Gia. Gal., La Stampa 5/7/2013, 5 luglio 2013
SANTA SEDE IN UTILE PER DUE MILIONI MA NE PAGA CINQUE IN PIU’ DI IMU
Malgrado la crisi e i 5 milioni pagati in più per l’Imu sugli immobili ecclesiastici, i conti vaticani tornano in attivo. Lo Ior, il cui presidente Ernst von Freyberg è intervenuto per la prima volta alla riunione del Consiglio dei cardinali, ha offerto a sostegno della carità del Papa 50 milioni di euro, più altri cinque per vari fondi caritativi specifici (Amazzonia, monasteri di clausura, Chiesa dell’ex Urss, America Latina). Dunque, nonostante la nuova bufera giudiziaria che ha travolto i vertici della banca vaticana, oltretevere l’atmosfera è cambiata e migliorano il finanze dopo il pesante deficit dell’ultimo bilancio.
La situazione che emerge dai conti 2012, sottolinea il portavoce padre Federico Lombardi, mostra «bilanci in equilibrio, anzi positivi, nonostante la crisi, che comunque ha inciso, in particolare per quanto riguarda l’aspetto delle offerte».
Anche se la recessione fa sentire ancora i suoi effetti, incidendo in particolare sulla voce «offerte dei fedeli», l’oculata gestione delle spese e il miglioramento della rendita finanziaria permettono al Vaticano di invertire la tendenza e di chiudere l’anno in utile. Il bilancio consuntivo consolidato della Santa Sede per l’anno 2012, approvato dal competente Consiglio dei cardinali, segna un avanzo di 2,1 milioni di euro (per l’esattezza 2.185.622 euro), grazie soprattutto al buon rendimento della gestione finanziaria. L’anno passato, quindi, le entrate (pari a 250.660.000 euro) hanno nuovamente superato le uscite (248.474.000), mentre nell’esercizio precedente il consuntivo della Santa sede si era chiuso con un “rosso” di quasi 15 milioni di euro. Tra i capitoli di spesa più impegnativi, restano il costo del personale, pari a 2.823 unità, e i mezzi di comunicazione. E viene sottolineato positivamente come l’attivo si sia raggiunto nonostante il forte aumento delle tasse pagate all’Italia sugli immobili (Imu), aumentate di cinque milioni di euro rispetto al passato, da dieci a 15 milioni. In crescita, poi, l’utile del governatorato, che ha un’amministrazione autonoma e indipendente dai contributi della Santa Sede: il consuntivo 2012 si è chiuso con un attivo di 23.079.801 euro (pari alla differenza tra i 261.469.919 euro di entrate e i 238.390.118 euro di uscite), aumentato quindi di più di un milione rispetto a quello dell’anno precedente. I dipendenti del governatorato, nelle sue diverse amministrazioni, sono 1.936.
La crisi economica ha indebolito soprattutto il gettito delle offerte dei fedeli, nelle due sezioni dell’Obolo di San Pietro, passato da 69,7 milioni di dollari del 2011 a 65,9 milioni di dollari, e del “canone”, cioè dei contributi dalle diocesi di tutto il mondo, sceso da 32,1 milioni di dollari e 28,3 milioni, con un calo dell’11,91%. I cardinali del Consiglio per i problemi economici della Santa Sede hanno anche «incoraggiato la necessaria riforma finalizzata a ridurre i costi attraverso un’opera di semplificazione e razionalizzazione degli organismi esistenti, nonché una più attenta programmazione dell’attività di tutte le amministrazioni». Un elemento «in sintonia con l’aspetto generale della riforma della Curia, che ha prima di tutto un carattere apostolico, ma che non può non riguardare anche la gestione organizzativa». E anche l’intervento di Francesco, che ha fatto visita alla riunione del Consiglio, è stato rivolto proprio alla responsabilizzazione nell’impegno riguardante la gestione delle risorse.