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 2013  giugno 12 Mercoledì calendario

ATENE COSTRETTA A CHIUDERE LA TV DI STATO

«Il paradiso degli sprechi, cioè la tv pubblica greca, Ert, verrà chiuso temporaneamente dalla mezzanotte di oggi e i suoi 2.800 dipendenti verranno licenziati». Lo ha annunciato a sorpresa il portavoce del Governo Simos Kledikoglu, spiegando che la Ert, (Elliniki Radiofonia ke Tileorasi), la Rai greca, sarà sostituita «da una struttura moderna ma non di proprietà dello Stato», che opererà con personale molto ridotto. I dipendenti saranno sospesi fino alla riapertura, che si verificherà «il prima possibile», secondo le parole di Kedikoglou, probabilmente tra tre mesi.
Non è ancora chiaro quanti dipendenti saranno riassunti nel nuovo ente, un NewCo, ma il portavoce ha assicurato che coloro che perderanno il posto di lavoro saranno indennizzati mentre circa 700 di essi potranno andare in pensione anticipata.
Una rassicurazione talmente vaga che non ha affatto convinto le unioni sindacali dei lavoratori che hanno fatto sapere che continueranno la messa in onda dei programmi televisivi in autogestione.
La questione della chiusura dell’azienda radio-televisiva statale sembra anche destinata a mettere di nuovo a dura prova i già tesi rapporti tra i partiti della coalizione governativa dove sia il Pasok (socialista) sia Sinistra Democratica, entrambi partner minoritari della coalizione di Governo con Nea Dimokratia, si sono subito dichiarati contrari alla decisione del Governo guidato da Antonis Samaras.
La clamorosa mossa rientra nell’ambito del programma delle privatizzazioni delle aziende a partecipazione statale concordato con la troika (Ue, Bce e Ue) che spinge senza successo da mesi per la messa sul mercato dei beni pubblici ellenici. Un terreno minato dove, da ultimo, va registrato il "flop" della messa sul mercato della Depa, la società del gas ellenico, che ha visto andare deserta l’asta dove il gigante del gas russo, Gazprom aveva manifestato il suo interesse, poi ritirato all’ultimo momento.
Il portavoce del Governo greco ha ricordato che non ci sono «vacche sacre» in questa crisi, e non sono più tollerabili sprechi come l’Ert, che riceve dal popolo greco, attraverso le bollette dell’energia, 300 milioni di euro l’anno come canone. «Al posto di Ert appena possibile tornerà un servizio moderno. La società pubblica verrà sostituita da una nuova struttura entro tre mesi», ha spiegato il portavoce.
Kedikoglou ha proseguito affemando che «in un momento in cui al popolo greco vengono imposti sacrifici non ci possono essere entità intoccabili che possono restare intatte quando si applicano tagli ovunque». E la Ert è un caso particolare di «sacche di opacità e incredibile spreco di denaro pubblico: costa da tre a sette volte le altre tv e ha da quattro a sei volte il personale di altre strutture con ascolti ridotti. Per questo il Governo ha deciso di chiudere la Ert». La società pubblica ha uno share di appena il 10% con cinque canali: il primo canale generalista ET1, il secondo chiamato Net, di informazione, il regionale ET3 con sede a Salonicco che copre le notizie del Nord del Paese, Ert World e Ert HD. Inoltre la Ert ha 29 radiostazioni, siti web, un settimanale, oltre all’Orchestra Sinfonica nazionale e l’Orchestra di Musica contemporanea.
I maggiori canali privati greci invece sono "Mega", che appartiene a un consorzio di editori, "Antenna", dell’armatore Kyriacou, e "Skai Tv", proprietà sempre di un altro armatore, Alafouzos, che pubblica anche il maggiore quotidiano del Paese di ispirazione conservatrice, Kathimerini che si contrappone a Ta Nea di orientamento liberal.
La mossa del Governo Samaras si inserisce in un filone di riduzione del personale pubblico: l’esecutivo greco in precedenza aveva deciso di licenziare 15mila statali entro il 2015 considerati in esubero su indicazione sempre della troika.
Una decisione cui non sono tardate le reazioni. A cominciare da quelle di settore con le altre stazioni radio-tv private greche che hanno deciso, da ieri sera, un blackout informativo, sospendendo la trasmissione di notiziari e tg per solidarietà con i colleghi licenziati della Ert.
L’annuncio del Governo ha riproposto il tema della pluralità dell’informazione greca e della sua qualità. La scarsa autorevolezza dei media ellenici è stata spesso ritenuta uno delle concause della crisi economica.
Alexis Papachelas, direttore di Kathimerini, aveva dichiarato al Sole 24 ore nel dicembre 2012 che la bassa qualità dei media greci, in particolare dei talk show televisivi, dove tutti gridano e nessuno spiega o ragiona pacatamente, era stato una delle cause che aveva favorito l’occultamento all’opinione publica delle cause della crisi economica così a lungo.
«Tutti i canali privati greci, che hanno già il 90% dello share totale, sono di proprietà di appaltatori o fornitori di beni e servizi dello Stato, quindi a persone che fanno business con il settore pubblico», spiega spiega Dimitri Deliolanes, corrispondente della Ert in Italia.
«Un intreccio pericoloso con il potere politico che ha bisogno di sostegno mediatico e in cambio può cedere a favoritismi. Questa anomala situazione dei media è uno dei motivi della crisi greca», conclude Deliolanes.