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 2013  giugno 11 Martedì calendario

LA DONNA CHE ODIA LE QUOTE ROSA È L’AD PIÙ PAGATO DELLA CITY

LONDRA È una grande notizia per le donne ma pessima per quelli che si ostinano a difendere le cosiddette «quote rosa» nei cda delle aziende: i posti riservati al gentil sesso perché «non rappresentato» in modo adeguato. Si scopre, infatti, che per la prima volta nella storia è una donna il top manager più pagato della City ma lei è anche una fiera oppositrice di questo tipo di aiuti. «Il genere non conta. Conta l’esperienza, la leadership e la visione», ha detto l’americana Angela Ahrendts, ceo di Burberry, che conquista il primo posto fra i boss del Ftse 100, il principale indice azionario di Londra. Nel 2012 ha guadagnato, fra denaro e azioni, un pacchetto da 16,9 milioni di sterline (quasi 20 milioni di euro) contro i 12,16 milioni di pound (14 milioni di euro) del secondo classificato, Angus Russell di Shire, e i 9,72 (11,4 milioni di euro) di Graham Mackay, SABMiller.
La 53enne top manager, originaria dell’Indiana e con tre figli, ha trasformato la compagnia di abbigliamento britannica in un colosso mondiale con un giro d’affari da 6,3 miliardi di sterline. Non si può nemmeno dire che Angela abbia avuto una vita e una carriera facili. Arriva dalla provincia americana e da una famiglia modesta che ha faticato per farla studiare. Lei ha coltivato sempre il pallino della moda ed è riuscita, arrivando da un contesto non certo rinomato per la cultura del settore fashion, a conquistare la guida di un colosso europeo diventato leader di settore e non più solo marchio legato ai celebri soprabiti. Nonostante la sua straordinaria affermazione c’è chi ancora nel Regno Unito chiede che si arrivi alle quote rosa. Come Frances O’Grady, segretario generale del sindacato Tuc, secondo cui, nonostante il successo della Ahrendts, la City resta un mondo dominato da uomini. Altri pensano che la presenza delle donne ai massimi vertici delle aziende non sia un fatto scontato neanche in Gran Bretagna.