Hannah Furness, il Fatto Quotidiano 12/6/2013, 12 giugno 2013
ASCOLTA E NON GUARDARMI LA CLASSICA VA IN BELLEZZA
Le donne hanno sempre dovuto lottare per farsi strada nel mondo “maschile e maschilista” della musica classica, a meno di accettare l’antico dogma secondo cui “il sesso vende”.
Alcuni critici musicali ritengono che il successo di avvenenti musiciste quali la violinista Nicola Benedetti e la trombettista Alison Balsom vada attribuito proprio al fatto che hanno permesso di “commercializzare la loro immagine in un certo modo”. Altre si sono rifiutate di piegarsi alle leggi del mercato e sono tuttora alle prese con il sessismo imperante nelle orchestre di musica classica, nei teatri, tra i grandi direttori d’orchestra e tra i critici (per lo più di sesso maschile).
La giornalista Jenni Murray sostiene che tutte le donne che hanno sfondato nella musica classica e in campo operistico “hanno dovuto vedere i sorci verdi”. “Vengono accolte più volentieri quelle disposte ad accettare il vecchio principio che il ‘sesso vende’”, ha detto Jenni in una recente intervista radiofonica. “Guardate in che modo vengono commercializzate la violinista Nicola Benedetti e la trombettista Alison Balsom”, ha aggiunto.
L’anno scorso, un giornalista intervistando Nicola Benedetti per un quotidiano, le ha chiesto se avrebbe accettato di “posare nuda per una rivista per soli uomini” e solo alla fine della conversazione si è ricordato che la signora Benedetti, che è davvero seducente, suona il violino e lo suona molto bene.
Alison Balsom, soprannominata con scarsissima eleganza “la supergnocca della tromba”, ha ammesso che “spesso i colleghi sono molto maschilisti e hanno nei confronti delle donne un atteggiamento quasi intimidatorio”. Ma poi ha aggiunto che, grazie alla sua esperienza musicale, non se ne fa più un problema. Di recente, intervistata dalla Bbc, ha detto: “Non chiamatemi ‘supergnocca’. Sono solo una musicista e quando suono non ho alcuna voglia di mostrare le gambe”.
Nicola Benedetti, scozzese di chiara origine italiana, si dice infastidita dall’attenzione del pubblico per il suo aspetto fisico, ma si esibisce quasi sempre sfoggiando generose scollature che sicuramente distraggono gli spettatori e irritano le spettatrici.
Jenni Murray, che in passato ha tentato di diventare direttrice d’orchestra, ha dichiarato che “il mondo delle orchestre continua a essere un mondo maschile e sostanzialmente chiuso alle donne nei confronti delle quali il pregiudizio è la regola e non l’eccezione”. Ancora oggi ci si aspetta che le donne suonino il violino o l’arpa piuttosto che strumenti considerati “più adatti agli uomini”.
Una clarinettista una volta si è sentita dire dai colleghi maschi che “con tutte quelle ore passate ad avvolgere le labbra intorno al bocchino del clarinetto sarai diventata una campionessa. Quello del clarinetto non è il solo bocchino che padroneggi con maestria”. A un’altra musicista i colleghi hanno detto con malagrazia che “stava rubando il lavoro agli uomini e che avrebbe fatto meglio a starsene a casa a occuparsi dei figli”.
“Anche quelle che ce l’hanno fatta hanno dovuto sopportare angherie di ogni genere”, ha ricordato Jenni Murray. “Una volta Sir Thomas Beecham disse a una violoncellista ‘hai tra le gambe lo strumento più sensibile che l’uomo conosca e non sai far altro che startene seduta a strofinarlo’”.
Sul finire degli anni Cinquanta la percussionista Maggie Cotton entrò a far parte della Filarmonica della città di Birmingham. I colleghi maschi non la accolsero affatto bene. In genere la apostrofavano con frasette del tipo: “Ecco il sesso sbagliato che suona lo strumento sbagliato”.
Per fortuna si registra anche qualche sviluppo positivo. Quest’anno, per la prima volta, il “Last Night of the Proms”, tradizionale appuntamento del calendario della musica classica, vedrà sul podio con la bacchetta in mano Marin Alsop, la geniale direttrice americana. “Ci sono voluti appena 119 anni”, ha commentato acida Jenni Murray.
Il mondo del melodramma è sempre stato più “femminile” e molte opere sono costruite intorno a grandi personaggi femminili, ma anche nei teatri dell’Opera si sono fatte strada le leggi del mercato e dello sfruttamento commerciale della bellezza delle donne. Che fine hanno fatto le soprano che pesavano un quintale e più? Oggi i palcoscenici sono dominati da bellezze hollywoodiane quali Anna Netrebko e Angela Gheorghiu il cui aspetto conta almeno quanto le capacità vocali.
La grande soprano neozelandese Kiri Te Kanawa, 69 anni, deplora questo stato di cose: “Le cantanti d’opera debbono essere robuste e corpulente per toccare certe note. Purtroppo sono anni che le giovanissime si comportano come le top model sottoponendosi a diete assurde per rimanere magrissime”.
A volte per fare carriera è più importante il look del talento. “Ci sono donne che a 28 anni decidono di fare le cantanti d’opera. È pazzesco”, commenta Kiri Te Kanawa. “Forse sono abbastanza brave per cantare sotto la doccia e abbastanza carine per far voltare gli uomini per la strada. Ma per cantare ci vuole ben altro”.