Giampiero Gramaglia, il Fatto Quotidiano 11/6/2013, 11 giugno 2013
SINDROME USA DOVE LA MAGGIORANZA E’ IL 26%
Andatelo a dire al presidente Usa, che è un presidente dimezzato perché lo scelgono solo la metà o poco più dei potenziali elettori. Le democrazie mature, quelle almeno dove il voto non è obbligatorio pena sanzione, sono ormai evolute verso tassi di partecipazione bassi: assuefazione al rito della scheda, intolleranza alla politica, fatto sta che una metà decide per tutti, che il 26% fa maggioranza assoluta. A Los Angeles il sindaco è stato eletto, a fine maggio, dal 15% degli aventi diritto: e in effetti qualche mugugno c’è stato sulla sua rappresentabilità. Ormai, le code ai seggi, le affluenze alle urne alte paiono patrimonio di Paesi che s’affacciano alla democrazia post dittature o guerre. Ma ci resta la convinzione che le nostre elezioni siano più democratiche, più ‘vere’, e i risultati meno manipolati, più equi di quelli dove bisogna protrarre l’apertura dei seggi per far votare tutti e mostrare il dito intinto nell’inchiostro anti-frode.