Emiliano Liuzzi, il Fatto Quotidiano 11/6/2013, 11 giugno 2013
ASSEMINI E POMEZIA, 5 STELLE IN COMUNE
Non c’è niente da esultare. Le facce a Montecitorio dei grillini la dicono lunga. La dicono lunga anche le beghe alle quali ruotano attorno da settimane, senza venirne a capo. Il Movimento 5 stelle, dalla tornata amministrativa, può solo intravedere qualche spiraglio: i loro candidati si sono aggiudicati due dei tre ballottaggi nei quali erano in corsa: avranno il sindaco di Pomezia, in provincia di Roma, e quello di Assemini, comune in Sardegna di 27 mila abitanti, conosciuto per le ceramiche e la produzione della Birra Ichnusa, uno dei marchi da esportazione dell’isola.
Davanti alla sede del Movimento 5 stelle, ad Assemini, in molti hanno atteso l’arrivo del neo sindaco che ha sbaragliato al ballottaggio, Luciano Casula, sindaco uscente, sostenuto dal centrosinistra. Il nuovo sindaco a Cinque stelle si chiama Mario Puddu, è un ingegnere edile di 40 anni ed è alla sua prima esperienza politica. La sua campagna elettorale, condotta in bicicletta e incentrata sul risanamento del territorio, piano urbanistico comunale, hanno convinto gli elettori. L’altro grillino a indossare la fascia tricolore, invece, sarà Fabio Fucci, 34 anni, informatico, che con un 63% di consensi ha fatto fuori al ballottaggio Omero Schiumarini, un navigato della politica locale di Pomezia, astuto e capace di vantare ora un’alleanza col Pd, ma con un passato nelle file di Forza Italia e An. Così presentandosi come “nuovo e onesto” Fucci ha sfondato in questo comune a sud di Roma, con l’economia in crisi, in un territorio esposto ad infiltrazioni della criminalità organizzata, perennemente in lotta con abusivismo e rifiuti. Fucci, appena eletto, ha anche commentato la situazione del Movimento 5 stelle, alle prese con malumori e dissidenti: “Noi in crisi? Grillo non ha bisogno di consigli, gli devo e gli dobbiamo tutti molto. Ci ha permesso di affrontare temi e argomenti che fino a poco tempo fa erano lontani dalla politica, troppo lontani. È stato il promotore, ha fatto nascere questa realtà e gli dobbiamo tutti un grande riconoscimento”.
DUE SINDACI che vanno ad affiancare le quattro giunte che sono già saldamente in mano a Grillo: quella di Federico Pizzarotti a Parma, di Roberto Castiglion nel comune di Sarego, in provincia di Vicenza, del ventinovenne Marco Fabbri a Comacchio, nel Ferrarese, e di Alvise Maniero a Mira, città alle porte di Mestre. Non ce l’ha fatta, invece, il candidato sindaco del comune in provincia di Venezia, Martellago. Il grillino Antonio Santoliquido si è fermato al 31,9%, lasciando la poltrona di sindaco a Monica Barbiero, Pd, che invece ha incassato il 68,1% dei voti.
Non un successo sicuramente, anche dato dalle aspettative del trionfo alle elezioni politiche, quello di Grillo. Nonostante lui stesso stenti ad ammetterlo, si aspettava di più. Invece il flop, al primo turno, è maturato. Incerta ancora la situazione in Sicilia: a Catania il candidato del Movimento 5 stelle praticamente non è pervenuto, meglio è andata a Ragusa, dove potrebbe andare al ballottaggio.