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 2013  luglio 03 Mercoledì calendario

STAMINA, PLAGIO E DATI FALSI

Un plagio e un falso. Questo è secondo «Nature» il «metodo Stamina» che promette di curare gravissime malattie neurologiche. «Nature» va all’attacco della controversa terapia propugnata da Davide Vannoni. Una terapia fin dall’inizio contestata dalla comunità scientifica, perseguita penalmente dal magistrato Raffaele Guariniello, disperatamente reclamata dalle famiglie di bambini malati.
E poi concessa in via compassionevole dall’Ospedale di Brescia e infine, a furor di popolo, ammessa alla sperimentazione dal ministro Balduzzi del governo Monti. Decisione pochi giorni fa confermata dal ministro Lorenzin del governo Letta. Tre milioni di euro che i ricercatori ritengono gettati dalla finestra.
E’ la seconda volta in tre mesi che «Nature» va all’attacco del metodo Stamina. La prima risale alla fine di marzo. Allora si trattò di un articolo di Alison Abbott che dava la rappresentazione di una Italia con poca cultura scientifica e molta demagogia. Era quasi giornalismo di costume. Campeggiava la foto di una ragazza bionda a seno nudo con la scritta «Sì alla vita». Adesso è arrivato l’affondo. La documentazione scientifica presentata da Davide Vannoni per ottenere negli Stati Uniti il brevetto (negato) della cura sarebbe stata costruita con una fotografia rubata da un articolo pubblicato nel 2003 da una ricercatrice russa. Mostra neuroni che sarebbero derivati dalla trasformazione di staminali del midollo osseo. Altro falso. Non è così. Finora nella letteratura scientifica internazionale questa trasformazione non è mai stata provata, mentre è vero che dal midollo osseo sono state ottenute cellule di ossa, cartilagine e pelle. Parola di Elena Cattaneo, ricercatrice di fama internazionale, pioniera degli studi sulle staminali.
Chi ha qualche anno e buona memoria prova un’impressione di déjà-vu. Nel 1997 scoppiava il caso Di Bella: una cura per il cancro che sembrava fare miracoli proposta da un oscuro professore dell’Università di Modena. Non aveva alcun fondamento scientifico. Ma anche allora finì in demagogia. E in talk show condotti da Bruno Vespa e Maurizio Costanzo, con Di Bella nella parte dell’eroe solitario, vittima di una «oncologia ufficiale» interessata e oscurantista. Finché, anche allora, il ministro della Sanità (all’epoca era Rosy Bindi) cedette sotto la pressione delle piazze e partì una sperimentazione, che ovviamente diede risultati negativi. Ma intanto si erano sprecati soldi pubblici e, soprattutto, furono curati con acqua fresca malati che forse sarebbero guariti grazie a farmaci già ben validati.
Di Bella era in buona fede, cosa che forse non si può dire di chi lo circondava. Ho conosciuto Vannoni ben prima del caso stamina, e so che tutto nasce da una sua esperienza personale. Non è medico, è psicologo con interessi sociologici. Anche qui, buona fede, almeno come punto di partenza. Ma i cittadini si domandano perché nel nostro Paese questioni che dovrebbero essere risolte su base razionale debbano diventare psicodrammi collettivi.
Il problema è forse nel meccanismo stesso della comunicazione. Troppo spesso in Italia invece di far parlare dati scientifici condivisi dalla comunità scientifica si imbocca la strada sdrucciolevole dei sentimenti, delle opinioni e infine della demagogia. Quale argomento razionale è sostenibile di fronte a una bella ragazza a seno nudo con la scritta «Sì alla vita?».
Il fatto è che non bisognerebbe arrivare lì. In un Paese con una cultura scientifica un po’ migliore di quella che abbiamo in Italia, non ci si arriverebbe. I medici saprebbero parlare all’intelligenza dei malati e dei loro pazienti prima e meglio dei profittatori. I giornalisti non farebbero spettacolo di drammi umani. Cervello e pancia non si mescolerebbero. Certo è difficile rivolgersi a genitori di bambini condannati a una fine terribile dalla malattia di Niemann-Pick. La disperazione non ragiona. Ma chi specula su quella disperazione dovrebbe trovarsi isolato. Invece c’è chi è pronto a mettere in scena l’eterno canovaccio: buoni e deboli contro cattivi e potenti, il genio incompreso contro l’ottusità del potere medico. Tre milioni di euro sprecati nella sperimentazione sono il prezzo di qualche sciagurato risparmio nell’istruzione pubblica.