esprimere i costumi na­zionali. Subito sull’attenti per gli ono­ri ai due valorosi: Flavio Zano­nato, ministro allo sviluppo economico, e Mario Mauro, per felice coincidenza oggi mi­nistro della Difesa ( su, non gua­sta: troppi ne abbiamo visti che non sanno di che parlano). Con­tattati da Oggi , che si è preso la briga di ricostruire le gesta mili­tari del nostro governo, i due soldati hanno esibito con orgo­glio il proprio tributo alla pa­tria. Zanonato: «Ero alpino, Car a Belluno e poi a Tarvisio». Mauro: «Caporal maggiore di fanteria nel reggimento Col di Lana».
Come avviene in tutti i settori dell’Italia civica, accanto ai ca­si normali che si ritrovano ecce­zionalissimi, c’è poi tutta la de­clinazione delle eccezioni che diventano normalità. È così con i permessi nelle Ztl, è così con le esenzioni dai ticket, è co­sì con le tessere omaggio negli stadi. E soprattutto era così con la naja, quando c’era.
Prima di fare il contrappello al governo militesente, e anche un po’ renitente,va però dato at­to a Moavero d’avere comun­que offerto un encomiabile ser­vizio: due anni nella Guardia di Finanza. «Dal ’77 al ’79, con il grado di tenente, ricevendo un encomio solenne».
Poi, gli altri. Ci addentriamo nel mondo ben noto dei nobili impedimenti, dei fisici cagione­voli, degli impegni familiari, in­somma nel famoso campiona­rio nostro delle rispettabili giu­stifiche, tutte al di sopra di ogni sospetto, che però portano sempre allo stesso risultato: sol­tanto due o tre su quindici alla fine vanno via lisci, avvertendo la fastidiosa sensazione di non essere gente abituata a fare semplicemente il proprio dove­re, ma gente sostanzialmente un po’ babbea.
Il capo? Enrico Letta allega certificato medico: «Riformato per una miopia fortissima, set­te gradi e mezzo, che poi ho cer­cato di correggere con un’ope­razione, senza riuscirci». Scar­tati per insufficiente costituzio­ne fisica anche Trigilia e Bray. Delrio invece era già padre di due dei nove figli, onestamente la sua trincea se l’era già scava­ta in casa.
Il battaglione degli obiettori di coscienza conta invece su tre uomini: Lupi, Orlando e Qua­gliariello. Quest’ultimo, in età di leva, era vicesegretario del Partito radicale, vale a dire de­gli antimilitaristi che nel ’72 ot­tennero la legalizzazione del­l’obiezione. Dobbiamo essere ragionevoli: adesso non gli si possono chiedere credenziali da caserma.
Niente naja anche per Sacco­manni, Giovannini e D’Alia, per motivi ancora tutti da rico­struire. E niente naja pure per Alfano, che subito dopo la lau­rea era già consigliere regiona­le in Sicilia e dunque militesen­te ( come noto, in Italia la politi­ca passa sopra qualunque co­sa, se invece capita d’essere ve­terinario, piastrellista o infer­miere non si vede il motivo).
Infine c’è il caso Franceschi­ni. Caso molto noto, dal giorno in cui Gianni Pennacchi gli die­de dell’imboscato. Caso emble­matico, forse il più emblemati­co di tutti. Il più intimamente italiano. A Franceschini nessu­no potrà mai dire di non avere assolto i suoi obblighi di leva. Assolti così. Già consigliere co­munale Dc da due anni, a Ferra­ra, la legge gli permetteva di fa­re il militare vicino a casa. Ar­ruolato nell’artiglieria contrae­rea, finì così per servire la Patria da centralinista, nel distretto militare della sua zona. Come raccontò Pennacchi, dormiva in caserma un giorno su sette.
Non un’eccezione, comun­que. I ragazzi d’oggi, accusati d’essere smidollati anche per­ché non fanno più la naja, devo­no saperlo: all’epoca,trovare la scorciatoia per evitarla era la re­gola. Raccomandazioni, finti certificati, buste sottobanco. Al­la fine, ad essere additato era chi tranquillamente aspettava la cartolina e partiva. Funziona così, nella terra degli imbosca­ti: il normale è eroe.