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 2013  giugno 30 Domenica calendario

VI RACCONTO MARGHERITA LA MIA CARISSIMA NEMICA

Il più bel ricordo che ho di Margherita Hack è quando a Siena mi disse che preferiva il Nulla. Eravamo entrambi ospi­ti dell’Arcivescovo di Siena, mon­signor Gaetano Bonicelli, che aveva deciso di dar vita a una se­rie di incontri tra scienziati, uno credente e l’altro ateo. La serie veniva aperta da noi due. La Chiesa Universitaria era stracol­ma. Attacca lei e spiega i motivi per cui non poteva credere in Dio. Nel mio intervento spiego i motivi per cui io credevo (e cre­do) in Dio.
Ed ecco come viene fuori il Nul­la. Il messaggio che viene dalla Scienza - dicevo e dico- è che esi­ste una Logica Rigorosa cui il mon­do deve obbedire, dall’univer­so subnucleare all’universo fat­to con stelle e galassie. La professoressa Hack lavora studian­do l’universo fatto con stelle e galassie. Io lavoro invece stu­diando l’universo subnucleare, le cui leggi e regolarità sono necessarie per capire che cos’è una stella. E infatti il mistero del Sole ha resistito fino a quando - ­a metà degli anni ’40 del secolo scorso - non è stato capito che cos’è una stella.
Se l’uomo avesse continuato a osservare sempre meglio le stelle, ancor oggi non saprem­mo che cos’è una stella. La luce che emette il nostro sole è un fe­nomeno che avviene sulla superficie di una stella. Perché non si spegne né esplode ce lo dicono le leggi dell’universo su­bnucleare. Il sole è infatti una candela a fusione nucleare. Non si spegne in quanto ha una valvola di sicurezza perfetta. Questa valvola è la cosiddetta carica debole (da non confon­dere con la carica elettrica) la cui prima misura di alta preci­sione è stata fatta al Cern dal mio gruppo. La candela nuclea­re non esplode in quanto essa si raffredda perfettamente emettendo neutrini. Il sole brilla più di neutrini che di luce. Che do­vessero esistere i neutrini non lo aveva capito nessuno fino a metà del secolo scorso. Adesso, grazie ai lavori fatti con la mac­china del Cern (Lep), è fuori di­scussione che esistono tre tipi di neutrini. Il fisico che ha pro­posto l’esistenza del terzo tipo di neutrini facendo i primi espe­rimenti al Cern è colui che dice all’amica Hack: se l’universo su­bnucleare non fosse retto da una logica rigorosa io sarei di­soccupato. Non saprei cosa fa­re domani. Né avrei mai potuto far niente nella mia carriera di fi­sico impegnato a decifrare la lo­gica scritta nel libro della natu­ra. Se c’è una logica deve esser­ci un Autore. Ecco perché io cre­do in Colui che ha fatto il Mon­do. L’ateismo nega l’esistenza dell’Autore. Negare l’esistenza di questa logica corrisponde a negare l’esistenza della Scienza. L’ateismo non sa dimostra­re com’è possibile l’esistenza di una logica senza che ci sia Co­lu­i che di questa logica è l’Auto­re. Ecco perché io dico che l’ateismo non è atto di ragione ma di fede nel Nulla.
A questo punto Margherita chiede il microfono all’arcive­scovo e dice: «Sono d’accordo con ciò che ha detto il professo­re Zichichi. Io, Margherita Hack, preferisco l’atto di fede nel Nulla all’atto di ragione che mi porterebbe a credere in Dio». In molte occasioni ho cita­to come esemp­io di onestà intel­lettuale questa affermazione di Margherita Hack. Iddio solo sa quanto ci sia oggi bisogno di onestà intellettuale.
La crisi di questi anni porta al­la mia memoria i tempi della Guerra Fredda. Ci legava l’uto­pia di una Scienza senza segreti e senza frontiere. C’è un solo modo perché questa utopia possa diventare realtà: chiude­re i laboratori segreti. A metà de­gli anni Ottanta, avvenne a Gi­nevra un evento senza prece­denti, Margherita Hack mi tele­fonò dicendo che era felice per quanto aveva appreso. A Gine­vra, Reagan e Gorbachev si im­pegnavano a smantellare i labo­ratori segreti. I capi delle due su­perpotenze avevano tradotto in un’azione concreta quanto sostenuto nel Manifesto di Erice. La Cultura dominante accu­sava noi scienziati di essere i ve­ri responsabili del pianeta im­bottito con bombe nucleari, no­nostante il Manifesto di Erice fosse stato firmato da diecimila scienziati di 115 nazioni.
Margherita Hack era con noi nel sostenere che le grandi con­qui­ste della Scienza e le conseguenti invenzioni tecnologi­che posso­no dar vita a tecnolo­gie interamente dedicate al be­nessere e al progresso civile e sociale soltanto se si smantella­no i laboratori che lavorano a porte chiuse. Bisogna distin­guere nettamente la Scienza dalla Tecnica. Noi scienziati abbiamo la responsabilità del­le scoperte scientifiche. La re­sponsabilità di privilegiare le invenzioni tecnologiche peri­colose per la vita e il rispetto dei valori su cui si fonda una so­cietà libera, democratica e civi­le, è del potere politico ed eco­nomico. Affinché le scoperte scientifiche siano interamen­te dedicate al benessere e al progresso civile e sociale è ne­cessario che l’utopia della scienza senza segreti e senza frontiere diventi realtà.
Margherita Hack è un esem­pio di onestà intellettuale e di forte impegno per la più civile delle battaglie culturali: scien­za senza segreti e né frontiere.