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 2013  giugno 12 Mercoledì calendario

I COLLEGHI: NON SEMBRAVA PERICOLOSA... E ADELE LA «NEUTRA» GETTO’ LA BOMBA —

La senatrice Adele Gambaro — 49 anni il prossimo 27 luglio, sposata, due figli, una laurea in Relazioni internazionali a Ginevra, un master in Diritto europeo a Parigi, due lingue straniere parlate e scritte, un curriculum di tutto rispetto come consulente di enti pubblici e piccole e medie imprese «sulle opportunità finanziarie dell’Unione Europea» — alle Comunali di Bologna del 2009 prese zero voti. Nel senso che neanche lei si votò e non fece proseliti neppure tra parenti e amici. Poi, miracolata dal Porcellum come tanti altri, nel 2013 ha conquistato un seggio senatoriale forte di una fede (apparentemente) indiscutibile in Beppe Grillo, tanto da farle scrivere ai colleghi cittadini del suo meet up: «Penso a un parlamentare che ove perdesse la sintonia con il Movimento e con i suoi ideali si dovrebbe dimettere, semplicemente....». E, dunque, una volta sbarcata a Palazzo Madama, Adele Gambaro non si è mai messa in mostra: non ha fatto comunella con i dissidenti un po’ folkloristici tipo il ciociaro Marino Mastrangeli che andava spesso in tv, non ha congiurato con i siciliani guidati da Mario Giarrusso che votarono per Grasso contro le indicazioni di Grillo. Insomma, spiega adesso un collega senatore, «è sempre stata neutra, un colpo alla botte e uno al cerchio, pacata: insomma, una non pericolosa, un’insospettabile. Invece, eccola qua, con questa bomba....».
Lo spessore di Adele inizia a venire alla luce giovedì scorso, quando al Senato l’ex capogruppo Vito Crimi e Mario Giarrusso duellano l’uno contro l’altro sul mancato voto del primo per il presidente della giunta per le immunità. Lei, invece, mostra fiuto e capisce che l’orizzonte strategico per il Movimento è un altro dopo la batosta elettorale del primo turno. Così, sei giorni fa, nell’indifferenza generale, la senatrice grillina — che molti liquidano come «una del giro di Nick il nero», il camionista filmaker ingaggiato e liquidato dallo staff del M5S — viene intervistata una prima volta da Andrea Bonini di Sky al quale dice, con pacatezza e proprietà di linguaggio, che certi toni apocalittici contro il Parlamento e le istituzioni non vanno bene, non portano da nessuna parte. L’appello però cade nel vuoto: tant’è che lo stesso Grillo, a stretto giro di posta, spara contro il «Parlamento tomba maleodorante». A quel punto passano altri cinque giorni e nessuno si cura di quella senatrice anonima che spesso si confonde con la tappezzeria e gli stucchi di palazzo Madama. Grillo incassa il disastro elettorale del M5S parlando di «marcia lenta ma inesorabile». Lei no, non ci sta: forse sul treno che la riporta a Roma dopo la proclamazione dei risultati elettorali, metabolizza quello che molti parlamentari grillini si dicono in privato ma non hanno il coraggio di proclamare. E così ieri pomeriggio, il bravo Bonini di Sky la convince a commentare davanti alle telecamere il modestissimo risultato elettorale del Movimento. E la Gambaro stavolta non delude. Anzi, proprio nel giorno in cui la flotta di Grillo è in rotta, lei inquadra nel suo mirino la linea di galleggiamento della corazzata a Cinquestelle. E fa partire un siluro micidiale: «Stiamo pagando i toni e la comunicazione di Beppe Grillo, i suoi post minacciosi, soprattutto quelli contro il Parlamento...Il problema del Movimento è Beppe Grillo». Il tempismo è devastante. Non male per una mamma, seppure plurilaureata, che i colleghi bollavano come pura «tappezzeria». Una «del giro di Nick il nero».
Dino Martirano