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 2013  giugno 14 Venerdì calendario

C’È UN GRANCHIO IN CITT


Pochi lo sanno, ma esistono anche i granchi d’acqua dolce. Da noi c’è il Potamon fluviatile, un bel crostaceo che sopravvive in qualche corso d’acqua dalla Sicilia alla Toscana, forse anche più a nord. La specie è in forte declino. Ebbene, la cosa straordinaria è che quel granchio si trova, in pieno centro storico, nella città di Roma. Tra il Quirinale e il Campidoglio c’è quella bella valle, percorsa da tributari del Tevere, che contiene i Fori Imperiali. È proprio in questa zona, soprattutto in quella dei Mercati Traianei, che vive una popolazione di granchi di fiume.
La loro vita, confrontata con quella naturale, è ovviamente assai diversa. A cominciare dalla frequentazione dei tanti gatti, ratti, gabbiani e colombi che (certe specie almeno) a volte fanno la parte dei predatori, mentre altre volte fanno, una volta morti, quella di preziosi resti alimentari. C’è poi la speciale rete idrica con la sua canalizzazione artificiale così diversa dai corsi d’acqua naturali. C’è infine l’illuminazione notturna e, volendo, potrei elencare altre diversità… Insomma, la popolazione cittadina, isolata dalle altre (le più vicine sono nella riserva dell’Insugherata e nel parco dell’Appia antica), sembra aver preso una strada evolutiva tutta sua, e il segno più evidente è quello di stare sviluppando un certo gigantismo.

Clandestini urbani. Il caso di granchi romani è interessante e prezioso per la conservazione della specie, anche perché s’inquadra in un fenomeno generale, e cioè che, in questo mondo spesso così ecologicamente disturbato, le città, con le loro speciali ecologie, a certe specie possono fornire le nicchie più appetibili. Proprio per ciò aumentano, anno dopo anno, i cosiddetti “clandestini in città”. Gente che vive meglio inurbata piuttosto che in una natura che è più spesso matrigna che madre.