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 2013  giugno 11 Martedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - DOPO I BALLOTTAGGI E IL PRIMO TURNO DELLE ELEZIONI SICILIANE: IL CROLLO DI CINQUESTELLE


REPUBBLICA.IT
ROMA - Dopo il flop elettorale delle amministrative, è esplosa la tensione all’interno del Movimento 5 Stelle. Ad accendere la miccia sono state le dichiarazioni rilasciate a SkyTg24 dalla senatrice Adele Gambaro: "Due comuni conquistati non sono un successo, ma una debacle elettorale. Inoltre ci sono percentuali molto basse. Stiamo pagando - ha rincarato la dose - i toni e la comunicazione di Beppe Grillo, i suoi post minacciosi. Mi chiedo come possa parlare male del Parlamento se qui non lo abbiamo mai visto. Lo invito a scrivere meno e osservare di più. Il problema del Movimento è Beppe Grillo. Invece di incoraggiarci, scrivendo questi post ci mette in cattiva luce. Credo che altri abbiano le mie stesse idee; il disagio c’è ed è evidente".
La replica di Beppe Grillo non si è fatta attendere. Dopo aver postato sul proprio blog le parole della senatrice Gambaro, il leader del M5S ha risposto, aprendo una sorta di virtuale referendum su se stesso: "Vorrei sapere cosa pensa il Movimento 5 Stelle di queste affermazioni. Ditemi se sono io il problema".
E poi l’ha invitata a farsi da parte: "La senatrice Adele Gambaro ha rilasciato dichiarazioni false e lesive nei miei confronti, in particolare sulla mia valutazione del Parlamento, danneggiando oltre alla mia immagine, lo stesso Movimento 5 Stelle. Per questo motivo la invito per coerenza a uscire al più presto dal M5S. Uno vale uno quando rispetta, vive e conosce a fondo l’etica politica del progetto a
cui partecipa - ha scritto Grillo- uno vale niente, quando scopre che la propria ’etica’ coincide con quella di partiti altrui, ma prende in giro i propri compagni di strada restando solo per costruirsi un potere personale".
Poi ancora un altro affondo. Gambaro, accusa il leader, si vuole solo "assicurare un posto al sole, allora è uno che non vale proprio niente", uno "vale niente, quando scopre che la propria etica coincide con quella di partiti altrui, ma prende in giro i propri compagni di strada restando solo per costruirsi un potere personale. Uno vale uno quando ci mette la faccia". Uno vale uno - scrive ancora Grillo - quando è consapevole che l’opportunità unica che gli è stata offerta non è per i suoi meriti, ma per servire un paese alla canna del gas e i suoi disperati cittadini. Quando invece crede di essere diventato onorevole per chissà quali fortune, per chissà quali divine investiture, e usa il progetto di milioni di italiani per promuovere se stesso e assicurarsi un posto al sole, allora è uno che non vale proprio niente".
I deputati grillini si sono schierati in maniera compatta in difesa del leader: "Chi pensa che il problema sia Beppe Grillo ha chiaramente sbagliato Movimento. O forse è in cattiva fede - ha scritto su facebook il vicepresidente 5 stelle alla Camera Luigi Di Maio - Mi auguro che queste persone si facciano una domanda e si diano le dovute risposte. Da sole". Sulla stessa lunghezza d’onda Riccardo Nuti, capogruppo stellato alla Camera: "Il M5S è Beppe e Beppe è il M5S".
Anche l’elezione del nuovo capogruppo 5 stelle al Senato, del resto, ha confermato la spaccatura interna al MoVimento. L’ha spuntata Nicola Morra che nel ballottaggio ha ottenuto 24 voti conto i 22 dello ’sfidante’, Luis Orellana. Due le schede bianche. La partita tra i due è stata giocata rigorosamente in streaming ed è terminata con l’affermazione di misura del più vicino alla linea del quartier generale di Grillo. In palio c’era il ruolo, ma anche un deciso cambio di rotta della linea politica finora tracciata da Vito Crimi.
Il nuovo capogruppo Morra ha scelto il basso profilo: "Mi piacerebbe essere all’altezza delle aspettative, perciò statemi accanto con critiche costruttive. Nessuno ha la verità in tasca, io per primo. Insieme si cresce, da soli si va alla deriva. Non c’è un leader e 52 gregari, ma 53 fratelli".
(11 giugno 2013)

ADELE GAMBARO
"Stiamo pagando i toni e la comunicazione di Beppe Grillo, i suoi post minacciosi soprattutto quelli contro il Parlamento. Mi chiedo come possa parlare male del Parlamento se qui non lo abbiamo mai visto. Lo invito a scrivere meno e osservare di più. Il problema del Movimento è Beppe Grillo". Così la senatrice Adele Gambaro del Movimento 5 Stelle a SkyTg24

ALESSANDRO FURNARI

BEPPE GRILLO
"Le dichiarazioni rilasciate a SkyTg24 dalla senatrice M5S Adele Gambaro: "Due comuni conquistati non sono un successo, ma una debacle elettorale. Inoltre ci sono percentuali molto basse. Stiamo pagando - ha rincarato la dose Gambaro - i toni e la comunicazione di Beppe Grillo, i suoi post minacciosi. Mi chiedo come possa parlare male del Parlamento se qui non lo abbiamo mai visto. Lo invito a scrivere meno e osservare di più. Il problema del MoVimento è Beppe Grillo, noi il lavoro lo stiamo facendo e questo non viene percepito. Invece di incoraggiarci, scrivendo questi post ci mette in cattiva luce. Credo che altri all’interno del Parlamento abbiano le mie stesse idee; il disagio c’è ed è evidente, ma non arriva a un dissenso vero e proprio". Vorrei sapere cosa pensa il MoVimento 5 Stelle di queste affermazioni, se sono io il problema. Beppe Grillo

