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 2013  giugno 13 Giovedì calendario

EUTANASIA, ADESSO TOCCA AI BAMBINI

Alla fine i parlamentari si affi­deranno alla coscienza. E, stan­do alle dichiarazioni di voto, che questa parli fiammingo o france­se, o che affondi le radici nella cultura liberale, socialdemocra­tica o conservatrice, darà co­munque il consenso affinché il Belgio diventi la prima nazione al mondo dove l’eutanasia sarà permessa anche ai minori di di­ciotto anni.
La proposta è stata avanzata lo scorso dicembre dal Partito so­cialdemocratico del premier Elio Di Rupo, 62 anni, figlio di abruzzesi emigrati. In questi giorni è in discussione al Senato per ottenere il via libera definiti­vo. Per il relatore Thierry Giet si tratta solo di «aggiornare la leg­ge sull’eutanasia perché tenga conto di quelle situazioni drammatiche che coinvolgono i mino­ri, a cui qualcuno deve dare una risposta». La legge darà ai medi­ci la facoltà di valutare caso per caso se la malattia è abbastanza grave da ammettere il ricorso al­la morte assistita. Inoltre saran­no loro a stabilire se il bambino è abbastanza maturo da decidere in autonomia se morire o no. Da allora quasi sette mesi di dibatti­ti che hanno incrinato i già preca­ri equilibri del governo di coali­zione, che vede insieme sociali­sti, cristiano democratici, libera­li, fiamminghi e valloni. La discussione si è incentrata sulla li­bertà di coscienza del minore. La legge gli impedisce di guida­re, di sposarsi, di bere alcolici, o di votare. Ma sarà considerato abbastanza maturo da decidere se porre fine alla propria malat­tia con la morte. Se maggioranza ci sarà, sarà una maggioranza trasversale. Che metterà tutti d’accordo, dalla destra naziona­lista del Nieuw-Vlaamse Allian­tie (Nuova alleanza fiamminga) alla sinistra radicale del Sociali­sten en Progressieven Anders (Socialisti e Progressisti - Diversamente). Ad eccezione dei cat­tolici del Cd&v, 27 seggi su 212 tra Camera e Senato. Troppo po­chi per costituire un ostacolo rea­le. Il Belgio è stato il secondo Pae­se in Europa a dotarsi di una leg­ge che legittimasse l’eutanasia. Era il 2002, preceduto solo di qualche mese dall’Olanda. Ma sarà il primo ad approvare l’estensione dell’applicabilità ai minori. Perlomeno a farne una legge, perché dal 2005 anche Amsterdam ha smesso di perseguire i casi di eutanasia sui mino­ri. Anche se a febbraio il diretto­re del reparto di terapia intensi­va dell’ospedale Fabiola di Bru­xelles, durante una riunione della commissione affari sociali del Senato ha ammesso che «l’euta­nasia sui bambini esiste già. E lo sappiamo tutti. Si, proprio l’euta­nasia attiva». Frasi stigmatizza­te dalle forze politiche di ispira­zione cattolica e dalla curia bel­ga. L’arcivescovo di Maline-Bru­xelles Andre-Joseph Leonard parla di attacco alla vita e di leg­ge inutile in presenza delle mo­derne cure del dolore. Dall’ap­provazione della legge ad oggi il numero di persone morte di eu­tanasia è cresciuto al ritmo del 30 per cento l’anno. L’ultimo da­to ufficiale è del 2011, quando si sono contati 1.133 casi. In Bel­gio, un decesso ogni cento quel­l’ann­o è avvenuto con la somministrazione di farmaci mortali. Intervenuto mercoledì mattina a poche ore dalla discussione parlamentare, il senatore socia­lista Philippe Mahoux ha parla­to di decisione urgente «legata ad una situazione di emergenza che coinvolge questi bambini, per lo più affetti da cancro e vittime di un dolore fisico che l’euta­nasia può far cessare». Nel­l’estensione della legge è previ­sta anche l’applicabilità ai mala­ti di Alzheimer e altre malattie che comportano demenza, ad oggi esclusi per l’impossibilità di capire le reali volontà del pa­ziente. Inoltre la validità del te­stamento biologico sarà estesa da cinque a dieci anni.