Pietro Veronese, la Repubblica 30/6/2013, 30 giugno 2013
SE LA FAMIGLIA APPROFITTA DEL “BRAND” LITIGI E BUSINESS AL CAPEZZALE DI MADIBA
Nelle stesse ore in cui, giovedì, la maggiore delle figlie viventi di Nelson Mandela, Makaziwe, definiva «avvoltoi» i media internazionali per come seguivano la degenza di suo padre all’ospedale, e in cui il maggiore dei suoi nipoti, Mandla, faceva smentire le voci di dissapori in seno alla famiglia, il giovane avvocato Wesley Hayes presentava un’istanza urgente al tribunale di Mthatha, nella provincia dell’Eastern Cape. L’istanza era firmata da sedici membri della famiglia Mandela, a cominciare dalla stessa Makaziwe e dalla seconda delle figlie, Zenani. Il bersaglio era Mandla e la sua decisione, presa due anni fa, in qualità di capo del clan e di maggiore degli eredi maschi, senza aver consultato gli altri familiari, di spostare la sepoltura di alcuni parenti da Qunu a Mvezo.
È una questione molto delicata, molto intima, che riguarda da vicino l’anziano Madiba, sospeso tra la vita e la morte nel suo letto d’ospedale a Pretoria. Mvezo è il villaggio dove è nato, e anche la sede atavica del clan, ma dal quale molto presto si trasferì a Qunu. Lì Mandela è cresciuto, conservando un ricordo dolcissimo della sua infanzia, e lì vuole essere sepolto. Mandla, però, che ha giurisdizione clanica su Mvezo, ha fatto trasferire là i resti dei tre figli di Mandela morti prematuramente, tra cui suo padre Makgatho, morto di Aids nel 2005. Di qui il dilemma che la sua decisione ha creato e che ha unito la famiglia contro di lui: seppellire Madiba, quando verrà il momento, nel luogo dove avrebbe desiderato, oppure vicino ai suoi figli.
A quanto scrivono i giornali, il tribunale ha ordinato al nipote di ritrasferire le sepolture a Qunu, accogliendo la volontà degli altri familiari. È la soluzione che appare più giusta, ma al prezzo di una sconfessione da parte delle zie di colui che vorrebbe apparire come il nuovo capo del clan. Per i media sudafricani, che ne vanno ghiotti, è soltanto l’ultimo episodio in una saga familiare che ha visto spesso figlie e nipoti litigare e tirare in ballo gli avvocati, quasi sempre per questioni di affari legati al nome del nonno, di cui hanno in vario modo approfittato come di un promettente brand. Il clan infatti gode nel Paese di uno status del tutto analogo a quello delle celebrities del mondo dello spettacolo. Non c’è bega che non venga riferita; e purtroppo ce ne sono molte. Totalmente estranea a queste vicende è l’attuale consorte di Madiba, la terza moglie Graça.
All’origine c’è la distanza tra le due famiglie Mandela, quella del primo matrimonio con Evelyn Ntoko Mase, della quale sopravvive solo la sessantenne Makaziwe, e quella del secondo, con Winnie Madikizela, madre di Zenani e Zindzi. All’epoca delle grandi rivolte degli anni Ottanta che prepararono la fine dell’apartheid, quando Mandela era ancora in prigione, Winnie era una star mediatica, la “madre della nazione”, e l’altra famiglia era completamente nell’ombra. Poi, negli anni Novanta, vennero alla luce del sole le numerose malefatte di Winnie, Nelson finì per divorziare da lei mentre si apprestava a diventare il primo capo dello Stato del nuovo Sudafrica. Alla cerimonia del giuramento, nel ruolo di first lady c’era Zenani, che all’epoca viveva negli Stati Uniti e di cui si sapeva che si era da tempo allontanata dalla madre.
Negli anni successivi, grazie all’aura sempre più luminosa che circondava Mandela, le famiglia si è lentamente ricomposta, ma i dissapori sono rimasti, e si rifanno acuti soprattutto quando si avvicinano i compleanni importanti di Madiba, che molti familiari vedono come occasioni di business. Per il novantacinquesimo, ad esempio, che cade il prossimo 18 luglio, due nipoti della prima famiglia, Ndaba e Kweku, hanno organizzato un torneo di boxe in un casinò di Monaco. Stessa cosa tentò due anni fa Zindzi a Soweto, ma il progetto collassò. Per il novantesimo, invece, fu Makaziwe a organizzare una gran festa nella terra natale, durante la quale voleva lanciare l’etichetta vinicola “House of Mandela”. La seconda famiglia rifiutò di andare, racconta un biografo.
Swati e Zaziwe, figlie di Zenani (attuale ambasciatrice del Sudafrica in Argentina), hanno invece una linea di abbigliamento chiamata LWTF dalle iniziali del titolo dell’autobiografia di Mandela, Long Walk to Freedom. E saranno protagoniste di un reality tv intitolato Being Mandela, altro motivo di dissapori nel clan. La decisione sul luogo della futura sepoltura di Madiba sembrerebbe avere invece paradossalmente unito le due famiglie, in un’alleanza trasversale di cui ha fatto le spese il trentanovenne Mandla.