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 2013  giugno 14 Venerdì calendario

MISTER “AGENDA DIGITALE” LETTA HA SCELTO CAIO

Visto il contenuto, la notizia non poteva che essere annunciata in forma digitale: «Ho chiesto a Francesco Caio di essere a Palazzo Chigi Mister Agenda digitale del governo. Missione alla quale voglio dare massimo impulso», scrive su Twitter il presidente del Consiglio Enrico Letta. Concentrando così l’attenzione su un capitolo importante per lo sviluppo e la crescita del Paese, e che ci vede ahimé mal piazzati in Europa: proprio due giorni fa, un rapporto della Commissione europea invitava l’Italia a favorire investimenti in infrastrutture che aumentino la disponibilità della banda larga veloce, visto che, scriveva, l’accesso a quella superiore ai 30 Mbps nel 2012 è stata disponibile solo per il 14% delle famiglie contro il 53,8% della media europea, e la diffusione a gennaio di abbonamenti alla banda larga veloce era di un irrisorio 0,1% contro il 14,8% medio della Ue.

Così, oltre all’Agenzia per l’Italia digitale (istituita con il decreto sviluppo di un anno fa), a occuparsi del tema ci sarà anche «mister agenda digitale», nella persona di Francesco Caio. Oggi amministratore delegato di Avio e membro dell’Advisory board del Politecnico di Milano (dove si è laureato in ingegneria informatica nel 1980), tra i fondatori e primo amministratore delegato di Omnitel – diventata poi Vodafone Italia -, Caio vanta numerose esperienze manageriali in Italia e all’estero, dalla guida del gruppo Merloni-Indesit a fine anni ’90 a quella del gruppo di telecomunicazioni Cable & Wireless di Londra. Nel 2008 e 2009 è stato consulente del governo italiano e di quello inglese per lo sviluppo della banda larga.

«Sono onorato della fiducia accordatami dal presidente del consiglio Letta nell’affidarmi questo incarico che, d’accordo con il Cda di Avio, considero un’occasione di volontariato civile cui dedicare nei prossimi mesi una parte del mio tempo a titolo gratuito», spiega il neomister agenda digitale. «Spero di poter dare a lui e alla sua squadra un contributo nell’azione di coordinamento, incoraggiamento e valorizzazione delle molte persone e istituzioni che stanno già lavorando all’innovazione digitale in Italia».

Il tema è importante, individuato come una delle sette iniziative faro della strategia Europa 2020, quella che fissa obiettivi per la crescita dell’Unione europea da raggiungere, appunto, di qui a sette anni. E molti sono i passi avanti da fare in Italia (dove, secondo il rapporto europeo dell’altroieri, l’uso regolare di Internet è di appena il 53% contro il 70 europeo, e il numero di cittadini che non hanno mai navigato sulla rete è del 37% contro il 22 della Ue): nel campo delle infrastrutture di rete come in quello della digitalizzazione dei rapporti delle imprese e dei cittadini verso la Pubblica amministrazione (dall’identità digitale che consenta di accedere a tutti i servizi della Pa alla sanità digitale) come in quello delle iniziative che incentivino l’uso del digitale. Sulla novità annunciata ieri chiede di «chiarire alcuni aspetti» il responsabile internet e nuove tecnologie del Pdl, Antonio Palmieri: «Anzitutto il rapporto che avrà con l’Agenzia per l’Italia digitale e il modo con cui, concretamente, il premier intende avvalersi dell’esperienza del dottor Caio».