Stefano Vecchia, Avvenire 5/7/2013, 5 luglio 2013
CINA, VIA ALLE VISITE FORZATE AI PARENTI
Da pochi giorni la ’pietà filiale’ è un obbligo di legge nella Repubblica popolare cinese. Con il nuovo provvedimento promulgato lunedì, la legge per i diritti degli anziani, i figli che non provvederanno «alle esigenze spirituali e materiali» dei genitori rischiano di finire sotto processo. Come sottolineato dal quotidiano China Daily , «la pietà filiale è considerata una virtù essenziale nella cultura tradizionale, abitualmente sottolinea il rispetto per i propri anziani e gli antenati e include comportarsi bene con i genitori e adempiere al dovere di averne cura». Il primo risultato concreto dell’applicazione della nuova legge si è registrato martedì, quando un tribunale della città di Wuxi, non lontana da Shanghai, ha ordinato a una donna di visitare la madre almeno una volta ogni due mesi. Era stata la stessa madre 77enne a denunciarla. Oltre all’obbligo di visita, la corte ha anche stabilito per la donna e il marito di fornire un sostegno finanziario. Una sentenza che sta suscitando un notevole dibattito interno alla società cinese, ma ancora prima di produrre effetti concreti, il documento aveva sollevato un’ondata di scetticismo e prese di posizione anche umoristiche sul Web. Nel testo della legge sono infatti tralasciati diversi dettagli importanti. Ad esempio, non è specificato con quale frequenza i figli dovrebbero visitare i genitori e a chi spetterebbe denunciare eventuali inadempienze. In ogni caso, quello dell’assistenza agli anziani sta diventando un problema sociale non secondario in un paese dove necessità crescenti e maggiore mobilità tendono a frammentare le famiglie. Sono 178 milioni gli ultra-sessantenni secondo il censimento 2010, destinati a raddoppiare entro il 2050.
Storie di solitudine e di maltrattamenti sono ampiamente riprese dai media e la necessità di provvedimenti di tutela è stata rilevata da molti. La nuova legge, tuttavia, va raccogliendo più critiche e perplessità che pareri favorevoli.