V.D.R., Il Sole 24 Ore 13/6/2013, 13 giugno 2013
BRACCIO DI FERRO AD ATENE SULLA CHIUSURA DELLA TV
La decisione del governo greco di chiudere la televisione pubblica Ert ha provocato forti spaccature tra i partiti della coalizione mentre i sindacati hanno annunciato uno sciopero generale per oggi e le rappresentanze dei giornalisti sono in sciopero a oltranza.
Una mossa che sta mettendo a dura prova la coesione della coalizione mentre i dipendenti della Ert hanno sfidato la decisione del governo e hanno continuato a trasmettere programmi via Internet durante tutta la notte nonostante l’ordine di interrompere le trasmissioni alla mezzanotte di ieri.
Gli scenari sono i più vari: se i due partiti che appoggiano il governo guidato dal premier Antonis Samaras votassero contro il decreto legge con cui l’esecutivo ha deciso di chiudere l’azienda radiotelevisiva statale Ert licenziandone tutti i 2.800 dipendenti, il premier potrebbe decidere di presentarsi oggi in Parlamento e chiedere la fiducia.
Alcuni siti web sostengono anche che Venizelos e Kouvelis presenteranno a Samaras un compromesso che, comunque, il premier dovrebbe respingere, forte anche di un sondaggio che gli assegna un 34% delle intenzioni di voto dell’elettorato e che potrebbe indurlo a giocare anche la carta del voto anticipato.
Secondo il Governo la nuova azienda radiotelevisiva statale greca che nascerà dalle ceneri della Ert, chiusa ieri per decisione del governo, si chiamerà Nerit SA ovvero Nuova Radio, Televisione e Internet ellenica e continuerà a percepire un canone. Attualmente il canone è di 4,30 euro mensili, ma il governo ha annunciato la sua sospensione con la chiusura dell’Ert.
Insomma nel ddl depositato in Parlamento si torna a parlare di un ente statale appartenente al settore pubblico e non di vendita ai privati, solo che i dipendenti totali della nuova società caleranno da 2.800 a 1.200. Si tratterebbe quindi di uno smagrimento dell’azienda pubblica, non di una sua cessione ai privati come era sembrato in primo momento dopo che l’asta per la vendita del monopolista del gas greco, Depa, era fallita per il ritiro all’ultimo momento dell’offerta dei russi di Gazprom.
Evanghelos Venizelos, leader del Pasok (socialista), ha chiesto un incontro immediato dei tre leader dei partiti che sostengono il governo, mentre Fotis Kouvelis, leader di Sinistra Democratica, ha chiesto che qualsiasi cambiamento debba essere deciso con la televisione pubblica in funzione. Inoltre entrambi hanno già preannunciato che, quando il decreto legge relativo alla chiusura della Ert arriverà in Parlamento, i loro partiti voteranno contro. Non solo. I due partiti di coalizione, Pasok e Sinistra Democratica, hanno presentato ieri una bozza di legge per cancellare il decreto governativo pubblicato all’inizio della settimana che permette la chiusura delle società pubbliche come l’Ert.
Anche i leader dei partiti dell’opposizione hanno espresso la loro ferma condanna alla decisione del governo. Alexis Tsipras, il leader di Syriza, il partito della sinistra radicale che è anche il maggiore partito dell’opposizione, ha visitato ieri notte la sede della Ert in segno di solidarietà e ha parlato di "colpo di Stato" ed ha chiesto un incontro urgente con il presidente della Repubblica, Karolos Papoulias, ex partigiano nella lotta di liberazione, per fermare il decreto di chiusura.
Fonti vicine al premier Antonis Samaras si dicono certe che la società greca è d’accordo con la sua decisione e che questa è la prima volta che il governo tocca «il cuore del problema del settore pubblico. È mio dovere - ha detto Samaras ai parlamentari del suo gruppo - rispettare gli impegni internazionali della Grecia. La questione del settore pubblico doveva essere risolta entro la fine di maggio e oggi siamo all’11 giugno» ed ha lanciato una pesante accusa di immobilismo ai due partner governativi.
«Finora non abbiamo risolto nessun problema. Il ministro che si occupa del problema è uno dei loro, che cosa ha fatto finora?», ha detto Samaras. «Io ho deciso di chiudere un ente malsano che sperperava il denaro pubblico e funzionava con criteri partitocratici. Al suo posto sarà creata una nuova Ert, moderna e obiettiva».
Anche la Ue è intervenuta sulla vicenda. «Non è stata la Commissione Ue a chiedere la chiusura della tv pubblica greca ERT, una decisione pienamente autonoma che va vista nel contesto di modernizzazione dell’economia greca per rendere efficiente il settore pubblico», ha ribadito in una nota la Commissione Ue.
Ma il mondo dei media e le associazioni di categoria sono preoccupate dalla decisione. Reporter senza frontiere ricorda in un nota come la Grecia occupa l’84/o posto nell’ultima classifica mondiale per la libertà della stampa stilata nel 2013 da RSF e che comprende 179 paesi. Atene ha perso 14 posti rispetto al 2012.