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 2013  giugno 13 Giovedì calendario

IN FRANCIA TF1 DA RECORD DOPO LA VENDITA

Ormai con il boom delle tv private lo share dei tre canali pubblici era ridotto al 13,4%; non si tratta di una chiusura definitiva ma di una sospensione di tre mesi in attesa di una nuova partenza su basi economicamente sostenibili; e comunque i dipendenti hanno ripreso subito a trasmettere via Internet. Sono tre chiarimenti che vanno dati, rispetto all’immagine apocalittica che forse è passata sui media, rispetto al governo greco che avrebbe di punto in bianco lasciato i greci senza televisione. Pur fatte queste doverose premesse, si tratta comunque di un evento praticamente senza precedenti.
È vero che negli ultimi decenni il movimento generale nel mondo dei media è stato quello del superamento dei monopoli di Stato: ultima a abolirlo, nel 1997, l’Austria. Ma nel senso della progressiva comparsa di reti private accanto a quelle pubbliche: non nella cancellazione di queste ultime. Se poi andiamo fuori d’Europa, dal Venezuela chavista e post-chavista all’Argentina di Cristina Kirchner all’Ecuador di Rafael Correa c’è addirittura una tendenza al rafforzamento di un servizio pubblico peraltro brutalmente percepito come strumento di propaganda: creazione di nuovi canali, revoca di licenze, leggi restrittive. Ma questa è un’altra storia, per ora essenzialmente latino-americana. L’unico altro precedente di Paesi dove l’emissione pubblica è sparita di punto in bianco per periodi così lunghi è Israele: ma lì per una tradizione di scioperi particolarmente aggressivo. Nel 1987 ce ne fu ad esempio uno durato 52 giorni, e nel 1984 ce n’era stato un altro di due settimane.
Sebbene quello della privatizzazione dei canali tv pubblici sia un vecchio tormentone polemico di recente rispolverato da Grillo, poi, in effetti l’unico importante esempio in tal senso c’è stato in Francia nel 1987, quando l’allora primo ministro Jacques Chirac decise di rivendere uno dei tre canali pubblici per liberalizzare il mercato. Poiché Fr3 non si poteva toccare perché regionalizzata e Antenne 2 era il canale più seguito, venne rivenduta TF1, che oggi infatti è proprietà di Bouygues, proprietario fra l’altro di Sportitalia ed Eurosport. Va rilevato che la cura fece bene, perché dal 1991 Tf1 risorpassò Antenne 2 e da allora è sempre rimasto il canale più seguito. Di portata meno rilevante il caso del Canada, dove i canali privati erano già prevalenti e le privatizzazioni hanno riguardato canali minori.
Il problema è anche che mentre in Francia la privatizzazione di un canale fu lo strumento con cui fu superato il monopolio pubblico, in un sistema già plurale comprare un canale pubblico, quasi per definizione sovradimensionato, in genere è più dispendioso che non crearsi un canale ex novo. Per questo in tempi di crisi quello che si sta oggi facendo è soprattutto tagliare drasticamente. Nella stessa Bbc, un po’ la madre di tutti i servizi pubblici, per risparmiare mezzo miliardo di sterline all’anno si è fatta una serie di sforbiciate culminata lo scorso aprile nel licenziamento di 140 giornalisti, contro cui c’è stato uno sciopero.
Quanto alla Spagna, nella manovra da 10 miliardi del 2012 ci sono andate di mezzo anche le tv regionali, con l’obbligo per le Comunità Autonome di rimettere in vendita le licenze delle emittenti in stato di deficit incolmabili. La tv di Maiorca ha dunque annunciato la chiusura, quella basca 150 licenziamenti, quella di Castiglia La Mancia a ridurre il budget del 20%. Ma anche la Tve nazionale è stata costretta a ridurre la fiction a sole due serate a settimana, e a sospendere le dirette estive: comprese quelle per le Olimpiadi di Londra.