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 2013  giugno 15 Sabato calendario

GLI AVVOCATI MATRIMONIALISTI “MA NELLE CAUSE DI SEPARAZIONE È FALSA UNA DENUNCIA SU DUE”

Una denuncia di violenza domestica su due è falsa, se la coppia è scoppiata e ha avviato una separazione o un divorzio . Si è aperto ieri a Roma il congresso nazionale degli avvocati matrimonialisti italiani. Per due giorni i principali nomi del settore discutono di famiglia e di come affrontare in particolare le violenze domestiche partendo anche da questa cifra che Gian Ettore Gassani, portavoce dell’Associazione, cerca di spiegare con chiarezza per evitare equivoci. «Come matrimonialisti sappiamo che quando è in corso una separazione o un divorzio almeno la metà delle denunce di violenze sono gonfiate. Servono per evitare che il figlio venga affidato al coniuge che si vuole colpire, oppure a far decidere in caso di dubbi sulle questioni economiche. Se c’è una denuncia il denunciato esce di scena, il giudice non gli affiderà mai un figlio almeno finché non riuscirà a dimostrare la propria innocenza». Il tutto però è soltanto limitato a quel particolare momento. Tutte le altre denunce di violenze sono da prendere seriamente in considerazione, avverte il legale. «E io sono dell’opinione che anche uno schiaffo debba essere punito con maggiore severità perché prima di arrivare ad una violenza c’è sempre uno schiaffo».

Il congresso dell’associazione, infatti, è dedicato a a Lucia Annibali di Pesaro, avvocato, sfregiata pochi mesi fa da un ex fidanzato. La decisione di dedicare a lei il Congresso - spiega – è stata immediata e naturale. La vicenda ha scosso profondamente l’opinione pubblica e il mondo forense in particolare, poiché lo sfregio permanente cagionatole con l’acido solforico è stato inferto dal suo ex compagno, avvocato anch’egli. Ancora una volta, vi è stata la prova che la violenza tra coniugi e/o fidanzati è trasversale, senza distinzioni di sorta. Purtroppo le donne sono le principali vittime, pur emergendo una violenza anche nei confronti dei bambini e talvolta degli uomini».

L’associazione chiede, infatti, di analizzare in profondità la violenza domestica, «che solo nel 7% dei casi viene denunciato. A ciò si aggiunga il dato sconfortante che il 40% delle vittime aveva già sporto denuncia contro l’aguzzino e aveva chiesto aiuto all’Autorità Giudiziaria».

L’associazione ha chiesto anche l’uso di braccialetti per monitorare gli stalker. «In Italia abbiamo 400 braccialetti e non vengono utilizzati, chiediamo che vengano impiegati per monitorare gli stalker dopo la denuncia. Negli altri Paesi d’europa è un sistema che funziona benissimo. È necessario, inoltre, prevedere l’immediatezza dei processi che riguardano i reati intrafamiliari perché la lunghezza burocratica di certe indagini può inquinare le prove. La donna che denuncia spesso viene minacciata durante le indagini che diventano, quindi, indagini difficili da svolgere. E poi vogliamo una magistratura e un’avvocatura specializzata, ogni tribunale dovrebbe avere un nucleo di poliziotti e magistrati specializzati nei reati intrafamiliari perché si tratta di reati specifici che hanno delle dinamiche particolari che non possono essere trattate in maniera ordinaria», conclude.