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 2013  luglio 02 Martedì calendario

L’ultimatum dell’esercito al presidente egiziano Morsi è l’ultimo passo verso l’isolamento politico completo del suo governo

L’ultimatum dell’esercito al presidente egiziano Morsi è l’ultimo passo verso l’isolamento politico completo del suo governo. Oltre al nuovo vigore delle forze laiche del Paese, unite come non mai nel loro «no», colpisce l’isolamento nei confronti delle altre forze islamiche. I pochi sostenitori della Fratellanza Musulmana che si erano dati appuntamento nei giorni scorsi presso la moschea di Rabaa al-Adawiyya non hanno potuto nulla contro i milioni nelle piazze di tutte le città. E poco possono davanti ai silenzi tattici dei salafiti e alle posizioni equidistanti e attendiste dell’Azhar, la più importante Università del mondo islamico, con sede al Cairo. Il largo fronte di forze religiose uscite dalle elezioni mostra ora più che mai la sua avversione verso le scelte di un presidente come Morsi che non ha voluto né saputo allargare il suo consenso. I salafiti da tempo lavorano a logorare il governo, ne contestano scelte egemoniche nelle nomine governative e ne minano a vari livelli la legittimità religiosa. Attaccano la costituzione proprio sul versante islamico, si proclamano da un lato neutrali nelle componenti che si riconoscono nel partito al-Nour, mentre attaccano e creano imbarazzi al governo con azioni isolate ma dirompenti. Il caso degli sciiti uccisi una settimana fa ha messo a nudo l’inazione governativa, anche davanti all’Iran che ha prontamente protestato, ma ha soprattutto mostrato ancora una volta le insidie delle predicazioni salafite. E non solo: ha anche lasciato al-Azhar sola nella reazione di condanna. Blandita da un ruolo religioso mai così ufficializzato e in fondo forse neppure cercato nella nuova Costituzione, al-Azhar non ha mai mancato di marcare la propria indipendenza e comunque di non considerarsi alleata per forza della Fratellanza Musulmana. Sospetta il governo di essere accondiscendente con i salafiti, senza essere ricambiato, e denuncia una situazione sociale in deterioramento che non è per nulla garantita dalla Fratellanza Musulmana. E alla fine, la sensazione netta è che né al-Azhar né i salafiti sembrano più disposti a credere nel futuro di un governo Morsi e neppure che questa breve esperienza sia da difendere da un punto di vista islamico. Roberto Tottoli