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 2013  giugno 12 Mercoledì calendario

L’ASSESSORE CAMPANO MARTUSCIELLO ORDINA L’USO DEL LEI CON I CITTADINI

Benché poi sia stato abbondantemente incoraggiato, il «lei» ripristinato nel linguaggio comune è stato considerato, soprattutto nel Meridione, dove il «voi» ha spadroneggiato a lungo) un pronome allocutivo insidioso, quasi una spinta proditoria alle spalle, spesso causa di inciampi nella coniugazione del verbo e di frasi sghembe che come percorsi accidentati spuntati dietro a una curva mandano gambe all’aria qualunque concentrazione. Insomma, il «lei», al Sud, è rimasto un po’ forestiero. Con quel suo narcisistico distacco settentrionale, poco disponibile ad entrare in confidenza. Tutto vero. Tanto che in una circolare interna, diffusa tra i dipendenti, l’assessore alle attività produttive della Regione Campania, Fulvio Martusciello, è stato indotto a prendere carta e penna per raccomandare l’uso del «lei». Anzi, per sancirne l’ufficialità. «Colgo l’occasione», scrive Martusciello rivolgendosi al coordinatore dell’area, vale a dire al vertice amministrativo del suo assessorato, «affinché inviti tutti i dirigenti a rivolgersi con il lei a qualsiasi utente che interagisca con questa area anche in presenza di rapporti di amicizia consolidati che potranno svilupparsi nelle forme confidenziali al di fuori dell’orario di ufficio». Si vede che negli affollati uffici della Regione Campania la confidenzialità è tale da far cadere ogni barriera di carattere formale tra dirigenti, impiegati e cittadini-utenti. Nella stessa circolare, Martusciello chiede ai dirigenti di rendere tracciabile ogni pratica che sia oggetto di valutazione da parte degli uffici dell’assessorato regionale alle attività produttive: «Al fine di ottimizzare il lavoro dell’area da Lei coordinata» scrive ancora l’assessore della giunta Caldoro, rivolgendosi sempre al coordinatore. «La invito a voler rendere edotti i dirigenti di specificare in calce ad ogni richiesta quando questa è stata assegnata e quando viene lavorata. Ciò al fine di ridurre a zero il tempo in cui la singola pratica giaccia senza lavorazione. Comprenderà la necessità assoluta che il privato che interagisce con la pubblica amministrazione abbia tempi certi e anche in presenza di risposte negative».