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 2013  luglio 02 Martedì calendario

CHIARELETTERE, UTILE GRAZIE AL FATTO

Uno potrebbe pensare che la casa editrice Chiarelettere abbia bilanci molto floridi e grondanti utili, sulla scia dei successi di Gianluigi Nuzzi, Riccardo Iacona, Antonio Ingroia, e con autori come Marco Travaglio e co. Invece anche i suoi amministratori, nella relazione sulla gestione 2012, devono ammettere, sottovoce, che senza i 480 mila euro di dividendi distribuiti dal Fatto Quotidiano (di cui Chiarelettere controlla il 16,26%), i conti della società sarebbero in rosso.
Chiarelettere, nata nel 2007, è controllata al 49% dal gruppo editoriale Mauri Spagnol, al 30% dall’editore Lorenzo Fazio, e, tra gli altri, al 15% da Guido Roberto Vitale.
I ricavi per vendite erano a quota 3,6 milioni di euro nel 2010 (332 mila euro di utili), per poi scendere a 3 milioni nel 2011 (383 mila euro di utili) e a 2,6 mln nel 2012 (179 mila euro di utili). Come si può notare, senza i 480 mila euro di proventi da dividendi, gli utili della casa editrice sarebbero sempre diventati perdite. C’è preoccupazione, in particolare, per l’esercizio 2013, quando verranno meno i dividendi del Fatto, che nel 2012 non ha prodotto molto utile (753 mila euro complessivi, rispetto ai 4,5 mln del 2011).
Chiarelettere, comunque, ha dovuto affrontare un 2012 «particolarmente difficile, nel quale alla crisi del mercato libri (-8%) e della saggistica (-12,6%) si sono uniti gli effetti dello slittamento di un paio di titoli che hanno fatto venir meno una parte del fatturato previsto».
C’è stato il successo di Nuzzi con Sua Santità, secondo saggio più venduto in Italia nel 2012, dietro solo al libro di Papa Ratzinger. Ma questo boom non ha sopperito alle mancate entrate fissate nel budget di Chiarelettere, con un calo del 12,1% dei ricavi netti rispetto al 2011.
Oltre a Nuzzi, sono andati piuttosto bene i saggi di Iacona (Se questi sono uomini) e di Ingroia (Io so), così come gli instant book. Chiarelettere ha pure provato a diversificare, con nuove iniziative un po’ più staccate dall’attualità, dalle inchieste su temi caldi. Tuttavia questi libri a bassa foliazione hanno avuto uno scarso successo, e si è quindi deciso di chiudere la collana. Migliori soddisfazioni sono invece arrivate sul fronte degli e-book: i ricavi si sono quintuplicati rispetto al 2011, e nel 2012 pesano già per il 3% sul totale vendite. Il titolo digitale di maggior impatto è stato Tutti a casa di Travaglio.
Il 2013 della casa editrice è iniziato col botto: le dimissioni del Papa, le elezioni politiche e l’affermazione del M5S hanno portato a ristampe di Vaticano spa e di Sua Santità (di Nuzzi), dei titoli di Iacona e Ingroia, e a un interessante risultato di vendite per il saggio Il grillo canta sempre al tramonto del terzetto Fo-Casaleggio-Grillo. Nei primi due mesi 2013 le vendite di Chiarelettere sono a +47,4% sullo stesso periodo 2012. E con queste premesse, e magari grazie al successo di L’uomo che sussurra ai potenti di Luigi Bisignani e Paolo Madron, uscito da un mesetto, si riuscirà per una volta a chiudere in nero i conti anche senza l’aiutino decisivo del Fatto Quotidiano.