Sebastiano Messina, la Repubblica 14/6/2013, 14 giugno 2013
“FAMIGLIE, TRAFFICO, LAVORO AI GIOVANI ECCO COME FAREMO RIPARTIRE ROMA”
ROMA — Sindaco Marino, a uno che è nato a Genova, è figlio di un siciliano, ha fatto carriera a Pittsburg ed è stato eletto senatore in Piemonte, che effetto fa essere diventato il primo cittadino di Roma?
«Una grande emozione. Io sono arrivato a Roma che ero poco più di un bambino, avevo smesso da poco i calzoni corti, e questa città mi ha subito folgorato. Non avrei mai immaginato che un giorno sarei potuto diventare il primo cittadino della nostra capitale. Sono ancora molto emozionato e assumo questo ruolo con umiltà e con responsabilità. Perché mi rendo conto che se questa città vuole ritrovare un senso di comunità ma anche di grandezza sul piano internazionale c’è un lavoro intensissimo da fare».
Da dove vuole cominciarlo, questo lavoro?
«Dalle famiglie più fragili, dai più deboli, dai non autosufficienti. Avendo la visione di una città che pensa in grande».
Mi dica un atto concreto, il primo passo di questo cammino.
«Per esempio, nel momento in cui Roma avrà a disposizione i nuovi autobus, io farò in modo che questi mezzi svolgano servizio nelle periferie».
Nel suo primo giorno da sindaco, lei ha deciso di incontrare una donna che guida gli autobus, i responsabili del calcio giovanile di Corviale, un bambino di San Basilio e la mamma di un ragazzo affetto da una grave forma di epilessia. Qual è il filo rosso che legava queste scelte?
«Ecco, io voglio essere un sindaco che sta in mezzo alla gente. Un giorno alla settimana, tutte le settimane, voglio trascorrerlo nella città, assieme alle persone, sia per ascoltare che per trovare delle soluzioni che siano vicine alle esigenze dei romani. Sarei un arrogante se immaginassi di avere da solo le soluzioni che servono a una città così complessa».
Lei ha promesso di dare decoro alle periferie. Ma un serio problema di decoro ormai ce l’ha anche il centro di Roma, invaso da migliaia di bancarelle di ambulanti che arricchiscono alcuni clan bene organizzati e ben rappresentati anche in Campidoglio. Pensa di fare qualcosa contro tutto questo?
«Sicuramente sì. Io voglio prima parlarne con la mia giunta, ma certamente anche in centro dobbiamo ripristinare il decoro che merita una grande capitale».
Lei arriva in Campidoglio con un grande progetto in tasca?
«Mi piacerebbe che sul viale Guido Reni, tra l’Auditorium e il Maxxi, negli spazi lasciati vuoti dalle caserme potesse nascere una cittadella dell’artigianato, perché la piccola e media impresa è davvero importante per la nostra città, e un museo della scienza. Qui riconosco un conflitto d’interesse, ma piacerebbe proprio realizzarlo».
La Chiesa non si è schierata in questa campagna elettorale, e ora sta a guardare quello che succederà. Nella sua agenda c’è l’istituzione del registro delle unioni civili?
«Di questa questione discuterò con il Consiglio comunale. Certamente c’è nella mia agenda il riconoscimento di tutti i diritti a tutte le persone, a prescindere dal loro stato di famiglia. Tutte le persone che si amano hanno diritto di vedere rispettati i loro diritti».
Come pensa di portare la città fuori dall’emergenza rifiuti? Cosa vuol fare con la discarica di Malagrotta?
«Malagrotta doveva essere chiusa diversi anni fa. Io sono contrario alla sua riapertura. Ho appena parlato con il presidente della Regione e con il ministro dell’Ambiente e abbiamo deciso di studiare le diverse soluzioni tecniche e di incontrarci nei prossimi tre-quattro giorni per identificare quella giusta».
Traffico: cos’ha in mente, oltre alla chiusura dei Fori Imperiali?
«Vorrei applicare le soluzioni indicate dai tecnici del Comune negli studi che in questi anni sono rimasti purtroppo chiusi nei cassetti: velocizzare il trasporto urbano, per esempio destinando più autobus e più autisti alle linee dell’Atac che vanno dalla periferia verso il centro e viceversa».
Vuole assumere altri autisti?
«Certamente. Siamo sotto l’organico di un buon 20%, e il risultato è che su 166 tram, ogni mattina 76 rimangono nei depositi».
Perché mancano gli autisti o perché sono guasti?
«Per entrambi i motivi. Ma la causa è la stessa: in questi anni non sono stati assunti abbastanza operai meccanici o abbastanza autisti. È chiaro che bisogna intervenire, e con rapidità».
Uno dei suoi manifesti prometteva l’impegno del sindaco per il lavoro. Cosa offrirà ai giovani che ne cercano uno?
«Anche di questo ho parlato con Zingaretti. Vogliamo utilizzare i fondi europei finora inutilizzati per creare un “pacchetto lavoro”. Offriremo ogni anno a diecimila giovani la possibilità di fare formazione o tirocinio con un buono-lavoro di 500 euro al mese, al quale il Comune aggiungerà una tessera di libera circolazione sui mezzi pubblici e una carta di accesso agli eventi culturali ».
La sua bici ha colpito tutti. Pensa di continuare così o a un certo punto passerà anche lei all’auto blu?
«No, vorrei continuare a muovermi in bici. E anche senza scorta ».
I ciclisti applaudono, ma un’associazione di consumatori le ha rimproverato di non aver usato il casco.
«Sì, anche mia figlia. E anche del fatto di aver ascoltato la musica con le cuffie mentre pedalavo. Ascolterò quest’ultimo consiglio. Gliel’ho promesso. Sul casco no, non penso che cambierò le mie abitudini».