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 2013  giugno 12 Mercoledì calendario

COSIMO MELE IN FESTA: «SCORDATE POCAHONTAS IL SOTTOSCRITTO RINASCE»

Qual era il soprannome della ragazza?
«Mhmmm... Pocahontas».
Come la ragazza indiana del film di Walt Disney?
«Esatto... Ma dobbiamo proprio parlarne, in un giorno così?».
D’accordo, è un giorno speciale.
«Speciale? Di più, di più...».
Senta: non crede che...
«Oh oh oh... Vuole intervistarmi? E allora spieghiamo che è un giorno speciale perché Cosimo Mele, cioè il sottoscritto, a 56 anni, rinasce. Sono il nuovo sindaco di Carovigno! Capitooo? Sin-da-co! Ho vinto sostenuto da sette liste civiche contro tutto il Pdl. Un capolavoro politico! I miei concittadini hanno creduto in me, e nel mio programma. Però, certo, lo ammetto...».
Ammette cosa?
«Beh... risalire la scalinata dell’inferno non è stato facile, no. Perché cinque anni e undici mesi fa è lì, è all’inferno che precipitai».
(Sera del 27 luglio 2007, Roma, via Veneto, hotel Flora: i portantini caricano sull’ambulanza una donna. Indossa un vestitino di seta rosso. I capelli neri sciolti le nascondono parzialmente il viso. S’intravedono occhi chiusi, una carnagione scura, s’intuisce un respiro lento. Collasso da cocaina. Si chiama Francesca Zenobi, è un’ex commessa, nel giro delle escort romane è nota con il soprannome di «Pocahontas». Su, in camera, con lei, c’erano una sua amica ucraina, Maria Zdrenik, e lui: Cosimo Mele, deputato dell’Udc).
«Che storia tremenda... una carriera politica stroncata, perché dall’Udc mi dimisi subito. E una famiglia distrutta, perché poco dopo mi lasciai anche con la mia seconda moglie».
Quanto si è pentito?
«Mah...».
Si è pentito o no?
«È peccato avere una passione per le donne? No, dico io, non è peccato».
Ci sono ancora due processi in corso. Pocahontas è accusata di tentata estorsione nei suoi confronti, lei deve difendersi dall’accusa di «cessione di stupefacenti».
«Appunto, strascichi. La verità è che io non solo non so cosa sia la droga, ma quella Pocahontas, tra l’altro, nemmeno la sfiorai. Lei era per un mio collega...».
Chi?
«Per un mio collega, e basta. Solo che lui non si presentò, e così io rimasi con tutte e due. Fu un puro caso. Io sono all’antica, non mi piacciono i giochetti a tre. I bunga bunga veri sono arrivati anni dopo, ma ad essere trattato come un mostro sono stato solo io. Lasciamo stare, va...».
(Fuori intervista, il sindaco chiede un piacere: «Può scrivere che qui, nel Brindisino, abbiamo un mare pazzesco? No, sa: nel mio programma ci sarebbe il rilancio del turismo...»).
Fabrizio Roncone