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 2013  giugno 12 Mercoledì calendario

AL DI LÀ DELL’UOMO E DELLA DONNA

«Sex: not specified» (sesso non specificato) è oggi una dicitura ufficiale dei certificati di nascita in Australia. Norrie May-Welby, 52 anni, un australiano che afferma di non essere né un uomo né una donna, è stato ufficialmente riconosciuto come privo di sesso sul suo certificato di nascita.

L’ufficializzazione su questo certificato rappresenta un passo più avanzato rispetto alla dicitura sul solo documento di identità, perché attesta ufficialmente una diversità congenita, connaturata fin dalla nascita. Un traguardo a lungo inseguito dalle comunità Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) e sempre ostacolato dal dato cromosomico.

Di origine britannica, Welby era nato uomo, ma si sottopose a un’operazione chirurgica per cambiare sesso nel 1990, a 28 anni. Quando però l’esperienza come donna si rivelò infelice, optò per la condizione di neutro, ingaggiando una battaglia legale con lo stato del New South Wales per farsi riconoscere come sexless, privo di identità sessuale, fin dalla nascita.

In una prima fase Welby aveva vinto la sua battaglia, costringendo il New South Wales, nel 2010, ad alterare il certificato di nascita, inserendo accanto a maschile e femminile anche la categoria «non specificato». In seguito la decisione fu ribaltata, ma Welby fece ricorso. Oggi, a distanza di tre anni, l’australiano ha vinto nuovamente la sua causa: la Corte suprema del New South Wales ha stabilito definitivamente che non esiste l’obbligo legale di specificare se si è maschi o femmine, ma si deve essere liberi di optare per una terza categoria sessuale, non specifica.

Si tratta di una novità, soprattutto per il fatto di investire il documento di nascita. Nel 2011 l’Australia aveva già introdotto nuove regole per i propri passaporti, che permettono ai residenti di identificarsi non solo come maschio o femmina, ma anche come undetermined (indeterminato). Nello stesso anno anche il ministero degli interni britannico aveva comunicato che, in nome dell’uguaglianza transessuale, stava prendendo in considerazione l’ipotesi di omettere ogni riferimento al sesso dei titolari di passaporti. Gli oppositori, però, avevano stoppato il provvedimento asserendo che avrebbe posto un peso indebito sull’agenzia frontaliera, anche a causa delle incertezze operative sul modo in cui attuarlo.

Non mancano neppure tentativi di allevare bambini neutri, come quelli dei canadesi Kathy Witterick e David Stocker, che, già genitori di due maschietti, nel 2011 hanno annunciato l’intenzione di crescere il proprio terzogenito come genderless (privo di genere) in «omaggio alla libertà e alla scelta». In attesa di conoscere le reazioni del piccolo, di nome Storm, esiste già una casistica di riferimento in tema di educazione a una sessualità diversa dal dato anatomico. In particolare, si segnala l’esperimento scientifico effettuato negli anni 70 dal dottor John Money, della Johns Hopkins Hospital di Baltimora, su un bambino che da neonato, a causa di un errore alla circoncisione, era rimasto mutilato del pene. Trattato con ormoni e allevato dai genitori e dagli psicologi a considerarsi femmina, non accettò mai l’identità che gli era stata assegnata.

Ciononostante, il caso fu a lungo riportato come un successo in pubblicazioni del settore, in base a quanto riferito dallo stesso scienziato.

La storia vera, finita con il suicidio in età adulta dell’ex bambino-bambina e, a distanza di due anni, del suo fratello gemello, è stata raccontata da John Colapinto nel 1997 nel libro As Nature Made Him (Come natura l’ha fatto).