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 2013  giugno 14 Venerdì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - L’AUMENTO DELL’IVA E LE DIFFICOLTA’ DEL GOVERNO


ROMA - Dopo i tentennamenti del governo sulla possibilità di annullare il programmato aumento dell’Iva, crescono nella maggioranza le tensioni. A incalzare, in chiave anti-tasse, come era già accaduto con l’Imu, è soprattutto il Pdl. E sempre con l’obiettivo di alleviare i costi di famiglie e imprese, il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato annuncia che il governo nel cdm di domani punterà, all’interno del cosidetto "decreto del fare", a tagliare le bollette elettriche a cittadini e aziende di oltre 500 milioni di euro l’anno, riducendo oneri impropri e rendite.
Credito agevolato per le Pmi. La Cassa depositi e prestiti metterà inoltre a disposizione 5 miliardi di credito agevolato, ad un tasso dimezzato rispetto a quello di mercato, per le imprese che innoveranno il processo produttivo acquistando nuovi macchinari, fino a 2 milioni di euro. "Potenzieremo il fondo centrale di garanzia - aggiunge il ministro - consentendo così a una platea molto più ampia di piccole e medie imprese di beneficiare di questo importante strumento. Il fondo ha risorse sufficienti per tutto l’anno, ma è già previsto un cospicuo rifinanziamento che consentirà di attivare credito aggiuntivo per circa 50 miliardi".
La querelle sull’Iva: Pdl all’attacco. Quanto alla polemica in corso sull’Iva, Renato Brunetta assicura che "le risorse si troveranno. L’Iva non aumenterà, così come sarà
eliminata l’Imu per la prima casa. Siamo sicuri che Letta manterrà gli impegni e che dirà una parola di chiarezza". Il capogruppo Pdl alla Camera esclude, inoltre, una "manovra correttiva". "I ministri tecnici servono a questo: a risolvere i problemi", aggiunge. Pressing che nel giro di qualche ora ha costretto il vicepremier Angelino Alfano a rinnovare l’impegno. "Ci battiamo e ci batteremo per eliminare l’Imu sulla prima casa e per evitare l’aumento dell’Iva. Non è un capriccio ma l’obiettivo che ci siamo dati". "Attendiamo che il ministro dell’Economia - sottolinea Alfano - completi il proprio lavoro per la ricognizione sulle fonti di copertura per compensare queste spese. E al termine esprimeremo il nostro giudizio. Per noi non è nè un capriccio nè un puntiglio. Perché abbiamo attribuito all’Imu sulla prima casa il calo dei consumi e un danno straordinario all’economia italiana". Il ministro Zanonato, infine, taglia corto: "Nessuno vuole aumentare l’Iva, bisogna trovare le risorse".
La mediazione del Pd. Maggiore comprensione arriva invece dal Pd. "Il punto di partenza di Saccomanni è oggettivo, perché c’è una situazione di difficoltà, però credo che tutti gli sforzi che si possono compiere vanno fatti", dice il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando intervenendo nella trasmissione Omnibus su La7. "L’aumento dell’Iva sarebbe un aggravio interiore - prosegue - quindi seppur in un quadro di difficoltà, penso che un tentativo vada fatto". Comunque "non sarebbe una scelta di questo governo, ma un automatismo deciso dal governo precedente" .
Il ministro della Difesa Mario Mauro a ’Radio anch’io’ sottolinea che "la maggioranza resterà unita perché ci siamo detti con chiarezza quali sono le priorità: servono otto miliardi, bisogna stabilire all’interno delle priorità che cosa è giusto mettere in evidenza e che cosa è giusto mettere in seconda linea".
Vendola: governo bloccato. Che la vicenda Iva sia invece una bomba ad orologeria o quanto meno un’importante spia è Nichi Vendola. "Attenzione a quello che accadrà in Italia. La parabola del governo Letta sembra essere molto più rapida di quello che si pensava", osserva il leader di Sel. "Siamo allo showdown - aggiunge - non possono fare niente: non possono bloccare l’Iva, non possono togliere l’Imu. L’austerità li blocca. Il rischio, anzi, è che tolgano risorse al lavoro per darle ai salvadanai che conosciamo".
