G. San, Corriere della Sera 3/7/2013, 3 luglio 2013
LA NAZIONALE E LA SINDROME DEI PERDENTI
PECHINO — L’ultima impresa in senso negativo è stata la sconfitta in casa 1-5 con la Thailandia. Ingiustificabile per la nazionale cinese di calcio, tenendo anche conto che gli avversari schieravano la Under 21. Guidati dal tecnico spagnolo Antonio Camacho, i rossi quest’anno sono stati eliminati dai Mondiali 2014, hanno perso anche con l’Uzbekistan, sono riusciti a battere solo il povero Iraq, costretto a giocare in campo neutro, ridotti in 10 da un’espulsione. E il gol cinese è venuto durante i minuti di recupero.
Eppure la squadra costa più del Brasile: Camacho si porta a casa 11 (undici) milioni di dollari a stagione. Bisognerebbe dire si portava, perché finalmente, dopo l’ultima vergogna, lo hanno cacciato. Ma gli sprovveduti dirigenti della Federcalcio di Pechino avevano firmato con lo spagnolo un contratto assurdo, non rendendosi conto di essersi impegnati anche a pagare le tasse al posto suo. E ora Camacho pretende di ricevere il resto del bottino: 9 milioni di euro. La trattativa per uno sconto è in corso.
Sta diventando uno psicodramma nazionalpopolare. Sul web i tifosi sono indignati (e grevi): «Abbiamo perso con la Thailandia, 65 milioni di abitanti, per un quarto militari, per un quarto monaci, un quarto trans e solo il resto utile per il vivaio calcistico». Ma il dibattito è in corso anche sulla stampa. Che si chiede se non sia colpa dei sussidi statali, l’analisi è che il sistema è corrotto e inefficiente, una metafora di come non si debbono gestire le imprese sportive (ed economiche), con immissione infinita di denaro e nessun progetto.
Qualche commentatore scrive che i cinesi, semplicemente, non sono fisicamente e psicologicamente tagliati per il pallone. Ma fa molto male all’orgoglio vedere che il Giappone, i cui giocatori dovrebbero avere caratteristiche simili, gioca bene e ha perso onorevolmente con l’Italia in Brasile.
Nonostante le molte delusioni con i tecnici stranieri (prima di Camacho ci sono stati l’olandese Riekerinik per la giovanile e il croato Blazevic per le Olimpiadi 2008, tutti esonerati e strapagati), il sogno resta Marcello Lippi. Il tecnico azzurro allena in Cina da due stagioni e ha guidato il Guangzhou Evergrande allo scudetto. Si vedrà.
In questo panorama deprimente, però un trionfo inatteso c’è stato: nella RoboCup di Eindhoven, mondiale per squadre di robot umanoidi. Nella categoria Middle Size i robot cinesi hanno vinto la coppa del mondo battendo l’Olanda in finale. I dirigenti del calcio robotizzato hanno un sogno: perfezionare le loro marionette computerizzate e farle giocare contro una squadra in carne e ossa. Dicono che potrebbe succedere nel 2050. I cinesi quindi possono sperare? C’è un problema: i giocatori della RoboCup pare siano made in Japan.