Simone Canettieri, Il Messaggero 3/7/2013, 3 luglio 2013
IL RAGIONIERE CHE FA LE PULCI AI CONTI 5 STELLE: «MI CHIAMANO PURE DI NOTTE»
Le ha spulciate tutte. Una a una. Ristoranti, hotel, locali. «Ma nelle rendicontazioni delle diarie dei nostri parlamentari non mi sembra che ci siano tracce di Dolce vita. Magari qualche cena nei locali del centro, ma sono cifre irrilevanti». La rivoluzione degli scontrini del M5S passa dallo studio di un commercialista di Tarquinia, Danilo Puliani, 41 anni, grillino della prima ora. Subito dopo le elezioni, è stato chiamato dallo staff per compilare le buste paga dei parlamentari pentastellati. A lui il compito - delicatissimo per gli assetti mediatici del ”non partito” - di visionare le fatture delle diarie e gli esatti importi delle indennità dei parlamentari. Beppe lo chiama «il dottor cedolini».
Puliani, visto i continui rinvii del Restitution Day è stato così difficile per i vostri parlamentari rispettare gli ordini di scuderia?
«In questi mesi i ragazzi mi hanno cercato anche di notte per avere lumi sui rimborsi da restituire è vero. Non era semplice anche per via della legislazione corrente. Non mi sono impazzito, ma di sicuro è stato un lavorone anche perché tutti i parlamentari hanno il fiato sul collo dell’opinione pubblica».
A quanto ammonta la prima trance che i ”cittadini” ridaranno indietro?
«Abbiamo preso in considerazione i primi tre mesi in Parlamento del M5S (marzo, aprile, maggio) che porteranno a una restituzione di circa un milione di euro. Ma a divulgare la cifra esatta ci penserà lo Staff. Posso dire che questi fondi andranno in un conto creato dallo Stato per l’abbattimento dell’enorme debito pubblico italiano».
Dalle cartelle che lei ha in mano quanti sono stati finora i furbetti?
«Eccetto i sette fuoriusciti, tutti gli altri hanno rispettato le regole del M5S firmate al momento dell’accettazione della candidatura. Tra i senatori nessun problema, alla Camera siamo intorno al 98% . Anzi, a dire il vero anche Adriano Zaccagnini, l’ultimo dei dissidenti, prima di andarsene ha regolato i conti con la diaria».
Come funziona il meccanismo della restituzione degli stipendi dei parlamentari grillini?
«A grandi linee l’indennità, pari a circa 10.5000 euro al mese lorde, è stata dimezzata a tutti, discorso diverso per le diarie».
Cioè?
«Per le spese, il Parlamento fissa un rimborso forfettario di 7.200 euro mensili. Una voce dentro alla quale va a finire di tutto: dagli affitti fino ai collaboratori. E qui sono emerse le discrepanze. Mi spiego: è naturale che un parlamentare di Palermo abbia spese diverse rispetto a uno di Roma. In linea di massima, però, i nostri hanno restituito più del 50% della diaria».
Dalle fatture in suo possesso quindi non c’è nemmeno un rimborso per una cena in un ristorante cool della Capitale? «Ora non mi ricordo, ma stiamo parlando, se ci fossero, di cifre ridicole. Vito Crimi ancora divide la stanza dell’hotel con un collaboratore. L’altra sera siamo stati a una riunione in commissione fino alle 22 poi tutti a mangiare un tramezzino. Non capisco il perché di questo accanimento: vorrei sapere quanti sono i parlamentare che lavorano 13 ore al giorno, tra Aula e commissioni, per guadagnare 2.500 euro netti al mese?».
Simone Canettieri