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 2013  giugno 09 Domenica calendario

SESSO, CORNA E ANIMALI PRIMA FIRMI E POI TI SPOSO

«Stanno benissimo insie­me, le loro nevrosi s’incastrano alla perfezione» diceva un personaggio di Scoop, da copione di Woody Allen. Purché sia tut­to chiaro in partenza - era il sen­so - la coppia va che è una mera­viglia. Ne L’amore ha due facce, Jeff Bridges offriva la sua vita di partner sul giornale: la convi­venza (da clausola nero su bian­co) bandiva il sesso, pura fonte di guai. Ma Mark Zuckerberg (il Ceo di Facebook) fa sul serio: non esce da nessun film e convola a noz­ze con la sua Priscilla Chan dopo averle fatto firmare un accordo preciso. La no­stra vita, dol­ce Priscilla, è tutta scritta qua. E il noc­ciolo pare sempre quello: quanto tempo «stare insieme». Nel senso coniugale, biblico, anatomico dell’espres­sione. Alme­no una notte a settimana. Va bene, dice Priscilla al suo Cali­mero milionario: a patto che tu garantisca a me 100 minuti settimanali di «quality time». Cen­to, come in una carta prepagata, come nella canzone di Cate­rina Caselli. E l’archetipo per cui la felicità di lui sotto le len­zuola sia una moneta di scam­bio per il «benessere» di lei fa tombola; l’espressione «quali­ty time» significa proprio «fare insieme qualcosa di bello e di edificante». L’amore ha sem­pre due facce. Non sono i primi, Mark e Priscilla, ad aver siglato dei patti. A Hollywood volano sanzioni esorbitanti nei cosiddetti «pre­nup» (gli ac­cordi prema­trimoniali) soprattutto in ca­so di tradi­mento. Justin Timberlake e Jessica Biel hanno accor­dato una cifra di 500mila dolla­ri se lui commette adulterio. Charlie Sheen (reso noto dalla saga di Scary Movie ma con più matrimoni che film all’attivo), alle terze nozze, pattuì una mul­ta con la moglie, Bond-girl, De­nise Richards: 4 milioni di dolla­ri a consolare l’infedele. Ca­therine Zeta Jones sapeva chi sposava, quando si promise sull’alta­re a Michael Douglas: l’at­tore, 25 anni più anziano di lei, era affetto da patologica dipendenza sessuale, curata per anni da psichiatri e cliniche. In caso di divorzio, la Jones gli ha fatto mettere nero su bianco un mantenimento di 2,8 milioni di dollari l’anno, più un bonus di 5 milioni di dollari. Sembra che il fallimento di noz­ze che paiono così difficili in partenza, l’esaurimento di energie votate a una causa per­sa, la lotta contro i mulini a ven­to, meritino una liquidazione con tutti i crismi. Se non puoi restituirmi tempo e dignità, perlo­meno dammi i quattrini. Nico­le Kidman, invece, avrebbe im­posto al marito Keith Urban di non ricorrere mai a droghe ille­gali: pena la rinuncia, da parte del cantante, ai soldi di lei. Ma voci di corridoio (e la rivista Life& Style) parlano di un accordo singolare tra Katie Holmes e l’ex marito Tom Cruise. 33 milioni di dollari l’anno nelle tasche della signora per essere la sua consorte. Non sarebbero stati i primi. Liz Taylor, come moglie, sarebbe valsa al marito Larry Fortensky un premio di 1 milio­ne di dollari per 5 anni di matrimonio. Un pacchetto concorda­to e, una volta tanto, il «premio» corre dalle casse della donna a quelle del suo uomo (e non il contrario). Poi però ci sono Wil­liam e Kate. Il Telegraph raccon­ta che, in un primo momento, il principe del Regno Unito aveva considerato la possibilità di pat­tuire clausole, piccole norme, «cosa succede se». Ma alla fine la sola idea è diventata carta­straccia: l’erede alla corona ha sposato Kate accordandole una cosa soltanto: la sua fiducia al 100%. Anche questi sono pat­ti, da coscienza a coscienza. Per qualcuno potrebbe essere il vin­colo più gravoso: se falliamo non mi devi nulla, ma la mia infelicità dovrai guardarla in fac­cia.
«I ricchi - ha dichiarato F. Ben­nett, avvocato divorzista di Mar­lon Brando e molte star di Hollywood - sentono di avere mol­to più potere degli altri, di poter comprare tutto e tutti». Ma un accordo prematrimoniale, a Hollywood, può fondarsi an­che solo su dove finirà il micio o il cavallo, se la coppia naufraga. Può impedire al coniuge di sta­re impalato davanti alla partita di football, se questa lo distrae dalla famiglia. Tutto sta a sape­re, prima di firmare il contratto. Io sono questo: prendere o la­sciare. Un premio per sopportarmi, uno per lasciarmi anda­re. L’amore non si compra ma il disamore ha un prezzo. E non si dica che questo mercato non è trasparente.