(14 giugno 2013)

NUOVO RECORD DEL DEBITO
MILANO - A gennaio erano 2.022 miliardi, poi a febbraio era arrivata la discesa illusoria a 2.017. Da quel momento la nuova impennata, con 2.034 miliardi a marzo e ora il balzo a 2.041,3 miliardi. La crescita del debito pubblico non si arresta, e secondo i dati del supplemento al Bollettino statistico di finanza pubblica della Banca d’Italia. L’aumento rispetto al mese precedente è stato di 6,5 miliardi. "L’aumento - si legge nella nota di Palazzo Koch che lo accompagna - riflette principalmente il fabbisogno delle Pubbliche amministrazioni (Pa), parzialmente controbilanciato dalla diminuzione di 3,9 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro". In quattro mesi, il fabbisogno delle Pa si è attestato a 46,6 miliardi, superiore di 0,5 miliardi rispetto a quello registrato nello stesso periodo del 2012. Paolo Balice, presidente dell’Aiaf (Associazione degli analisti finanziari), ricorda che "il fabbisogno risente di uscite straordinarie quali il prestito a Mps e i contributi europei per gli aiuti ai Paesi membri. In prospettiva ingloberà poi parte della liquidazione dei debiti Pa verso le imprese. Invece non è ancora attivo il contributo positivo della Spending review".
Sale in particolare il debito delle amministrazioni locali, aumentato ad aprile a 115,5 miliardi di euro complessivi dai 115,3 del mese precedente anche se in calo dai 118 miliardi di un anno prima. Lo spaccato del debito rivela - secondo i dati Bankitalia - che le più indebitate sono le Regioni, con un debito salito solo ad aprile di 1,37 miliardi a 46,7 miliardi (oltre sei miliardi in più in 12 mesi). In lieve calo, nel solo mese di aprile, il debito delle Province (a 8,26 miliardi dagli 8,5 di marzo), mentre hanno tirato maggiormente la cinghia i Comuni (45,5 miliardi di debito ad aprile dai 46,5 di marzo e dai 51 di aprile 2012).
Sempre per quanto riguarda il debito, dal bollettino emerge anche che si allunga la vita media del debito pubblico: ad aprile risale a 7 anni dai 6,9 anni del mese di marzo. Nell’aprile 2012 la vita media era di 7,4 anni. Cresce poi la quota dei titoli di Stato italiani in mano di investitori stranieri, che a marzo - in base ai dati di Bankitalia - sale al 35% del totale a quota 725,3 miliardi, livello mai più toccato dal 2011. Il valore segna un incremento di 16 miliardi rispetto al mese precedente. In mani italiane invece un debito per 1.309,5 miliardi (+1,2 miliardi su febbraio). Sul punto, Balice spiega: "Potrebbe trattarsi di investimenti tattici alla ricerca di maggiori rendimenti, ma dobbiamo anche considerare che il ruolo della Bce, pur tra conflitti interpretativi, è più definito rispetto a 2 anni fa".
Insieme al fabbisogno, anche le entrate tributarie nei primi quattro mesi di quest’anno sono cresciute: si sono attestate a quota 113,050 miliardi di euro, in aumento (+1,58%) rispetto allo stesso periodo del 2012. Nel solo mese di aprile le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 29,2 miliardi, in aumento del 3,9 per cento (1,1 miliardi) rispetto a quelle dello stesso mese del 2012 (28,1 miliardi).
Dalle tavole di Bankitalia emerge anche qual è il contributo dell’Italia in termini di sostegno finanziario ai Paesi dell’Unione monetaria. I prestiti a Stati membri erogati bilateralmente o attraverso l’Efsf sono stabili a 38 miliardi, ai quali si aggiunge una quota di 8,6 miliardi relativi alla partecipazione al capitale dell’Esm. Il record per l’Italia fa il paio con quello annunciato oggi dalla Spagna: il debito pubblico di Madrid è infatti aumentato nel primo trimestre dell’anno all’88,2% del Pil. La variazione annua è di un +9,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
(14 giugno 2013)

IL CASO GAMBARO
ROMA - Il caso Gambaro è tutt’altro che chiuso. Nell’accesissima riunione di ieri sera è stato deciso di affidare all’assemblea dei parlamentari, lunedì prossimo, la decisione sull’espulsione della senatrice bolognese, nel mirino per le sue dure dichiarazioni su Beppe Grillo. Stamattina, però, un gruppo di senatori del M5S si è riunito a Palazzo Madama nel tentativo disinnescare l’espulsione della "dissidente". Si tratta di un gruppo ristretto di "volenterosi" decisi a salvare la collega. "Ci sono contatti anche con la Camera - spiega un senatore- sarebbe davvero un peccato" espellere Adele Gambaro.
