Stefano Carrer, Il Sole 24 Ore 11/6/2013, 11 giugno 2013
TOKYO, IL PIL CRESCE OLTRE IL 4%
TOKYO. Dal nostro corrispondente
La terza economia mondiale (Giappone) accelera il passo di marcia da poco intrapreso; la seconda (Cina) rallenta la sua corsa; la prima (Stati Uniti) appare su una traiettoria positiva ma non troppo. A mercati cinesi chiusi, è stata la Borsa di Tokyo a trarre ieri la sintesi più favorevole di questo scenario, con un recupero dell’indice Nikkei di oltre 636 punti - massima performance giornaliera in punti da fine ottobre 2008 - ovvero di quasi il 5%, a ruota della pesante correzione di circa il 20% avvenuta nelle ultime due settimane. Così la Banca centrale giapponese appare meno sotto assedio: non è escluso, però, che oggi - al fine di portare più stabilità sul mercato obbligazionario e anche in Borsa - annunci nuove misure espansive, come l’estensione della durata dei suoi prestiti agevolati al tasso fisso dello 0,1% da un anno a due o tre anni.
Una misura a beneficio diretto delle banche con il più ampio obiettivo di calmierare le pressioni rialziste sui tassi a lungo. Lo spunto principale per il forte rimbalzo dei corsi è venuto dal precedente progresso di Wall Street legato ai dati sull’occupazione Usa, che hanno rafforzato la sensazione che la Fed non avrà fretta nel rientrare dalla sua politica espansiva. Così, in parallelo a un rafforzamento del dollaro sullo yen, gli investitori hanno ripreso a comprare su Tokyo (sia pure con volumi meno intensi), confortati anche dalla revisione al rialzo del Pil giapponese del primo trimestre. L’economia nipponica è cresciuta a un tasso annualizzato del 4,1% e non a quello del 3,5% della stima preliminare (+1% sul trimestre precedente anziché +0,9%), grazie soprattutto a una migliore lettura degli investimenti di capitale(-0,3% anziché meno 0,7%).
È una buona notizia per il premier Shinzo Abe, che venerdì farà approvare una serie di misure economiche il cui annuncio ha lasciato freddi gli investitori: d’altra parte, era difficile attendersi da lui notizie clamorose prima delle elezioni per il rinnovo parziale della Camera Alta del 21 luglio. Di «aspettative irrealistiche» sull’ultimo discorso di Abe parlano gli analisti di Daiwa, secondo cui la «terza freccia» dell’Abenomics (riforme e misure concrete per il rilancio dell’economia, dopo la politica monetaria e gli stimoli fiscali) «non è vero che abbia mancato il bersaglio: semplicemente non è ancora davvero partita»: non c’è da attendersi che la BoJ si faccia prendere dal panico, ma è possibile che oggi si impegni a fornire maggiore liquidità a lungo termine e magari persino annunciare un più fitto programma di acquisto di bond.
Altri elementi segnalano la tendenza al miglioramento dell’economia nipponica. Ad aprile il surplus delle partite correnti è raddoppiato rispetto a un anno fa a 750 miliardi di yen (7,6 miliardi di dollari) grazie a entrate da record provenienti dalle attività all’estero (2.116 miliardi di yen) agevolate dallo yen debole: un dato che "copre" quello negativo sul deficit commerciale (818 miliardi di yen), avviato a diventare permanente. In maggio, inoltre, la fiducia dei consumatori appare in ascesa (a 45,7 dal 44,5 in aprile, secondo un sondaggio ufficiale) e il numero dei fallimenti aziendali è sceso del 9% - settimo mese consecutivo di declino - mentre i volumi del credito bancario risultano in rialzo di circa il 2%.
Gli ultimi dati arrivati dalla Cina, invece, lasciano ipotizzare che nel secondo trimestre la sua crescita risulterà piuttosto deludente a causa della debolezza della domanda sia interna sia estera. A maggio, per esempio, l’export è salito solo dell’1% (il passo più lento da quasi un anno) e risulta in calo sia verso gli Usa sia verso la Ue. Contro ogni previsione, l’import è sceso (dello 0,3%), con cali a doppia cifra per quello di alcune materie prime. «La Cina è diventata l’elefante nella stanza» dei trader, ritiene il capo strategist di Saxo Bank Steen Jakobsen, secondo il quale oggi la crescita cinese non starebbe andando oltre il 5%.