Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  giugno 15 Sabato calendario

SNOWDEN DA TALPA A PEDINA CINESE

Con un editoriale del «China Daily» Pechino trasforma Edward Snowden in una pedina da usare contro Washington nella disputa sul cyberspazio. L’articolo del quotidiano, espressione delle autorità cinesi, rimprovera a Washington di aver accusato le forze armate di Pechino di coordinare gli attacchi cibernetici agli Stati Uniti da una palazzina di Shanghai, dove ha sede l’unità militare 61398, e oltre ribadire le smentite in proposito commenta che Snowden fa ora trovare gli americani «in una posizione scomoda». Come dire: ci volevano accusare di essere hacker mentre sono loro a spiare noi. «È la Cina la principale vittima del cyberspionaggio» aggiunge Hua Chunying, portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, riferendosi alle dichiarazioni di Snowden. L’affondo del «China Daily» segue infatti quanto affermato da Snowden nell’intervista al «South China Morning Post» di Hong Kong sullo spionaggio elettronico condotto dagli Stati Uniti ai danni di Pechino, con almeno 61 mila infiltrazioni. Ciò significa che alla prima riunione sul cyberspazio fra i due Paesi, in programma a luglio a Pechino, saranno i cinesi a chiedere spiegazioni alla controparte. In concreto, per Washington, ciò porta a dedurre che Snowden sta aiutando gli interessi cinesi nel cyberspazio. L’ex agente della Cia Robert Baer ritiene che «le autorità cinesi hanno già contattato Snowden» e poiché «a Hong Kong ci si può rifugiare solo con l’avallo dell’intelligence di Pechino» l’ex analista della Nsa sarebbe già, di fatto, un disertore. Per nulla diverso da quelli della Guerra Fredda. Sulla base di questa tesi i leader repubblicani al Congresso di Washington chiedono con insistenza all’Fbi di incriminare Snowden per «violazione delle leggi sullo spionaggio» anche perché, secondo il ministro della Giustizia Eric Holder, «le sue rivelazioni hanno già arrecato danni significativi alla sicurezza nazionale ed a Paesi nostri alleati». Ma potrebbe avvenire anche di peggio. Il timore dell’intelligence americana infatti è che Edward Snowden, al fine di ottenere asilo a Hong Kong, sveli agli 007 cinesi quali sono le singole utenze della Repubblica Popolare intercettate dalla «National Security Agency», consentendogli così di capire il metodo di infiltrazione e quindi di neutralizzare gran parte delle operazioni di cyberspionaggio Usa.