Tolleranza zero. ’’Il caso della senatrice Gambaro è solo l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso. Azioni lesive del Movimento non saranno più tollerate’’, ha detto il capogruppo uscente al Senato del M5S Vito Crimi. Quindi la riunione congiunta dei gruppi M5S di Camera e Senato è confermata per lunedì, ma si voterà sull’espulsione solo se qualcuno in quella sede lo chiederà, precisa Crimi: ’’è impossibile tornare indietro perché io stesso ho avviato la procedura per la convocazione congiunta dei due gruppi per valutare l’espulsione della collega. Per votare, però, qualcuno dovrà chiederlo: se sarà proposta l’espulsione allora si procede con il voto’’ ha spiegato.
Allarme compravendita parlamentari. Intanto su Facebook Riccardo Nuti, capogruppo M5S alla Camera lancia l’allarme della compravendita dei parlamentari: "Il livello di attacco al M5S si è alzato, e mira diritto al cuore del Movimento. Sta succedendo qualcosa di grave, davanti a cui nessuno può rimanere immobile. Sappiamo con certezza- aggiunge- che c’è in atto una compravendita morale e politica dei nostri parlamentari ad opera di persone esterne al Movimento. Abbiamo ogni giorno il coraggio di fare i nomi del malaffare in Aula, non avremo timore di fare i nomi di chi, da tempo fuori dal movimento, tenta di colpirlo per antichi rancori e oscuri interessi". E questo, prosegue, "vale anche per coloro che, con la scusa della ’libertà di critica’, già indagano su quanti soldi pubblici spetterebbero loro in caso di formazione di un nuovo gruppo. Non taceremo. Il Movimento non tacerà". A Nuti fa eco su Twitter la ex capogruppo del M5S alla Camera, Roberta Lombardi: "Giù le mani dal Movimento. Non avremo paura di denunciare tutto. Tutto". ’’La compravendita di deputati è una pratica vecchissima alla quale neppure noi siamo immuni’’, conferma il capogruppo uscente del M5S al Senato Vito Crimi che aggiunge: ’’Il pericolo di una vera e propria compravendita lo vedo più alla Camera. Al Senato la questione è un po’ diversa’’. Non è d’accordo con questa analisi il deputato 5 Stelle, Alessio Tacconi, che sia su Twitter che su Facebook scrive: "Nessuna compravendita in atto. Queste dichiarazioni sono volte solo a distogliere dal merito della questione". "Noi non abbiamo prezzo. L’onestà non si compra: o ce l’hai di tuo o sei come loro", ribatte su Twitter Giulia Sarti. Il senatore Francesco Campanella invita Nuti a fare i nomi dei coinvolti: "Riccardo Nuti ha denunciato un tentativo di compravendita di parlamentari del MoVimento 5 Stelle. A quanto pare ci sono notizie certe. Vorremmo conoscere i nomi. O dimostrano che non è vero oppure non ci rappresentano. Abbiamo speso tempo e sudore per fare politica senza soldi".
La discussione continua. "Lunedì continueremo a ragionare. Noi, a differenza di partiti come Lega e Pd che hanno espulso i loro membri, siamo un Movimento e vogliamo coinvolgere tutti nella riflessione anche se dovesse durare delle settimane", ha dichiarato Morra. "Aspettiamo che la senatrice Gambaro venga a darci le sue ragioni in assenza delle quali siamo stupiti dal suo comportamento - ha detto ancora -. Lei ha chiesto di non essere disturbata per qualche giorno e quindi oggi abbiamo discusso della necessità di continuare a ragionare". A chi gli fa notare che è stato Beppe Grillo a sollevare l’esigenza dell’espulsione, il capogruppo ha risposto: "Grillo ha fatto nascere il movimento, merita rispetto e gratitudine, se discutiamo per ore è perché vogliamo che il suo sogno si realizzi".
