Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  luglio 01 Lunedì calendario

DELGADO, LA LADY DELL’IT ALLA GUIDA DI SAFILO LA SUA MISSIONE È SFIDARE LUXOTTICA

A ppena si è saputo della sua nomina ad amministratore delegato di Safilo, il titolo del gruppo è crollato. Non è una manifestazione di sfiducia nei suoi confronti. Luisa Deplazed de Andrade Delgado - già membro esecutivo del Cda delle risorse umane di Sap, il colosso tedesco dell’Information technology - è una manager quotata a livello internazionale. Solo che l’annuncio è arrivato come un fulmine a ciel sereno. Nessuno se lo aspettava. Proprio ora che il business è arrivato al top Roberto Vedovotto, artefice del risanamento e del rilancio di Safilo, verrà sostituito. Una mossa inspiegabile, almeno alla luce della massima “squadra che vince non si cambia”. Inutile dire che si sono scatenati i rumor. Tra i tanti, c’è chi insinua che si sia verificata una rottura tra lo stesso Vedovotto e Hal, la holding olandese che ha rilevato nel 2009 il 42% del brand di occhiali di Padova fino ad allora di proprietà della famiglia Tabacchi. Divergenze sulle strategie e il posizionamento del marchio, sarebbe questa la motivazione. Nessuno conferma, nessuno smentisce. In realtà sembrerebbe un naturale avvicendamento per approntare strategie di più lungo termine. Una cosa è certa: la scelta del successore è caduta su Luisa Delgado, che è già oggi consigliere indipendente di Safilo. Delgado, quarantasette anni, una laurea in legge e una carriera nel mondo delle multinazionali, è molto gradita agli olandesi, a quanto si dice. Il
passaggio del testimone avverrà a metà ottobre. Vedovotto resterà nel board dei direttori, non esecutivo. Nell’attesa, Delgado ha dato le dimissioni da Sap. Ora è in viaggio, forse sulle coste atlantiche del Portogallo, o sulle montagne svizzere a fare helicopter ski, uno dei suoi hobby, oppure in India, a studiare arti e culture diverse. Magari, invece, solo a ricaricare le batterie, considerata l’impegnativa sfida che l’attende: prendere in carico un’azienda, Safilo, che nel giro di quattro anni ha compiuto un vero miracolo. Nel 2009, minata dai dissidi interni alla famiglia Tabacchi, i profitti erano calati a picco. Già l’anno dopo, con l’arrivo dei nuovi soci e sotto la guida di Vedovotto, era tornata a macinare profitti che, da allora, hanno continuato a crescere senza interruzione. Oggi sul gruppo piovono i rating positivi. Le azioni, prima dell’annuncio, erano salite in 12 mesi del 280%, miglior performer del mercato italiano nel settore luxury in Europa. Il primo trimestre si è chiuso da record. In forte progressione è soprattutto il business organico. Il gruppo ha migliorato la solidità della struttura reddituale e patrimoniale e incrementato il fatturato. In un contesto di mercato ancora volatile, la strategia di lungo termine ha premiato. Ma ora bisogna guardare avanti. Delgado dovrà gestire, per esempio, la scadenza del contratto di solidarietà siglato per mantenere l’occupazione dopo l’uscita dei marchi Armani. «Dovrà assolutamente acquisire nuove licenze per gestire l’uscita nel 2014 senza ulteriori ristrutturazioni », sostiene Mauro Baragiola, analista di Citi. La top-line, ribadisce Citi, potrebbe manifestare qualche debolezza, superiore al consensus atteso. Lo scenario di mercato, infatti, è soggetto a forti pressioni competitive. E Safilo se la deve vedere con concorrenti molto più potenti e agguerriti: «E’ un mercato dominato da Luxottica, che è davanti a tutti sotto ogni punto di vista», afferma Luca Solca, Managing director, equities sector luxury goods di ExaneBnpParibas con sede a Londra. Spiega Solca: «Luxottica ha un portafoglio di marchi propri e di licenze eccezionale; ha una forza straordinaria nel retail a livello mondiale; è leader nell’innovazione di prodotto: un peso super massimo, rispetto