Massimo Galli, ItaliaOggi 12/6/2013, 12 giugno 2013
MAI COSÌ BASSO L’ORO A LONDRA
L’oro continua la sua discesa. Ieri a Londra il metallo giallo si è portato sotto la soglia di 1.370 dollari l’oncia, ai minimi da tre settimane, per poi recuperare nel pomeriggio e chiudere a 1.374. Si tratta pur sempre di quotazioni basse: da inizio anno i valori sono diminuiti di quasi il 20%, molto distanti dalla vetta di 1.900 dollari toccata nel settembre 2011.
Allora diversi osservatori avevano previsto che l’oro avrebbe superato la barriera dei 2 mila dollari. Cosa che, invece, non si è verificata.
La flessione delle quotazioni ha registrato un’accelerazione tra aprile e maggio. Contemporaneamente, non a caso, la borsa di New York conosceva una spettacolare progressione. Gli investitori sono tornati a credere nella capacità di crescita dell’economia americana e ora preferiscono puntare sui titoli azionari, che offrono rendimenti allettanti. Il valore di bene rifugio, tradizionale per l’oro, ha cominciato a sgonfiarsi.
Un ruolo determinante nello spostamento delle strategie di investimento è giocato dalla sensazione che la Fed, la banca centrale Usa, si avvii verso una riduzione delle politiche di quantitative easing (alleggerimento quantitativo), che l’hanno vista negli ultimi anni acquistare massicciamente titoli obbligazionari in mano alle banche per immettere liquidità nel sistema. In questo caso il dollaro avrebbe buone possibilità di rivalutarsi e questo determinerebbe una ulteriore perdita di interesse per il metallo prezioso.
C’è chi, come l’economista americano Nouriel Roubini, non ha dubbi: la corsa all’oro è finita e le quotazioni sono destinate a scivolare intorno a mille dollari nel 2015. Quanto alla valutazione in euro, il ribasso è meno significativo: da inizio anno il lingotto è sceso del 15%. Il marengo, la moneta francese da 20 franchi, attualmente vale intorno a 206 euro rispetto ai 240 di gennaio.