Anche da alcuni ortodossi ’no’ a espulsione. Proprio per ’salvare’ la collega, il gruppo del Movimento al Senato ha valutato un voto su Gambaro senza i deputati: "Il clima si sta rasserenando. In riunione ho fatto una proposta: che sia il Senato a decidere sull’espulsione", senza coinvolgere i deputati, aveva detto Roberto Cotti. Una mossa a favore della linea mordida, dato che alla Camera è più alto il numero dei parlamentari ortodossi, il cui voto metterebbe a rischio la permanenza di Gambaro nel Movimento. La proposta, comunque, "non la votiamo oggi", ha spiegato la senatrice stellata, Barbara Lezzi, lasciando la riunione. L’ipotesi di Cotti è dunque da considerare naufragata? A quanto pare sì: ’’La proposta del senatore Roberto Cotti di risolvere la questione Gambaro al Senato è improcedibile’’ perché è una proposta incompatibile con l’iter avviato per la convocazione dell’assemblea congiunta dei gruppi M5S di Camera e Senato, ha spiegato Crimi. Dunque la linea dura sembra avere la meglio.
Due fazioni nel Movimento. Le divisioni all’interno di M5S diventano sempre più nette: da una parte ci sono quelli che si allineano all’intransigenza dettata dal leader Beppe Grillo, dall’altra chi, invece, punterebbe a disinnescare la bomba. Tra questi anche alcuni ’ortodossi’, come lo stesso Roberto Cotti, in questo caso si dicono contrari all’espulsione: "Non condivido quanto ha detto Adele, ma non per questo penso che debba essere cacciata". Altri sottolineano l’estrema gravità del comportamento: "Quello che ha fatto la senatrice Gambaro è molto grave: ha parlato nel giorno in cui festeggiavamo il cambio del capogruppo. Rilevo che tutte le volte che parliamo di cose importanti per il Movimento qualcuno interviene per spostare l’attenzione della notizia. E lei ha spostato l’attenzione e subito c’è stato gossip e pettegolezzo", ha detto il senatore Sergio Puglia, parlando con i giornalisti a margine della riunione del gruppo dei grillini al Senato. È convinta che i senatori sono invece tutti concordi sulla non espulsione la senatrice M5S Serenella Fucksia, intervistata da Huffington Post: "I senatori sono tutti compatti nell’escludere qualunque ipotesi di espulsione di Gambaro. Non può esistere che uno venga allontanato per un motivo del genere. Adele ha espresso un pensiero personale in modo chiaro e trasparente". La senatrice marchigiana spiega che, se come ha detto Crimi "verra’ imposto un voto tante persone come me non ci andranno, rendendo l’assemblea inutile". Nonostante le rassicurazioni, il voto sull’espulsione rischia di trascinare lo stesso Movimento in una pericolosa fase di messa in discussione complessiva.
Verso il Gruppo misto. Al momento sono tre i parlamentari eletti con Grillo finiti nel Gruppo misto: Alessandro Furnari e Vincenza Labriola, che hanno preso la decisione una settimana fa, e Marino Mastrangeli, che invece è stato espulso per le sue presenze in tv. Secondo un sondaggio della Swg diffuso questa mattina, per conto della trasmissione di Rai tre ’Agorà’, ben il 58% degli elettori grillini è convinto che presto altri parlamentari lasceranno i gruppi M5S. Percentuale che arriva al 79% quando a essere campionati sono elettori anche di altre forze politiche.
Civati nel mirino. Pippo Civati finisce nel mirino del M5S come il reclutatore dei dissidenti Cinque Stelle. Lo attacca da Facebook il ’comunicatore’ del movimento Daniele Martinelli che scrive: "Pippo Civati prima di diventare parlamentare del PD si è fatto 5 anni in consiglio lombardo a stipendio pieno (12 mila euro al mese) e si è incassato pure tutta la liquidazione. È colui che recita la parte di ’pontiere’ e che appare sui giornali armato di telefonino come se stesse cercando di ’scilipotare’ qualche cittadino a 5 Stelle". "Civati - conclude - è una delle esche di quel sistema che se la fa sotto per il Movimento e per quello che i suoi ragazzi stanno portando avanti in tema di mozioni e di progetti di legge. Poverello, Civati".
(14 giugno 2013)