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 2013  giugno 12 Mercoledì calendario

«L’EURO E’ LETALE L’ITALIA SCELGA DI USCIRE SUBITO»

«Di euro si muore». Ed­ward Luttwak scan­disce questo motto così, con l’aria di chi forse sta un po’ esagerando, ma neppu­re tanto. Perché l’Italia si trova a un bivio: pagare il conto salato per una scelta azzardata o continuare una «non vita da zombie» nel segno di un’austerity senza fine. Non è una profe­zia. Non è neppure un’opinio­ne. È questione di logica, di nu­meri ed è ciò che pretende l’Eu­ropa. L’economista di Arad a volte è spietato, ma se lo fa è per­ché non crede nelle illusioni. Non ha mai pensato che l’euro fosse la mossa giusta per l’Ita­lia. Siamo finiti, per scelta, nella casella sbagliata. E lui lo dice dal 1996. Scriveva. «Finirà co­me nel 1940. Allora l’Italia non aveva alcuna convenienza ad entrare in guerra, ma l’istinto del gregge fece sì che Mussolini, che pure l’aveva intuito, facesse questo errore. Si diceva, anche allora, tutte le potenze mondiali entra­no nel conflitto, perché noi dobbiamo starne fuori? Siamo for­se di serie B? E così l’Italia com­mise un grande errore».
Luttwak come Cassandra?
«Spero di non fare la stessa fi­ne. Non sono un veggente e non dialogo con gli dei. Forse so leggere la realtà».
Una moneta non è una guer­ra?
«Sì, ma le conseguenze eco­nomiche a volte sono le stesse».
L’Italia è in un vicolo cieco?
«No. Può scegliere».
Cosa?
«Va via dall’euro. Sceglie un’altra moneta. Potrebbe tornare alla lira, ma io consiglio il baht thailandese. Questo signi­fica che i ricchi italiani paghe­ranno molto di più le vacanze a St. Moritz e una Mercedes coste­rà un occhio della testa, però ve­dremo i muri tappezzati di avvi­si con scritto: cercasi operaio specializzato. Le aziende italia­ne tornano a esportare, la Fiat farà 3-4 turni di lavoro, la produ­zione cresce, la disoccupazio­ne scende e finalmente l’econo­mia italiana torna a vivere. Adesso è praticamente morta».
Sembra facile.
«Non è facile per niente. Per­ché c’è un prezzo da pagare altissimo. Farà male».
Tipo?
«Le banche falliranno».
C’è già la fila a ritirare i soldi.
«Ho detto che le banche falli­ranno, come imprese. I correntisti non rischiano. Non perdo­no i soldi».
L’alternativa?
«Restare nell’euro, con un’economia da morti viventi. Non si uscirà mai dalla crisi. Im­magini questa situazione che si protrae per cinquanta, cento anni o per sempre».
Apocalittico.
«Non posso farci nulla. L’Ita­lia ha firmato un patto con l’Eu­ropa. Il primo dovere è portare il deficit annuale a zero. Questa è già un’impresa. Significa tas­se e tagli insopportabili. Ammettiamo però che ogni italia­no accetti di diventare sempre più povero e senza futuro. Tut­to questo non basta. L’Italia d­o­vrà ridurre il debito pubblico di 40 miliardi. Sa cosa significa? Equivale a 10 Imu. Non ti ripren­di più».
I patti con l’Europa si posso­no rivedere, cambiare.
«Non c’è dubbio. Ma ai tede­schi non conviene. Non vogliono cambiare nessun parame­tro. A costo di uscire loro dal­l’euro. E senza la Germania que­sto euro non è più l’euro».
O noi o loro?
«Esatto. Vede, ogni nazione deve scegliere razionalmente la propria valuta. I politici han­no caricato di un enorme valo­re simbolico il fatto di essere membri di un circolo moneta­rio. Ma la zona euro fatta su mi­sura per i paesi del Nord Euro­pa, fosse in un’area monetaria più adatta alla sua economia. Siete come chi vive in un’isola del Mediterraneo e vuole frequentare un club di Amburgo. Il solo andare e venire ti manda in rovina».
Può esserci euro senza Ita­lia?
«Ma all’Italia conviene l’eu­ro? Io penso di no. Tu staresti in un club dove i vantaggi sono pochi e il prezzo non solo è alto, ma rischia di cancellare il tuo fu­turo? Un individuo che pur di stare in un circolo esclusivo si rovina è uno stupido. Strana­mente questa regola sembra non valere per gli Stati, ma il concetto è lo stesso».
Siamo diventati così periferi­ci?
«Per niente. Non è una que­stione di periferia, ma di interes­si. Quelli italiani non sono gli stessi del Nord Europa. L’In­ghilterra sta fuori e non è perife­rica. Ritiene invece che gli affari della Germania sono diversi dai suoi. L’economia italiana è così poco periferica che sta creando guai in tutto il mondo».
Cioè?
«L’Europa e l’Italia in ginoc­chio per la crisi sono un problema per il Brasile, per la Cina, per gli Stati Uniti. Non convie­ne a nessuno. Sta saltando un equilibrio. L’Italia morente è un problema geopolitico gra­ve. Da quando l’Italia è in Euro­landia non cresce. È un fatto: scarso lavoro, zero aumento del reddito. Certo, gli italiani possono appiccicarsi la meda­glietta dell’euro, ma non espor­tano più. Se questi politici ri­spettabili si guardassero in giro e facessero una scelta raziona­le, cambierebbero subito valu­ta. I greci avrebbero dovuto far­lo subito. Gli spagnoli ancor pri­ma».
Non le piace l’Europa, con­fessi.
«Non mi piace un’oligarchia che trova normale prendere i soldi dai conti correnti degli individui, di notte, come fanno i ladri».