BEPPE GRILLO
In Italia è sempre tempo di elezioni, è sempre il tempo dei Pavesini, che siano sindaci, presidenti di provincia, presidenti di Regione, deputati, senatori, eurodeputati. Il Paese è in elezione permanente. Un tormentone. Ogni anno si vota per qualcosa. E’ un campionato di calcio, c’è sempre chi vince, chi perde per poi vincere l’anno successivo, chi pareggia e chi trionfa, come se l’amministrazione pubblica fosse un premio, un traguardo, e non un servizio. C’è pure il calcio mercato con i giocatori comprati all’asta che cambiano casacca. Il vincitore dell’elezione di circostanza sale sempre su un palco e a braccia tese saluta la folla. Non cambia nulla, ma la gggente è contenta che abbia vinto il "suo" candidato e non il "loro", quando in realtà sono la stessa persona, la stessa politica, lo stesso programma, persino lo stesso governo. Poi i giornaloni titolano e i politologi spiegano. Lo spettacolo in sé osceno e inquietante attrae sempre meno spettatori, la gggente non ha più voglia di pagare il biglietto, di votare. Questo o quello pari sono. Elezione dopo elezione il disgusto sale, il termometro dell’astensione si surriscalda, se alle prossime politiche superasse la soglia del 70% la Repubblica, lo Stato, il Governo e il Parlamento sarebbero delegittimati. E’ questo che si vuole? Il Nipote Letta ha fatto solo annunci, il più ridicolo è il taglio dei rimborsi elettorali, mai avvenuto. Si chiede al M5S cosa ha fatto in questi mesi, ha presentato proposte di legge per le PMI, per l’abolizione dei contributi pubblici ai giornali e ai partiti, ha spinto l’iniziativa di cancellazione del Porcellum, unica voce nel Parlamento, insieme a molte altre iniziative, come il ritiro delle nostre truppe dall’Afghanistan, legate al suo programma. E ha rinunciato ai rimborsi elettorali per 42 milioni di euro, si è dimezzata lo stipendio parlamentare pari circa a 350.000 euro al mese. Le proposte di legge del M5S sono ignorate, respinte. Il M5S è legalitario, pacifico, ghandiano. Cosa ci si aspettava? Che dessimo fuoco al Parlamento? il M5S deriso h24 su tutte le televisioni è l’ultima barriera prima della furia popolare. Il M5S ha raccolto le firme per leggi popolari e referendum, ignorate o bocciate ogni volta dalla partitocrazia, ha partecipato alle elezioni con persone con la fedina penale pulita. Invece di chiedere conto ai partiti di cosa hanno fatto in 30 anni si demonizza il primo tentativo di democrazia dal basso nato in questo Paese. L’esito delle elezioni è drammatico per l’Italia. Gli italiani, la maggioranza degli italiani, cominciano a perdere la speranza. E questo è molto triste.

PDL E LEGA
Acque agitate anche in casa Pdl dove la bruciante sconfitta alle amministrative sembra aver riattizzato lo scontro tra falchi e colombe. "Ho lavorato molto e ho consegnato insieme a Verdini e Capezzone questo nuovo modello di partito. Posso solo dire che a giorni sarà Berlusconi a comunicarlo", ha annunciato Daniela Santanchè, responsabile organizzazione del partito, ai microfoni di Radio Città Futura. "Il popolo delle libertà - prosegue - nasceva con degli alleati che oggi non ci sono più e forse non è mai entrato nel cuore della gente".
Una mossa che ha subito scatenato l’opposizione dei "moderati" come Fabrizio Cicchitto. "La definizione di un modello di partito non può essere realizzata attraverso un’operazione del tutto verticistica, senza alcun confronto collegiale e collettivo", replica l’ex capogruppo alla Camera. "Il risultato elettorale - prosegue - richiede una seria riflessione politica, nella quale rientra anche un confronto sul cosiddetto modello di partito che non può - ribadisce - essere definito frettolosamente con una sorta di ordine di servizio da comunicare senza discussione ed approfondimento".
Alle prese con una dura sconfitta da digerire anche la Lega. Ieri, dopo gli scambi di accuse a distanza, Roberto Maroni e Umberto Bossi si sono incontrati faccia a faccia. "Finalmente - ha spiegato il governtaore della Lombardia - ci siamo detti tutto quello che ci dovevamo dire, arrivati a un certo punto, non si puo’ far finta di niente, ieri sono state dette delle cose molto precise condivise da tutti, punti fermi da cui ripartire, degli impegni presi’’.
L’ex ministro dell’Interno, malgrado il risultato disastroso e la perdita della roccaforte Treviso, si mostra comunque ottimista sul futuro. "E’ un consenso congelato", afferma. "Lavoreremo per recuperare questo consenso - ha aggiunto - un consenso che non ha cambiato sponda. I nostri voti mancano perché la nostra gente non è andata a votare. Non ha quindi votato per il centrosinistra ma è rimasta delusa per i nostri candidati".