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 2013  giugno 13 Giovedì calendario

BASTA UN MILIARDO PER PRENDERE MPS

Quello di oggi potrebbe essere il consiglio d’amministrazione della svolta per Mps. La riunione è dedicata ad un tema scottante: il tetto del 4% al possesso azionario. Una materia talmente scottante che, con tutta probabilità produrrà il rituale rinvio. Sicuramente i consiglieri chiederanno di approfondire l’argomento. Né potrebbe essere altrimenti. È in gioco il futuro della banca. Soprattutto è a rischio la “senesità”. Il paradigma che fin qui ha determinato la gestione, con risultati, ultimamente, non proprio brillanti.
Il limite per il momento, può essere superato solo dalla Fondazione che, in questa maniera, può tenere il controllo senza dover attingere al suo patrimonio ormai scheletrico. Secondo Alessandro Profumo (presidente) e Fabrizio Viola (amministratore delegato) il tetto va tolto per favorire l’ingresso di nuovi investitori. Se accadesse basterebbe un miliardo per conquistare la banca. Il prossimo aumento di capitale avrà questo importo e sarà lanciato con esclusione del diritto d’opzione. Una modalità, secondo i vertici della banca che dovrebbe favorire l’arrivo di nuovi investitori. Nell’eventualità, non da escludere, che l’operazione andasse deserta si potrebbe aprire uno scenario del tutto inedito a Siena: una cordata che sottoscrive le nuove azioni e diventa, sostanzialmente il primo azionista con una quota vicina al 30%. Esattamente la soglia d’Opa che metterebbe al riparo da eventuali controffensive. La Fondazione, con le casse a pezzi, vedrebbe la sua partecipazione intorno al 15%. Niente più scettro del comando, solo una partecipazione finanziaria. Uno scenario da fantafinanza? In questo momento di sicuro. Tanto più che l’aumento di capitale, pur essendo già stato approvato, vedrà la luce solo il prossimo anno. Tuttavia il pericolo per la Fondazione è incombente. Non a caso se n’è parlato molto anche in campagna elettorale. Il candidato del Pdl, Eugenio Neri, si era dichiarato favorevole al mantenimento del tetto del 4%. Forse sperava di ribaltare un pronostico che lo vedeva perdente. In realtà è arrivato vicino al colpaccio. A vincere è stato Bruno Valentini, candidato del Pd. La sua posizione è stata molto defilata: ha passato la palla alla Fondazione che, il 4 agosto cambierà i vertici. Toccherà decidere al nuovo presidente e alla nuova deputazione. Fra l’altro sarà una squadra profondamente rinnovata rispetto al passato. Il ministero del Tesoro, giocando di sponda con Banca d’Italia ha dettato nuove regole. A Siena non hanno potuto sottrarsi vista presenza dei Monti-bond per quattro miliardi. Il collegio dimagrirà a 14 membri nominati da Comune (4), Provincia (2) Regione (1), Camera di Commercio, Università di Siena, Università per Stranieri, Curia, Consulta del Volontariato e altri due posti per organismi internazionali e nazionali scelti. Una rivoluzione perché il sindaco non sarà più, come finora, l’arbitro assoluto. Da qui la decisione di Bruno Valentini di chiamarsi fuori. Lascerà alla nuova Deputazione l’ingrato compito di decidere la ritirata da Mps. Il consiglio d’amministrazione della banca ne prenderà atto.