Rossella Cadeo, Il Sole 24 Ore 1/7/2013, 1 luglio 2013
PUNTI AL TOP PER 5 MILIONI DI PATENTI
Jackpot per quasi cinque milioni di licenze di guida. Sono quelle (su oltre 37 milioni attive) che non hanno mai subìto decurtazioni e che – a colpi di due bonus al biennio – stanno arrivando al punteggio massimo: 30 crediti. La patente a punti, introdotta nel luglio 2003 (Dl 151/2003 modificato dalla legge 214/03) compie infatti oggi dieci anni e i conducenti che non hanno mai subìto tagli hanno raggiunto il top.
Quanto abbia giocato la fortuna (di aver evitato multe con penalità) e quanto invece i comportamenti virtuosi non è dato saperlo. Resta il fatto che «il meccanismo della patente a punti nel complesso può considerarsi una misura largamente positiva – spiega Sergio Dondolini, direttore generale della Direzione per la sicurezza stradale del ministero Infrastrutture e Trasporti –. Ha segnato la transizione da una fase in cui la licenza di guida non veniva messa in discussione a una fase in cui va "conquistata" giorno per giorno. Già nei primi mesi di applicazione gli incidenti registravano una regressione. E oggi, grazie anche a misure normative e alla maggiore diffusione dei controlli soprattutto sui comportamenti più a rischio, la mortalità sulle strade si è quasi dimezzata: da quasi 7mila vittime del 2002 a 3.650».
Ma i dati forniti dal Ced del ministero offrono ulteriori spunti di riflessione su questi dieci anni di italiani al volante. Complessivamente si sono persi quasi 88 milioni di crediti dall’estate 2003 al maggio 2013: poiché le patenti attive sono 37,6 milioni, si ha una media di 2,3 detrazioni per conducente. Ventun milioni invece le infrazioni con penalità commesse nello stesso periodo (0,6 per conducente). Oltre tre quarti dei punti sono stati sottratti agli uomini, un fenomeno – osserva Dondolini – che si spiega anche con la minore percorrenza e la maggiore prudenza in generale attribuibili alle donne. Stessa tesi valida se si guarda il bilancio per fasce d’età: il 46% dei tagli ha coinvolto i guidatori dai 25 ai 44 anni (il 38% del totale). E fino ai 44 anni la concentrazione dei tagli supera quella delle patenti attive. Dalla fascia successiva il rapporto s’inverte e raggiunge il punto più basso negli over 70: sono l’11% dei conducenti, ma hanno accumulato solo il 5,5% delle detrazioni nel decennio. Anche i punti detratti per guidatore sono inversamente proporzionali all’età: si va da quota 6,6 per i più giovani (ma sui neopatentati le decurtazioni nei primi tre anni "pesano" il doppio) a 1,2 per i più anziani.
A livello territoriale i più colpiti sono i patentati di Emilia-Romagna e Toscana: a Bologna, Ferrara, Modena, Rovigo (unica "estranea"), Ravenna, Prato, Forlì e Firenze oltre 300 i punti persi ogni cento patenti. I meno penalizzati risiedono invece nelle nuove province della Sardegna, ad Avellino e Benevento (tutti sotto quota 150). Una mappa che trova una spiegazione nei comportamenti più o meno rispettosi delle regole, ma anche nel diverso grado di capillarità ed efficacia dei controlli: è cosa nota – osservano dal ministero – come l’uso del casco abbia raggiunto percentuali molto alte nel Nord e nel Centro, mentre è a livelli molto bassi in alcune aree del Mezzogiorno. Eppure Napoli - per citare una provincia del Sud spesso ai vertici negativi delle classifiche – è sotto la media come punti persi nel decennio (230 per cento patenti contro 232) e addirittura sotto (50 contro 56, vicina a Bolzano) se si considerano le infrazioni per cento patenti.
In ogni caso dire addio a tutta la dote e dover rifare gli esami non è poi così frequente: 170mila gli azzeramenti dal 2003. Tanto che le iscrizioni ai corsi di recupero segnano il passo: solo 300mila e in calo costante (da 55mila del 2003 a 17mila nel 2012). Del resto, dopo due anni di guida senza infrazioni con penalità il punteggio si ripristina per intero.