al quale Safilo è un peso piuma». Il retail è diventato il principale motore di crescita del fashion. Safilo, sotto la guida di Vedovotto, ha consolidato accordi commerciali, e definito nuovi accordi nei paesi come Cina, Giappone e India, dove il mercato corre. «In Usa ha potenziato la rete con lo sviluppo del canale department store, e il potenziamento della catena di negozi di ottica di proprietà di Solstice. Anche il canale dei global travel retail è stato lanciato ed è in forte crescita», fanno sapere dal gruppo. Ma, evidentemente, c’è ancora da fare. «Mi ha sorpreso molto che Safilo non abbia lavorato sulle sinergie con il suo azionista Hal, che ha catene di distribuzione di occhiali», commenta Luca Solca. Adesso stanno tutti alla finestra. Qualche scetticismo iniziale, rispetto a Luisa Delgago è dipeso dalla mancanza di un suo background specifico. Ma non sarebbe l’unico esempio di successo nel cambiamento. Anche Robert Polet prima di approdare in Gucci si occupava di altro, era responsabile della divisione gelati e cibi congelati di Unilever. Delgado, prima di Sap, è stata per circa venti anni ai vertici di Procter & Gamble, multinazionale che in portafoglio ha anche brandtop della cosmetica. La sua carriera, finora, è sempre stata nel settore delle risorse umane. In Sap, numero uno al mondo nelle soluzioni software, con base a Walldorf, in Germania, è approdata a settembre del 2012. Un mondo, quello dell’It, fino a qualche anno fa dominato dagli uomini. E che oggi sta assistendo all’ascesa di una nuova classe di manager donne. «Sheryl in Facebook, Ginny in Ibm, Marissa in Yahoo»: racconta Luisa Delgado, chiamandole tutte per nome: compagne di lavoro, compagne di una nuova avventura che le vede unite nell’affermazione di un nuovo modello di business. «A causa della consumerizzazione dell’It anche il software aziendale è diventato bello, intuitivo ed attraente: il mio prodotto preferito, per esempio, è Fiori, una App di Sap», racconta Delgado ad Affari & Finanza. Spiega Delgado:«Tutto questo significa che l’It sta diventando molto più simile a un brand consumerper l’utente finale. E ciò richiederà un cambiamento culturale che richiederà più donne, più design». Dal Portogallo, alla Svezia, alla Germania. Il lavoro l’ha portata in giro per il mondo e parla bene sette lingue. E pensare che proviene da un angolo forse poco conosciuto: è nata a Rabius, nel Cantone dei Grigioni, in Svizzera. Uno spicchio di terra dove si parlano cinque idiomi e tanti dialetti, una Babele che fa perdere la testa ai linguisti e che alla fine, negli anni 80, ha trovato un codice comune nel Romancio grishun, per usi amministrativi: una lingua che ai nostri orecchi può suonare come il grammelot di Dario Fo. Eppure, una terra cosi chiusa da essere rimasta impermeabile alle contaminazioni delle lingue circostanti, è tra le più amate dai grandi pensatori. E’ per esempio nel cuore dell’Engadina, dove il filosofo tedesco Martin Heidegger amava passeggiare, tra fitti boschi dove la luce si infiltra all’improvviso, il panorama che ha ispirato la Lichtung dell’essere, una delle metafore perno di Essere e Tempo, il suo lavoro più importante. «Sono felice di essere nata in un contesto geografico e linguistico speciale», racconta Delgado. E spiega: «Mi ha insegnato che essere differenti è un plus, ciò che mi ha indotta a portare la mia differenza dappertutto, a promuovere l’integrazione, piuttosto che cercare di essere come gli altri; mi ha indotta a sviluppare una maggiore elasticità mentale, a scoprire altre differenze, ma anche aspetti comuni che legano le persone oltre le barriere e le lingue ». Non solo. «Inoltre, mi ha insegnato l’umiltà, perché quando fai parte di una minoranza, hai il potenziale di essere Davide e non Golia». Giusto quello che serve a Safilo per dare filo da torcere al super peso massimo Luxottica.