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 2013  luglio 01 Lunedì calendario

CROLLA L’ORO, ECCO CHI GUADAGNA

Il prezzo dell’oro, che ha chiu­so il primo semestre 2013 a quo­ta 1.192 dollari l’oncia, ha perso il 27% del suo valore dall’inizio dell’anno, e il 37% dai massimi del settembre 2011. Sono in mol­ti a chiedersi se sia il momento di investire o se sia meglio aspetta­re una stabilizzazione prima di prendere qualsiasi decisione.
Nel frattempo vale la pena ri­percorrere l’iter che ha portato a questo crollo e annotare i commenti degli esperti del settore nonché degli analisti finanziari.
Che cosa è successo
La prima spallata al prezzo dell’oro è stata data lo scorso 12 aprile: quel giorno un’impor­tante banca d’affari (potrebbe essere stata Merrill Lynch) ha emesso due ordini di vendita al­lo scoperto dell’oro (cioè pun­tando al ribasso del prezzo) per complessive 500 tonnellate (l’equivalente del 17% circa del­la ­produzione mondiale del me­tallo giallo): il prezzo è precipita­to dell’8% (13% considerando anche il successivo lunedì), fa­cendo scattare i programmi computerizzati d’investimento che, a loro volta, vendono oro non appena il prezzo scende ra­pidamente sotto una certa so­glia.
Il secondo colpo è arrivato nel­la terza settimana di giugno, in occasione delle dichiarazioni di Ben Bernanke, presidente delle Fed (la Banca centrale americana), il quale ha fatto ca­pire che l’allentamento quanti­tativo (cioè l’enorme liquidità con la quale le stessa Fed sta acquistando titoli di Stato ameri­cani e obbligazioni garantite da mutui) potrebbe concludersi prima del previsto se i dati eco­nomici e sociali dell’economia Usa continuassero a migliora­re: la speculazione finanziaria ne ha approfittato per dare una seconda spallata alle quotazioni dell’oro, che hanno chiuso il mese di giugno sotto i 1.200 dol­lari l’oncia.
Il parere dell’esperto
Secondo Riccardo Andriolo, presidente e amministratore delegato di Banco metalli preziosi da investimento (Bmpi), si tratta di una correzione speculativa, guidata dalle grandi banche d’af­fari internazionali che avevano posizioni ribassiste in oro: a que­sti prezzi possono ora consegna­re l’oro fisico ai richiedenti (Etf ed Etc) a minor costo e senza pro­blemi.
Da notare, peraltro, che i pri­mi Etf ed Etc, specializzati sull’oro, a liquidare una parte degli attivi, sono stati quelli australia­ni che fanno capo alle grandi banche del Paese e che, attraver­so i profitti incassati dalla vendi­ta, hanno coperto le perdite del­la loro attività di banca commer­ciale. Intanto, a dimostrazione che sembrerebbe proprio la speculazione il vero responsabile di questo tracollo dell’oro, prose­gue senza sosta la domanda di oro fisico da parte delle Banche centrali, soprattutto di quelle dei Paesi emergenti, per incre­mentare le proprie riserve nazio­nali. Ma c’è di più.
Secondo fonti ben informate, uno dei principali operatori in­ternazionali per la lavorazione dei metalli preziosi ha ricevuto, in queste ultime settimane, in­genti prenotazioni di lingotti da un chilogrammo in su (di solito richiesti da grandi banche e inve­stitori istituzionali e non certo da piccoli risparmiatori) al pun­to che i suoi tempi di consegna sono balzati da 15/20 giorni fino a 2-3 mesi.
D’altronde, le attuali quotazio­ni del­l’oro risultano paradossal­mente inferiori alla soglia (1.250 dollari l’oncia) che i più ritengo­no sia il livello minimo di econo­micità per l’estrazione di oro; in altri termini, sotto tale valore, il costo sopportato dalle miniere per la produzione dell’oro è mediamente superiore alla quota­zione del metallo giallo.
Le previsioni degli analisti
Ma cosa ne pensano gli anali­sti finanziari specializzati sul mercato dell’oro? Il Credit Suis­se Research, in un report dello scorso 28 giugno, sintetizza in un «Troppo presto per diventa­re positivi sull’oro», e stima che nei prossimi 3 mesi ci possa es­sere un trend ancora in calo che potrebbe portare a toccare quo­ta 1.150 dollari l’oncia, e una stabilizzazione nei prossimi 12 me­si a quota 1.250 dollari l’oncia.
Gli esperti di Morgan Stanley Research, invece, prevedono un prezzo di 1.475 dollari l’on­cia entro la fine dell’anno per il metallo giallo, con i prossimi tre mesi ancora piuttosto balle­rini.
Infine, per Barclays commo­dity research, le quotazioni dell’oro potrebbero risalire a 1.450 dollari l’oncia entro il terzo tri­mestre di quest’anno, per tocca­re quota 1.500 entro fine 2013.