Giovanni Stringa, Corriere della Sera 15/06/2013, 15 giugno 2013
MONTI TORNA IN BOCCONI, DI NUOVO PRESIDENTE DOPO LA «SOSPENSIONE» —
Da oggi l’ex premier Mario Monti torna all’università Bocconi, dove riprende le funzioni di presidente del consiglio di amministrazione. Si chiude così il periodo di «sospensione» dalla carica, che Monti aveva chiesto nel novembre del 2011 dopo la sua nomina a presidente del consiglio, seguita all’addio a Palazzo Chigi di Silvio Berlusconi. Il «ritorno in Bocconi», al di là della sospensione «a tempo», era stato ribadito dallo stesso Monti all’inizio del 2012, proprio nell’ateneo milanese, durante l’inaugurazione dell’anno accademico. Tornerò — aveva detto l’allora premier — «dato che presto verrà a scadenza» l’incarico di governo. Il riferimento era alle elezioni 2013. E così è stato: dopo la tornata elettorale Monti ha lasciato Palazzo Chigi. Con una novità in corso d’opera, rispetto al febbraio di un anno fa: l’ingresso in politica a pieno titolo del professore, presentatosi alle elezioni con un movimento — Scelta civica — che, al momento, guida tuttora come presidente. Aggiungendo il ruolo all’incarico di senatore a vita.
Con il ritorno in Bocconi le prime parole di Monti sono state per Luigi Guatri, il vicepresidente dell’ateneo che durante la pausa montiana ha svolto le funzioni di presidente. «Sono molto grato al professor Guatri per avere accettato tale onere — ha detto l’ex premier — e per avere guidato la Bocconi in questo periodo con autorevolezza ed efficacia». «Nel novembre 2011 — ha poi aggiunto —, lasciando l’università per assumere la guida del governo in un momento particolarmente difficile per l’Italia e per l’Europa, dissi che non consideravo concluso il mio impegno in Bocconi e che non appena le circostanze lo avrebbero consentito, sarei rientrato per completare il mandato conferitomi, così come all’intero consiglio di amministrazione, fino al 31 ottobre 2014».
La sospensione di Monti, per la Bocconi, non è una prima assoluta. C’è stato infatti già un altro caso, più breve, che porta il nome di Giovanni Spadolini. Il senatore repubblicano — presidente della Bocconi dal 1976 al 1994 — aveva «congelato» la poltrona milanese per diventare ministro della Pubblica istruzione nel governo Andreotti V (dal marzo all’agosto del 1979). Spadolini aveva però mantenuto le funzioni di presidente della Bocconi quando era poi diventato presidente del consiglio: durante il governo Spadolini I dal giugno 1981 all’agosto 1982 e lo Spadolini II dall’agosto 1982 al novembre 1982. Doppio ruolo Milano-Roma, sempre per Spadolini, anche con la nomina a presidente del Senato, dall’aprile 1992 all’aprile 1994.
Se la carriera politica di Monti è iniziata nel 2011, quella bocconiana è invece partita nel 1961, quando è entrato per la prima volta nell’ateneo milanese per prendere il modulo d’iscrizione come studente. Per poi diventare, nel corso del tempo, docente, rettore e presidente. Prima a tutti gli effetti, poi sospeso e da oggi di nuovo «a pieno regime». «Intendo contribuire — ha spiegato Monti —, con il vice presidente Luigi Guatri, il rettore Andrea Sironi e il consigliere delegato Bruno Pavesi, a condurre la Bocconi a ulteriori affermazioni anche sul piano internazionale, a vantaggio dell’intero Paese, della sua competitività e della sua credibilità nel mondo».
Giovanni Stringa